XXXVI Convegno Interuniversitario di Bressanone "Leo Spitzer: lo stile e il metodo" (Bressanone-Innsbruck 10-13 luglio 2008)

Da giovedì 10 luglio 2008 a domenica 13 luglio 2008

Università degli Studi di Padova Dipartimento di Romanistica

XXXVI CONVEGNO INTERUNIVERSITARIO Leo Spitzer: lo stile e il metodo *** 36. INTERUNIVERSITÄRES KOLLOQUIUM Leo Spitzer: der Stil und die Methode Bressanone / Brixen - Innsbruck10 - 13 luglio 2008

Presentazione

Circolare di presentazione del convegno

 

Cari amici e colleghi,

 

il prossimo convegno interuniversitario, il XXXVI, si terrà anche quest'anno tra Bressanone e Innsbruck da giovedì 10 a domenica 13 luglio 2008. Siamo grati agli amici di Innsbruck che, dimostrando di apprezzare la nostra iniziativa, hanno espresso il desiderio di continuare la collaborazione iniziata nella passata edizione. Cominceremo, dunque, giovedì pomeriggio nell'Aula Magna della Casa della gioventù dell'Università di Padova, il giorno dopo andremo a Innsbruck e le sedute di sabato e domenica si terranno a Bressanone ancora nell'Aula Magna della Casa della gioventù dell'Università di Padova.

 

Per quanto riguarda l'argomento, cogliendo le indicazioni emerse nella seduta finale dello scorso convegno, abbiamo pensato di continuare sulla linea sperimentata con ottimi risultati in quell'occasione, puntando a riflettere sull'insegnamento, la figura e l'influsso dei tre grandi romanisti di lingua tedesca del '900: Auerbach, Curtius e Spitzer. Pur ricorrendo nel 2008 il sessantesimo anniversario dell'uscita di Europäische Literatur und lateinische Mittelalter di Curtius, abbiamo ritenuto, proprio sull'onda delle proposte discusse alla fine del XXXV convegno, di dedicare l'incontro di quest'anno a Leo Spitzer. Del resto ricorrono gli anniversari anche di varie opere spitzeriane: dai novant'anni degli Aufsätze zur romanischen Syntax und Stilistik (1918), agli ottanta delle Stilstudien (1928) fino ai sessanta di Linguistics and Literary History (1948).

Come già nei titoli dei lavori appena citati, il termine "stile" in rapporto a Spitzer è emblematico: nominare Spitzer implica quasi la parola stile e viceversa. Abbiamo creduto perciò di individuare una buona soluzione nel seguente titolo:

 

Leo Spitzer: lo stile e il metodo

Leo Spitzer: der Stil und die Methode

Stile di Spitzer vuol dire, in tutte le accezioni possibili, lo stile delle sue opere e del suo metodo, vuol dire la disciplina alla quale per eccellenza è legato il suo nome, vuol dire lo stile secondo Spitzer e come l'hanno interpretato i suoi seguaci o imitatori, stile di Spitzer vuol dire infine lo stile dell'uomo Spitzer, particolare e originale anche sotto questo profilo.

L'argomento offre una gamma molto vasta di possibilità di trattazione che ne assicura l'interdisciplinarietà da un lato (letterature classiche: si pensi allo studio sul concetto di "armonia"; romanze e anglosassoni; filologia; storia: si pensi alle lettere dei prigionieri; ecc.), dall'altro l'estensione cronologica (dall'antichità ad oggi) e l'allargamento alle diverse prospettive di analisi che comportano gli studi spitzeriani (stilistica, storia, sociologia, comparatistica, ecc.).

