CENTRO DI LINGUISTICA STORICA E TEORICA: Italiano, Lingue Europee, Lingue Orientali
Incontri di Linguistica e Filologia
(gennaio - ottobre 2008)
Giuseppe Patota (Università di Siena) e
Teresa Poggi Salani (Università di Siena)
presentano il libro
Sarà presente il curatore
Venerdì 6 giugno h. 16
Sala Grande, Dipartimento di Italianistica
CLIEO - Borgo Albizi 28, 50122 FIRENZE - TEL. e FAX +055.2743066 - per informazioni: Paolo Labianco, paolo.labianco@unifi.it
I libri Della lingua toscana di Benedetto Buommattei (Firenze, 1581-1648) sono, per giudizio unanime degli studiosi, la più importante grammatica italiana del XVII secolo. L'opera fu pubblicata in edizioni parziali nel 1623 e nel 1626, infine, in edizione definitiva, nel 1643. Conobbe più di dieci ristampe nel Settecento, e fu citata da Voltaire nel Traité sur la tolérance come «un guide infaillible qu'il faut suivre».
L'edizione proposta da Michele Colombo si avvale dei metodi della bibliografia testuale per stabilire criticamente la lezione, illustrata da un apparato critico e accompagnata da un commento puntuale, incentrato sulle fonti della riflessione linguistica di Buommattei.
Tre diversi ordini di Indici - dei trattati e dei capitoli, dei nomi, delle forme linguistiche - permettono di utilizzare il testo secondo differenti prospettive, trasformandolo in vera e propria opera di consultazione.
L'Introduzione all'edizione critica, che si fonda sia sugli studi più recenti sia su manoscritti inediti, si apre con una ricostruzione della vita di Buommattei, cui segue una bibliografia delle sue editiones principes. Si analizza poi la posizione dell'autore nel quadro della questione della lingua e il suo ruolo quale segretario dell'Accademia della Crusca.
Il terzo capitolo è dedicato al problema delle fonti della riflessione grammaticale buommatteiana.
La Nota al testo ripercorre la storia dell'elaborazione e della stampa della grammatica nel Seicento, e introduce i criteri di edizione e due appendici in cui si tratta il problema delle stampe da cui Buommattei trasse le citazioni di Petrarca e Boccaccio che costellano la grammatica.
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