Presentazione della Fondazione Italiana di Leniterapia, FILE

Da lunedì 20 gennaio 2003 a martedì 28 gennaio 2003

Presentazione

(Da La Repubblica, 21 gennaio 2003, pag. 23 delle pagine nazionali)

Malati terminali di cancro

Nasce la fondazione per la "leniterapia"

FIRENZE - Qualificare e diffondere l'offerta di cure palliative ai malati inguaribili, sulla scia di una domanda crescente. E' questo l'obiettivo della Fondazione Italiana di Leniterapia presentata ieri a Firenze. Il comitato scientifico è presieduto da Umberto Veronesi, con la collaborazione dell'Accademia della Crusca. Nasce così il termine Leniterapia, nella convinzione che la battaglia contro il dolore inutile deve essere affrontata anche con la comprensibilità linguistica.

(Da La Repubblica, 21 gennaio 2003, pag. II delle pagine locali [Firenze Cronaca])

Raccoglierà fondi per alleviare le condizioni dei malati terminali

Dolore e cure lenitive
nasce una fondazione

UNA fondazione per lenire il dolore dei malati terminali. Per darle un nome è stato creato un neologismo, destinato a sostituire l'espressione, troppo negativa, di cure palliative: leniterapia, da lenitivo appunto. C'era anche il presidente dell'Accademia della Crusca Francesco Sabatini, a presentare "File" (fondazione italiana di leniterapia), che nasce a Firenze presieduta da Donatella Carmi Bartolozzi e conta soci fondatori come Piero Antinori e Wanda Ferragamo, più Umberto Veronesi come presidente del comitato scientifico. Oltre a Piero Morino, responsabile dell'unità di cure palliative della Asl. La fondazione infatti sembra impostata per collaborare più con il servizio pubblico che con le altre associazioni di volontariato che seguono i malati terminali, ossia Ant, Att, Pallium. Le quali, dopo anni di rapporti tesi (Att è nata da una costola di Ant, Pallium da una della Lega Tumori) hanno fatto un patto di non belligeranza e sono andate insieme a chiedere una convenzione con l'azienda sanitaria. "File" non si occuperà direttamente dell'assistenza. "All'inizio - spiega Morino - faremo una ricerca per capire la nostra realtà. Sappiamo che ogni anno muoiono 2700 malati terminali e che il servizio della Asl, unico in Toscana e tra i pochi in Italia, ne segue ben 1000. Però dal volontariato non ci arrivano dati chiari: stando alle loro cifre gli altri malati sarebbero tutti assistiti, ma non è vero". Dice Carmi Bartolozzi: "Dobbiamo ridurre il divario tra domanda ed offerta, anche promuovendo la costituzione degli hospice già programmati dalla Regione". La Fondazione raccoglierà finanziamenti per la formazione di medici e assunzioni. "I malati terminali - spiega Marco Rosselli del Turco, direttore del Cspo, centro per lo studio e prevenzione oncologica - trattati con le cure palliative hanno un tasso di ospedalizzazione molto più basso".

(mi.bo.)

In sintesi


  • Dal 20/01/2003 a 28/01/2003
  • Collaborazione di Crusca

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