Ambito d'uso: nuovi media, rete
Ambito d'origine: nuovi media, social media
Categoria grammaticale: sost. m. inv.
Comportamento di chi decide di interrompere bruscamente e senza spiegazioni una relazione (per lo più sentimentale, ma anche di amicizia o lavorativa) e di scomparire dalla vita della persona con cui si intratteneva tale relazione, rendendosi irreperibile
Prestito integrale dall’inglese ghosting, formato dal verbo (to) ghost ‘muoversi di soppiatto, come un fantasma’ con l’aggiunta del suff. -ing proprio del gerundio.
2014
"Fra il basito e il deluso prendete atto che l’uomo in questione è evidentemente un assiduo praticante del cosidetto “ghosting” (beati gli inglesi che hanno una parola per tutto!), ovvero dell’arte di cancellare le proprie tracce e svanire lasciando il partner con un pugno di mosche e tanti punti interrogativi" (Costanza Mauro, L’uomo fantasma, il nuovo nemico per le single 2.0, Pianetadonna.it, 3/11/2014).
Nessuna
Treccani Neologismi 2015
Diffusione al: 16 aprile 2018
Google: 99.000 r. [ma cfr. Note]
"Corriere della Sera": 7 r. (2 del 2015, 2 del 2016, 3 del 2017)
"la Repubblica": 6r. (5 del 2015, 1 del 2018)
"La Stampa": 7 r. (2 del 2015, 2 del 2017, 3 del 2018)
La parola ghosting, nel significato considerato, figura sporadicamente in alcuni testi in italiano già nel 2014; nei primi mesi del 2015 compare fra le parole chiave dell’epoca contemporanea commentate nell’Atlante delle cose nuove da Andrea Girolami, esperto di tecnologie e comunicazione. Tuttavia, ghosting comincia a diffondersi in modo più ampio nella nostra lingua a partire dalla seconda metà del 2015, in seguito alla traduzione di un articolo del “New York Times” in cui si descriveva il fenomeno prendendo spunto dalla rottura del rapporto tra due celebrità hollywoodiane, Sean Penn e Charlize Theron: quest’ultima avrebbe infatti lasciato il compagno e collega proprio facendo ghosting, smettendo di rispondere alle sue chiamate e ai suoi sms. L’argomento viene immediatamente ripreso dai principali quotidiani nazionali, commentato sui social network e affrontato in diversi blog, riviste femminili e altre pubblicazioni online, che da allora periodicamente ripropongono il tema per spiegare in che cosa consista esattamente il fenomeno del ghosting, che pur non rappresentando una novità nella storia dei rapporti umani, con l’avvento dei social media è divenuto più frequente e socialmente rilevante, contribuendo così anche alla notevole diffusione della parola.
Ghosting e la corrispondente locuzione verbale fare ghosting entrano così a far parte del vocabolario delle relazioni sentimentali nell’epoca di Internet, presto affiancate da espressioni analoghe formate con altri suffissati inglesi in -ing (benching, zombieing, breadcrumbing, ecc.), la cui circolazione è però molto più limitata e per il momento circoscritta alla rete.
Come possibili traducenti italiani dell’espressione fare ghosting, diverse sono state le proposte avanzate in rete: dai semplici calchi verbali quali fantasmare e fantasmizzarsi (neologismi a tutti gli effetti),alle più ampie perifrasi dileguarsi come un fantasma, fare come un fantasma, diventare un fantasma e simili, fino al più fantasioso farsi di nebbia. Nessuna di queste possibili alternative si è però affermata nell’uso, in quanto, come spesso accade, la forma inglese viene percepita come più sintetica e immediata (e di conseguenza anche più efficace), dei possibili corrispondenti italiani.
Infine, nel valutare i dati sulla diffusione di ghosting ricavabili dall’interrogazione di motori di ricerca come Google, bisogna tener presente che la parola in questione è attestata in italiano anche con altri significati (nel campo delle tecnologie digitali o in ambito medico-oculistico, per esempio, la locuzione effetto ghosting è usata per indicare particolari effetti ottici): di conseguenza, il dato complessivo che emerge dalla ricerca di ghosting su Google si riferisce alla forma in tutti i suoi significati e non solo al significato qui descritto.
24 gennaio 2019
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