Alcune considerazioni sullo svapare

Alcuni utenti, contattando la Crusca per posta elettronica, facendo una segnalazione nella sezione Neologismi e attraverso Facebook e Twitter, chiedono lumi sul verbo svapare e sui sostantivi svapatore, svapo e svapata.

Risposta

Alcune considerazioni sullo svapare

Stando alle notizie rintracciabili in rete, alcuni modelli di sigaretta elettronica – molto somiglianti, nell’aspetto, alle sigarette tradizionali – sono stati messi in commercio sin dal 2007, rimanendo però confinati a un mercato ristretto. Tra la fine del 2012 e la prima metà del 2013, complici le molte campagne pubblicitarie sui danni provocati dal fumo, l’ausilio di un deciso rinnovamento estetico dell’oggetto – non più a immagine e somiglianza delle sigarette vere ma con un aspetto più moderno – e una momentanea assenza di regolamentazione del settore, si è assistito, anche in Italia, a un’espansione senza precedenti dell’impiego di un nuovo tipo di sigaretta elettronica, con la contemporanea diffusione di una terminologia specifica. Ed è così che si è iniziato a parlare di svapare, verbo che indicherebbe l’azione di emettere del vapore acqueo – eventualmente aromatizzato – tramite uno strumento costituito da una batteria ricaricabile, un circuito elettrico, un filtro e un vaporizzatore. La sigaretta elettronica, o svapo, dà o dovrebbe dare la sensazione di stare fumando una sigaretta senza, tuttavia, gli effetti collaterali di quest’ultima, non avvenendo combustione. Oltre ai già citati svapare e svapo, si trovano in circolazione il sostantivo svapatore ‘chi fuma la sigaretta elettronica’ e svapata ‘fumata’.

Con la diffusione di questa famiglia di termini, hanno iniziato ad arrivare all’Accademia domande riguardanti la loro l'origine. Vediamo qualche possibile indizio circa la provenienza della terminologia.

In inglese la sigaretta elettronica è chiamata semplicemente electronic cigarette (o e-cigarette), electronic vaping devicepersonal vaporizer (PV) o electronic nicotine delivery system (ENDS); il corrispondente verbo risulta essere to vape, anche se non lo si trova registrato nei principali vocabolari, ma solo nel dizionario dello slang Urban Dictionary, dove viene chiosato così:

To inhale vapor from E-cigarettes. Used because "smoking" an E-cig doesn't apply as there is no smoke only vapor.

ovvero ‘inalare vapore da sigarette elettroniche. Usato perché “fumare” una sigaretta elettronica non è corretto, dal momento che questa non produce fumo, ma solo vapore’.

Alcune ricostruzioni storiche indicano le prime attestazioni in inglese del verbo to vape nel senso di ‘fumare una sigaretta elettronica’ attorno al 2007-2008, anche se già precedentemente veniva usato nell’ambito delle droghe leggere per indicare 'fumare marijuana e derivati'; all’epoca, di conseguenza, ci si interrogava sulla possibilità di trovare un altro verbo, meno connotato negativamente.

L’italiano svapare è un neoconio, registrato tra i neologismi nel vocabolario Treccani in rete assieme a svapata, mentre lo stesso dizionario non registra né svapo né svapatore. Anche se non attestati in altri dizionari, il verbo e suoi correlati appaiono molto diffusi in rete: Google ci restituisce, in ricerche limitate a contesti italiani, 88.700 risultati per svapare, 280.000 per svapo, 14.100 per svapata e 32.800 per svapatore. Non dimentichiamo le versioni meno diffuse, ma attestate in Google, svappare e svappata.

Le attestazioni sui quotidiani sono poche, e molto recenti. Nell’archivio del Corriere troviamo 4 occorrenze di svapare, la prima risalente al 4 aprile 2013 e una di “svaporare” usato nello stesso senso; svapo compare 2 volte, la prima il 4 gennaio 2013, e nello stesso articolo compare anche svaporatoresvapatore ha 3 attestazioni, la prima del 24 novembre 2012svapata ha una sola occorrenza, il 16 aprile 2013.

Nell’archivio di Repubblica i ritrovamenti non sono troppo difformi: svapare compare 17 volte, la prima volta il 6 dicembre 2012svapo 7 volte, la prima il 26 aprile 2013svapatore 4 volte, la prima il 22 aprile 2013svapata non compare nemmeno una volta.

L’esigenza da cui nasce il verbo svapare è la stessa su cui ci si interrogava in inglese: sottolineare che sarebbe incongruente fumare una sigaretta elettronica, dal momento che questa genera solo vapore, non fumo.