Il tema e le sue possibilità di sviluppo vanno considerati in una duplice prospettiva: da una parte si mira a focalizzare l'interesse sugli studi di Spitzer e sul suo "metodo" (negato da alcuni), dall'altra si intende esaminare il modo nuovo di affrontare lo studio dei testi avviato dall'approccio critico spitzeriano. Ripensare al ruolo di Spitzer nella cultura novecentesca significa considerare il suo influsso in varie discipline e soprattutto nella linguistica, nella semantica e più in generale nella critica letteraria; significa riflettere sul modo empirico con il quale lo studioso austriaco affronta l'analisi delle parole e dei testi letterari, sul suo progressivo passaggio da posizioni che egli sentiva astratte a posizioni più confacenti a una concretezza dell'analisi del testo letterario per cercare di dare un senso al proprio lavoro, sui suoi rapporti con la cultura e la politica del suo tempo; significa, per riprendere le sue parole, cercare di capire il modo nel quale egli si è "aperto un passaggio attraverso il dedalo della linguistica verso il giardino incantato della storia letteraria".

 

Come lo scorso anno per Auerbach anche per Spitzer si mira dunque a un convegno centrato oltre che sulla sua figura di studioso anche sulle prospettive aperte dalla sua critica. Il nostro incontro, perciò, sarà certo una riflessione sull'attività critica di Spitzer, sulle categorie e modalità della sua analisi, ma nel contempo è anche un indicazione a considerare come si è sviluppato e come è stato recepito il suo metodo, quali risultati la sua opera ha contribuito a far raggiungere, quale significato ha anche per la critica attuale il suo insegnamento.

L'invito è dunque a esaminare aspetti specifici, partendo dai saggi spitzeriani, come anche il rapporto con i suoi contemporanei (Auerbach e Curtius, ma anche altri: è recente, ad esempio, la pubblicazione del suo carteggio con Schuchardt: Leo Spitzers Briefe an Hugo Schuchardt, hrgg. von B. Hurch, Berlin, Gruyter, 2006), o ancora il suo passaggio dall'Europa all'America. Spitzer lascia, infatti, la Germania prima di Auerbach, insegna a Istanbul come Auerbach, si stabilisce infine negli Stati Uniti dove trascorre la sua vita accademica alla Johns Hopkins University di Baltimora. Sarebbe auspicabile approfondire questi passaggi, esplorare questa peregrinatio e, in particolare, lo stato della filologia e della critica tra gli Anni Trenta e Quaranta in Austria e Germania e anche negli USA.

La pluralità e l'abbondanza di spunti tematici su cui poggia il convegno sono sollecitate dagli infiniti suggerimenti che provengono proprio dalla vastissima produzione di Spitzer, testimoniata dalla sua imponente bibliografia ragionata curata da E. K. Baer e D. E. Shenholm (Leo Spitzer on Language and Literature. A descriptive Bibliography, The Modern Language Association, New York, 1991). Il lavoro di Spitzer si dirama infatti in svariatissimi campi linguistico-letterari e in varie lingue, ha un'apertura eccezionale sia in senso cronologico che tematico: dalla letteratura francese, a quella italiana, a quella spagnola, tedesca e inglese, ad altri settori ancora, non escluso l'ambito classico, specie per quanto riguarda l'etimologia e il concetto di armonia.

