Assessorato alla Cultura Comune di Firenze
LEGGERE PER NON DIMENTICARE
ciclo d'incontri a cura di Anna Benedetti
GIAN LUIGI BECCARIA
Il mare in un imbuto
(Einaudi, 2010)
Introduce: Ernesto Franco
Venerdì 29 ottobre 2010, ore 17.30
Biblioteca delle Oblate
"L'italiano ha certo la sua grammatica, e quella occorre rispettare, ma s'ha anche da dire che la lingua non è un catechismo, che la grammatica è colma di oscillazioni, contraddizioni e incoerenze, spiegabili quasi sempre grazie alla storia della lingua o per vie di strutture interne alla lingua stessa."
Che lingua fa?, Dove sta andando l'italiano? Come si parla, come si scrive? Si governa male la sintassi, si fanno errori marchiani di ortografia. Il mare della nostra ricca, duttile, stratificata, bellissima lingua, si dissecca spesso nelle strettoie di rigagnoli magri. Nello stesso tempo molti settori stanno imboccando le vie opposte dell'enfasi, dove un italiano ipereccitato strafa e stradice. Anche la stessa "fonografia realistica" che riscontriamo nella narrativa, nei nostri romanzi che simulano tutti allo stesso modo il parlato, comincia a mostrarsi eccessiva. Meglio potare il troppo e lo spreco, riuscire a "far passare il mare in un imbuto", diceva Calvino, fissare un onesto numero di mezzi espressivi e con quelli cercare di dire qualcosa di meno generico, più ricco e complesso. Nel libro largo spazio è dedicato alla grammatica, ai dubbi quotidiani di lingua, ai momenti di "rigidezza" della norma e ai momenti di "libertà" dell'uso. E intanto si mettono in rilievo gli inganni e i sortilegi della parola, eufemismi e falsità, equivoci, etimi e storie curiose, locuzioni idiomatiche vive o malvive, parole perdute, percorsi e prospettive dell'italiano contemporaneo, contatti con altre lingue, l'anglomania in corso, le polemiche e i dibattiti attuali su lingua e dialetto, i linguaggi settoriali, dal politico allo sportivo alle parole dei giovani; infine i libri, la poesia e la prosa, il leggere e lo scrivere.
"In un libro ricco come sempre di storie di parole e modi di dire, di curiosità e aneddoti sulla lingua, di riflessioni acute e ironie garbate, Gian Luigi Beccaria ribadisce a più riprese il principio per cui la norma "è a un tempo convenzione sociale e prodotto della storia", ed è sempre esposta alla pressione dell'uso. Ora che grazie a sms e mail, chat e social forum, gli italiani sono diventati un popolo di "graforroici", anche le regole dell'ortografia presentate dalla scuola come salde e immutabili - cominciano a essere messe in crisi." (Giuseppe Antonelli, Sole 24ore, 27/06/2010)
Gian Luigi Beccaria linguista e critico letterario, ha pubblicato per Einaudi L'autonomia del significante (1975 e 1989), I nomi del mondo (1995 e 2000), Tra le pieghe delle parole (2009) e curato il Dizionario di linguistica e filologia, metrica, retorica (1994, 1996 e 2004).
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