Per Treccani, la spiegazione dell’etimo del verbo è la seguente:

Derivato dal s. m. vapore con l'aggiunta simultanea del prefisso s- e del suffisso -are.

Volendo, potremmo anche spingerci a dire che quella s- all’inizio del verbo rappresenti un richiamo a sigaretta; d’altra parte, si rintracciano anche gli echi del citato corrispondente inglese to vape; altri potrebbero pensare a una derivazione dal già esistente verbo italiano svaporare. Ma allora perché non usare proprio svaporare?

Premesso che, in questo uso specifico, i due verbi svaporare svapare sembrano convivere in maniera abbastanza pacifica (come si è visto, isolatamente svaporare è usato anche con questo nuovo valore, così come svaporatore), va ricordato che svaporare ha già molti altri significati, tra i quali ‘perdere le qualità essenziali e soprattutto l'aroma, il sapore e la gradazione alcolica’, ‘evaporare’, figurativamente, di immagine, ‘svanire a poco a poco, dissolversi progressivamente’ e ancora figurativamente, di sentimenti, ‘diminuire d'intensità; venir meno, svanire’ (GRADIT). Nel complesso, svaporare ha un senso lievemente negativo, e anche questo forse ha contribuito a creare un verbo totalmente nuovo. Ma, a parte questi richiami, non abbiamo notizie più certe riguardo all’origine del verbo.

In realtà, una possibilità per spiegare in parte la diffusione di questa famiglia terminologica sta in alcuni termini, di uso relativamente circoscritto nei decenni passati, e che hanno lasciato traccia o nei dizionari dell’uso o in quelli del gergo giovanile. Tra queste parole citiamo svapora (pronuncia /zvàpora/) per ‘sigaretta’, registrato in Ambrogio-Casalegno, Scrostati gaggio! Dizionario storico dei linguaggi giovanili, 2004, Torino, UTET, con un esempio tratto da Federico Moccia, Tre metri sopra il cielo (1991):

“Ciao Martinelli. Offrici due svapore, va’.” Martinelli tira fuori dalla tasca della giacca un pacchetto morbido di sigarette poco costose.

Secondo il dizionario citato, la voce deriva dal gergo della malavita, e ulteriori attestazioni si rintracciano in Augusta Forconi, La mala lingua: dizionario dello "slang" italiano. I termini e le espressioni gergali, popolari, colloquiali (1988, Milano, SugarCo) (che in realtà dà la pronuncia /zvapóra/, specificando sempre l’origine malavitosa e il passaggio al linguaggio giovanile) e in Ernesto Ferrero, I gerghi della malavita dal Cinquecento a oggi (1972, Milano, Mondadori) (qui come /zvapòra/, invece, e rimando a un’altra serie di termini che vedremo nel prosieguo). Il GRADIT riporta svapora (pronuncia /zvapóra/) come sostantivo gergale sempre per ‘sigaretta’; come origine, ancora una volta, viene dato il verbo svaporare, e come datazione “avanti 1999”. La variante svaporella (assieme a sfumella) è registrata anche nella Slangopedia dell’Espresso.

Ancora con l’ausilio dei tre dizionari gergali e del GRADIT scopriamo anche l’esistenza dei termini svampa svamposa per ‘sigaretta’, indicato unanimemente come di origine centromeridionale o, più precisamente, romanesco gergale (GRADIT), e svampare per ‘fumare’ (anche questo, verbo con più significati, specificamente proprio del romanesco nel senso che ci interessa per questa trattazione).

Possiamo ipotizzare che la necessità di distinguere il fumare dal “fumare una sigaretta elettronica”, la scomodità di usare un’espressione descrittiva come “sto fumando una sigaretta elettronica”, l’influsso dell’agile verbo inglese to vape e l’esistenza di termini similari precedenti, usati a livello gergale per l’atto di fumare una sigaretta e della sigaretta in sé, abbiamo insieme concorso alla diffusione di svapare accanto al più “scontato” e meno specializzato svaporare (la ricerca di svaporare sigaretta elettronica in Google ci restituisce comunque 3.780 risultati). Adesso rimane da vedere se il verbo attecchirà, considerato anche che il fenomeno delle “svapo” sembra già in contrazione: nell’estate del 2013 si è iniziato a regolamentare il settore con nuove leggi, e, in particolare, le svapo sarebbero state equiparate alle sigarette tradizionali, gravate, quindi, dalla stessa tassazione. Questo ha portato all’immediata chiusura di molti negozi di articoli per svapatori, e sussiste il concreto rischio che tutto il settore... svàpori (o svapóri) senza lasciare traccia: cfr. gli articoli sul Corriere e Repubblica, entrambi di ottobre 2013.

 

                   

 

A cura di Vera Gheno
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

 

 

 

21 ottobre 2013


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