La nostra riflessione si innesta del resto su una consolidata tradizione di interesse per gli studi di Spitzer. In Europa e in America i suoi saggi, oltre il mondo anglosassone, hanno interessato la Spagna (Lingüística e historia literaria, Madrid, Gredos, 1955, ma sia prima che dopo si registra anche una particolare attenzione editoriale in Argentina), poi la Francia (cfr. l'edizione originale delle Romanische Literaturstudien, 1936-1956, Paris, SABRI, 1960; e il più tardo Les études de style, Paris, Gallimard, 1970, con una serie di rilevanti "curatori": E. Kafholz, A. Coulon, M. Foucault, J. Starobinski). L'Italia, a sua volta, è stata prontamente ricettiva dei lavori spitzeriani, le cui traduzioni precedettero quelle di Auerbach e ovviamente di Curtius. Come già quella di Auerbach, la saggistica spitzeriana ha attirato la curiosità di Croce, patrocinatore della sua diffusione per il tramite di Alfredo Schiaffini che, con un'importante introduzione, nel 1954 ha pubblicato presso Laterza i primi saggi, con il titolo Critica stilistica e storia del linguaggio, mutato nel 1966 in Critica stilistica e semantica storica, dove sono raccolti i lavori fondamentali che indicano le prospettive e le vie attraverso le quali si è maturata e irrobustita la critica spitzeriana. È una raccolta di saggi esemplare, che rimane un caposaldo per la conoscenza dell'evoluzione del pensiero e del metodo di Spitzer: dalla linguistica alla semantica, alla stilistica. Seguì poi il  volume Marcel Proust e altri saggi di letteratura francese moderna, a cura di P. Citati, Torino, Einaudi, 1959. L'editoria italiana ha continuato a prestare attenzione a Spitzer, come indica l'uscita di traduzioni dei suoi studi anche negli anni sessanta: Cinque saggi di ispanistica, a cura di G. M. Bertini, Torino Giappichelli, 1962, e L'armonia del mondo. Storia semantica di un'idea, a cura di V. Poggi, Bologna, Il Mulino, 1967; e ancora negli anni settanta con due volumi entrambi del 1976: le Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-18, trad. R. Solmi, intr. L. Renzi, note linguistiche di L. Vanelli, Torino, Bollati Boringhieri, 1976,  e gli  Studi italiani, a cura di C. Scarpati, Milano, Vita e Pensiero, 1976. Negli anni ottanta sono usciti i Saggi di critica stilistica. Maria di Francia - Racine - Saint-Simon, Firenze, Sansoni, 1985, con la revisione di L. Lazzerini e due interventi di G. Contini (rist. 2004 con cappello introduttivo di C. Segre). Più recente sono la ristampa di L'armonia del mondo. Storia semantica di un'idea (Bologna, Il Mulino, 2006) con un'introduzione di C. Bologna (Storia semantica di un titolo) e infine il volume Lingua italiana del dialogo, a cura di C. Caffi e C. Segre (Milano, Il Saggiatore, 2007).

Sul modello dei lavori spitzeriani si è avviata una serie di studi, che ha coinvolto linguisti e studiosi di letterature medievali e moderne, portandoli a praticare con rinnovata originalità la critica letteraria, a considerare con occhio diverso la relazione tra linguistica e semantica, a studiare l'etimologia non più come mero dato positivistico, ma con la consapevolezza che nella storia di ogni parola c'è sempre un'umanità soggiacente.

D'altra parte non solo Spitzer ha scritto molto, ma su di lui si è scritto molto; la bibliografia critica sullo studioso e sui suoi scritti dagli anni cinquanta in poi ha conosciuto una notevolissima crescita quantitativa e soprattutto qualitativa. La sua opera infatti da un lato ha continuato a suscitare imitazioni e contrasti, dall'altro è stata essa stessa oggetto di riflessione e di studio. I volumi italiani sopra citati ad esempio contengono tutti dei saggi importanti a partire da quello di Schiaffini fino a quelli di Contini (autore anche di un pregevole "Tombeau de Leo Spitzer"). Moltissimi sono stati gli interventi critici su Spitzer e sulla sua figura nel contesto della stilistica novecentesca: da R. Wellek a  B. Terracini, da R. Antonelli a C. Segre, a G. Green, a H. Aschenberg, a J. V. Catano, a H. U. Gumbrecht. A questo riguardo, pur centrato sui saggi medievali di Spitzer, può offrire spunti più generali e un ampio quadro bibliografico di riferimento il saggio che Mario Mancini ha dedicato a Spitzer nello Spazio letterario del Medioevo. 2. Il Medioevo volgare. Vol. IV: L'attualizzazione del testo, Roma, Salerno Editrice, 2004, pp. 379-398.

Questi minimi suggerimenti, come negli anni passati, potranno essere ampliati e arricchiti da ciascun interessato all'argomento e da chi intende presentare una comunicazione al colloquio; comunque saranno di utilità a chi vuole semplicemente acquisire qualche indicazione per approfondire il metodo, l'opera e la figura di Leo Spitzer.

