Grooming? Chiamiamolo adescamento (di minori in rete)!

Giovanna B. ci scrive che, nella sua attività, trova difficoltà a rendere in italiano alcuni termini inglesi: in particolare si riferisce a stalking (sul quale siamo già intervenuti) e (child) grooming; Giovanna aggiunge un'affermazione che ci ha spinto ad affrontare la questione di grooming: "purtroppo il pubblico italiano non conosce questo termine [...] come sempre l'Italia manca di consapevolezza".

Risposta

Sexting, cyberbullying, grooming e il nuovissimo snapchat. Termini che agli adulti indicano poco, dietro i quali si nascondono le minacce maggiori cui sono esposti i loro figli. Impalpabili, fino a quando il mondo virtuale nel quale si rifugiano non si scontra con la realtà, generando pagine nere di cronaca.
(A. Puricella,Insulti e dispetti corrono sul web - minori a scuola di nuove tecnologie, "La Repubblica" 22.11.2013)

Sarà sufficiente un piccolo glossario per comprendere come, a dispetto del titolo assai riduttivo, la materia trattata in questo articolo, se riferita a minori, possa essere inquietante.

cyberbullying [da cyber- primo elemento di parole composte della terminologia informatica bullying]  'bullismo virtuale, compiuto mediante la rete telematica' dove bullismo è un 'atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate spec. in ambienti scolastici o giovanili'. (Treccani Neologismi 2008)

grooming 'adescamento sessuale di minori attraverso internet' (http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/neologismi/, Devoto-Oli 2014)

sexting [dalla fusione di sex e texting 'scrivere messaggi'] 'invio di messaggi, immagini o video a sfondo sessuale o sessualmente espliciti tramite dispositivi informatici portatili o fissi' (Treccani Neologismi 2014)

snapchat[ting] [usare quella] 'applicazione che permette di chattare con altre persone inviando loro delle immagini che rimarranno visibili per un lasso di tempo da 1 a 10 secondi ' (http://www.iphoneitalia.com/)

Se consideriamo quanto lo spazio della rete possa moltiplicare le occasioni e amplificare la portata dei mezzi in mano a coloro che esercitano comportamenti sopraffattòri  – è sufficiente mettere insieme sexting e cyberbullying o grooming e snapchat, cioè combinare  strumenti di per sé neutri con atteggiamenti negativi per averne un'idea –, se riflettiamo sull'esposizione personale implicata dalla rete per chi non è in grado di tutelarsi e sullo schermo offerto nel contempo a chi invece voglia approfittarne, comprendiamo facilmente la necessità di capire le parole con cui sono formulati i messaggi che sulla rete corrono.
Proporre per le voci appena viste (e non sono certo solo queste) un traducente italiano, quanto meno da affiancare alle forme inglesi, non significa adottare un atteggiamento puristico in difesa della lingua contro il suo progressivo "imbarbarimento", ma costituisce piuttosto una scelta responsabile.
Ci siamo già occupati di un termine inglese, stalking, utilizzato in italiano per condensare efficacemente una serie complessa di informazioni; anche in quel caso si è sostenuto l'affiancamento di persecuzione, un termine semanticamente "pesante" della nostra tradizione giuridica e storico-culturale; a maggior ragione affermiamo la necessità di un traducente per grooming.

In inglese il sostantivo groom indicava in origine 'un ragazzo', successivamente 'un uomo di posizione inferiore; un domestico, un servitore' e, in particolare, 'l'addetto alla cura dei cavalli'; nell'inglese attuale sopravvive in quest'ultimo significato e in quello di 'sposo' nell'espressione bride and groom. Il verbo to groom significa "To tend as a groom; to curry, feed, and generally attend to (a horse); to ‘fettle’" ['comportarsi come un groom, prendersi cura, e in generale occuparsi (di un cavallo)'; 'pulire, liberare dalle imperfezioni, rendere pulito']. A partire dall'inizio del secolo scorso il derivato grooming è usato nell'ambito dell'etologia in riferimento a un comportamento animale di pulizia reciproca, osservabile soprattutto negli uccelli e nei primati; soltanto alla fine del secolo è il termine passato a indicare, "Of a paedophile: to befriend or influence (a child), now esp. via the Internet, in preparation for future sexual abuse" ['di un pedofilo: avvicinarsi amichevolmente e cercare di influenzare (un bambino), adesso specialmente in rete, allo scopo di abusarne sessualmente']. Traccio questa breve sintesi avvalendomi dell'OED Oxford English Dictionary che cita come prima attestazione per l'ultimo senso un passo del "Chicago Tribune" del 28.5.1985 ("These ‘friendly molesters’ become acquainted with their targeted victim..., gaining their trust while secretly grooming the child as a sexual partner" ['Questi "molestatori amichevoli" familiarizzano con le loro vittime..., conquistandone la fiducia mentre segretamente adescano il bambino per farne un partner sessuale']).

