Lilia Bottigli di Livorno ci chiede che cosa significhi e da dove provenga il modo di dire toscano, usato soprattutto in interazioni con bambini, un chicchirillò legato al, col filo.
Un chicchirillò legato col filo
L'espressione un chicchirillò legato col filo o appeso a un filo (mutato anche in chicchirillò col fischio) risulta ancora viva perfino nel mondo degli internauti, purché di origine toscana. Non è facile dedurre il significato proprio dell'espressione, ma sembra si possa riferire a 'qualcosa di poco valore, che serve a distrarre l'attenzione, ma sostanzialmente inutile' (per esempio un "navigatore" di Cecina scrive: "vendo aria fritta e chicchirillò appesi a un filo!"). In realtà si tratta di un modo piuttosto antico tanto è vero che la forma chicchirillò è registrata già dalla seconda edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1623) con la definizione "Forse un di questi gallettini di refe, o di simil materia, fatto da monache, che si danno in mano a' bambini, perch'e' si trastullino, detto forse così dal chicchirichì, canto del galletto [...] e noi diciamo per una baia, un chicchirillò legato col filo". Nella quinta edizione (1863-1923) la definizione è diversa: "Voce scherzevole e fanciullesca usata a denotare Ciambella o altra cosa gustosa da mangiare, che si attacca a un filo legato a una canna o mazza che brandisca ['che vibri'], allettando i fanciulli ad acchiapparla". Con lo stesso valore è registrato come uso antico dal GDLI che lo confronta col lucchese chicchirillò 'ciuffo [di capelli] molto rilevato in punta' attestato dal Vocabolario lucchese di I. Nieri (Lucca, Giusti 1901), per cui lo stesso Nieri suppone la derivazione dal valore fiorentino di 'ciambella' per la forma rotonda del ciuffo. Non è da escludersi però, vista anche la descrizione della seconda edizione del Vocabolario della Crusca ricordata più sopra, che il rapporto di derivazione sia diverso: dal significato di 'galletto' (e 'cresta di galletto' e quindi anche di 'ciuffo di capelli'), attraverso l'uso di legare un pupazzo di tal forma a un filo, a 'ciambella' quando il "gallettino di refe" è stato sostituito con questo dolce.
A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
Piazza delle lingue: Lingua e saperi
22 maggio 2009
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