Ogni singolo relatore ha comunque piena libertà nello sviluppare gli aspetti che ritiene più consoni ai propri interessi e nell'impostazione da dare al proprio intervento, ma vorremmo, sulla scia del convegno auerbachiano, elencare schematicamente i nuclei tematici che ci piacerebbe fossero trattati, in modo da contemperare i punti di vista generali e più teorici con le analisi particolari:

 

1.                Filologia e critica letteraria tra Austria, Germania  e USA negli Anni Trenta e Quaranta

2.                La lezione di Spitzer

3.                C'è una scuola di Spitzer?

4.                Il metodo di Spitzer

5.                Dalla linguistica alla semantica

6.                Semantica e letteratura

7.                La stilistica

8.                Il comparativismo di Spitzer

9.                Letture di Spitzer

10.             Ricezioni di Spitzer in Italia.

 

Sulle relazioni resta da precisare che alcuni "esperti spitzeriani" sono già stati invitati a intervenire, ma auspichiamo le consuete adesioni "spontanee" e, in particolare, la formulazione di proposte da parte di giovani studiosi. Nei limiti del possibile desideriamo comunque mantenere e perfezionare la distinzione sperimentata lo scorso anno tra relazioni di 30 minuti e comunicazioni più brevi ed essenziali di 15 minuti.

Invitiamo dunque chi avesse delle proposte di intervento a presentarle assieme a un breve riassunto per permetterci di fare una scelta, in modo da programmare non più di trenta interventi. Vorremmo così evitare sedute troppo "piene" e sedute parallele, che anche lo scorso anno hanno penalizzato alcune relazioni. Resta comunque inteso che il testo da consegnare per la stampa potrà essere della stessa ampiezza per tutti.

Chi desidera presentare una comunicazione o anche solo partecipare ai lavori del convegno è pregato di restituire alla segreteria l'accluso modulo compilato entro il prossimo 15 maggio, per posta normale o elettronica. Per ragioni organizzative, quest'anno, prenoteremo l'albergo solo per i relatori che lo desiderano; preghiamo gli altri di provvedere personalmente utilizzando gli indirizzi elencati nel sito www.maldura.unipd.it/romanistica/iniziative/bressanone > Alberghi.

 

Tutti però dovrebbero confermarci la loro  partecipazione al convegno in modo da permetterci di organizzare il trasferimento a Innsbruck e la cena sociale di sabato 12 luglio.

L'iscrizione al convegno comporta il versamento di un contributo di 60 euro (30 per dottorandi e studenti) a sostegno delle manifestazioni sociali previste (cena e trasferta a Innsbruck in particolare), da effettuarsi all'arrivo a Bressanone.

L'oggettiva e permanente difficoltà di ottenere finanziamenti adeguati per una buona organizzazione del colloquio ci costringe anche quest'anno a invitare i relatori che possono disporre di contributi della propria università di avvalersene.

Per concludere vale la pena di ricordare che per noi occuparci di Spitzer vuol dire riflettere anche sul nostro Circolo Filologico e le attività ad esso connesse, alla cui origine Folena poneva proprio lo Zirkel im Verstehen, il circolo della comprensione, di schleiermacheriana e spitzeriana memoria. D'altra parte evocare Folena accanto a Spitzer non è certo una forzatura, anche per altre ragioni. Folena fu un attento recensore dei saggi spitzeriani di cui in varie occasioni auspicò la raccolta in volumi, sottolineando l'inclinazione e la  generosità di Spitzer nello "spargere" i suoi lavori e la sua "scienza". Non sfugge a chi l'ha conosciuto che anche Folena, come Spitzer, amava "spargere" generosamente idee e cultura!

Con i più cordiali saluti e un arrivederci a Bressanone

 

                                                             

 

Per il comitato organizzatore

Gianfelice Peron

 

                                                           

 

 

           

Dipartimento di Romanistica - Sez. di Filologia Neolatina

Via B. Pellegrino, 1  -  I-35137 Padova

Fax ++049827493

gianfelice.peron@unipd.it

Tel. ++0498274946

circolo.filologico@unipd.it

 

 

 

 

 

In sintesi


  • Dal 10/07/2008 a 13/07/2008
  • Collaborazione di Crusca

Allegati


LINK
Vedi

Questa settimana