Come già avvenuto per stalking, la funzione di indirizzo legislativo svolta dall'Unione Europea ha certamente contribuito alla diffusione del termine: è infatti la legge  n. 172 (1.10.2012) che ratifica la "Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale" (Lanzarote 25.10.2007) e adegua ad essa le norme vigenti, a introdurre la nozione espressa da grooming nel nostro ordinamento. In particolare è rilevante l'articolo 609-undecies che definisce adescamento (di minore) "qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l'utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione". L'articolo segue le indicazioni dell'articolo 23 della Convenzione di Lanzarote a proposito di Solicitation of children for sexual purposes (http://conventions.coe.int/Treaty/EN/treaties/html/201.htm). Per quanto il testo inglese della convenzione di Lanzarote usi la solicitation e mai grooming, troviamo il termine impiegato in questo senso a livello europeo già nello stesso anno 2007, in una Consultazione pubblica della Commissione Europea, datata 12.04.2007, avente lo scopo di rendere la rete più sicura, in particolar modo per i bambini; per essi uno dei maggiori rischi implicati dalla rete è individuato in «strangers "making friends" with them in order to abuse them (so-called grooming) ['tentativi di entrare in intimità condotti da parte di estranei, allo scopo di abusare di loro (il cosiddetto grooming)']»(Public consultation – Creating a safer online environment for children http://ec.europa.eu/information_society/newsroom/ 12.04.2007).

Consultando gli archivi in rete del "Corriere" e della "Repubblica" possiamo osservare che in Italia il termine circolava da tempo sia col significato legato all'ambito specialistico dell'etologia, sia come pet-grooming, ovvero cura degli animali da compagnia, sia infine, più recentemente, come 'cura della persona, dell'abbigliamento, della forma fisica'. Nel significato di 'adescamento di minore tramite internet' la prima testimonianza si trova nel "Corriere della sera", in un testo del dicembre 2006, anteriore quindi alla Convenzione di Lanzarote:

Il provvedimento introduce anche un nuovo reato: l'adescamento dei minori di 16 anni perpetrato, «anche tramite mezzi di comunicazione a distanza», da un adulto che cerca di ottenere la fiducia dell'adolescente in maniera amichevole («grooming») per realizzare le sue mire sessuali. Il ddl sarà presentato alle Camere «con l'auspicio di un esame urgente». («Ddl sulla violenza sessuale? No ai processi esemplari»,27 dicembre 2006)

Il primo ingresso sulla "Repubblica" è di circa un anno dopo:

Aumento delle pene, prevalenza delle circostanze aggravanti sulle attenuanti, prescrizione raddoppiata [...] arresto obbligatorio e patteggiamento negato, terapia durante e dopo il carcere, divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai minori [...]. Infine viene punito anche il reato di grooming, l'adescamento di minori sul web. (Non escludo la castrazione chimica, L. Milella, 27 febbraio 2008)

A partire dal 2012, con la ratifica definitiva della convenzione di Lanzarote, l'uso trova legittimazione anche in sede istituzionale: oltre che in testi prodotti nell'ambito del Parlamento, se ne trovano due attestazioni, per quanto opportunamente virgolettate, nel sito del Ministero delle Pari opportunità.

Come accade spesso la forma inglese è percepita come più sintetica ed efficace del termine adescamento usato dalla nostra legislazione, il quale necessita delle specificazioni inerenti alla vittima (di minore) e al mezzo (in rete); in realtà anche in inglese si ricorre alla formulazione online child grooming ogni volta che sia necessario disambiguare. Dobbiamo anche tener conto che da noi grooming continua a essere impiegato, per quanto in misura minore a partire dal 2012, anche negli altri significati diciamo "non penalmente rilevanti"; ciò comporta che nemmeno lo sradicamento dalla lingua originale e l'innesto nel contesto italiano, garantiscono a grooming un'interpretazione del tutto univoca; inoltre il contenuto positivo dei suoi significati paralleli (si pensi che esiste un grooming-day per la cura degli asinelli) può contrastare la piena consapevolezza della gravità del comportamento che designa.

Altre lingue europee in alternativa a grooming impiegano spesso espressioni complesse: nella stessa lingua inglese si usano solicitation (of children for sexual purposes) nella lingua del diritto, e allurement, rispettivamente traducibili come 'invito pressante' e 'allettamento, seduzione'. In Francia si parla di cyber-séduction (d'enfants) o, spesso affiancate come traduzione a grooming e virgolettate, le locuzioni manœuvres de séduction,manipulation psychologique e sollicitation d'enfants à des fins sexuelles; in Germania accanto al corrente sexuelle Anmache im Internet, dove Anmache corrisponde a 'avvicinamento (per istaurare un contatto)', il legislatore usa Kontaktaufnahmezu Kindern für sexuelle Zwecke) traducibile come 'presa di contatto', 'approccio'. Infine lo spagnolo utilizza nel linguaggio giuridico Seducción de niños con fines sexuales e traduce grooming con manipulación de menores / de niños (en línea con fines sexuales).

Siamo del parere che sia opportuno usare anche in italiano corrente forme come manipolazione a fini sessuali, seduzione o anche, e meglio, adescamento, eventualmente specificando la vittima e il mezzo. Se può apparire oggi voce dell'uso burocratico, possiamo fare appello alla sua presenza nella tradizione storica della nostra lingua: "Tutto quello che la femina aveva detto non era se non aescamento del diavolo" si scriveva nella trecentesca Storia dei Santi Barlaam e Giosafatte (cfr TLIO, GDLI) e adescare o aescare come testimonia anche il Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) valeva "propriamente allettar con l'esca, e per metaf. invitare, e tirare uno alle voglie sue con lusinghe, e allettamenti, e inganni" in Dante e Boccaccio.

Se nonostante ciò se ne dovesse avvertire la pesantezza, non lo consideriamo un limite: non abbiamo bisogno di un termine più "lieve" che ci consenta di ricondurre tutto alla normalità; non c'è normalità nel child grooming online: lasciamo che gli animali continuino amorevolmente a prendersi vicendevolmente cura di sé e chiamiamo un crimine col suo nome.

 

A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

Piazza delle lingue: Lingua e diritto

27 giugno 2014


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