Alcuni lettori ci chiedono quale sia il sostantivo derivato dal verbo tramandare; in particolare uno di loro segnala l’uso di tramandazione sia in luogo del raro tramandamento, sia come sinonimo di tradizione.
Per formare nomi d’azione, o nomi astratti deverbali, i suffissi impiegati più spesso in italiano sono sicuramente -mento e -(z)ione. Entrambi presentano un alto valore di numerosità, nel senso che danno luogo a molti derivati, e di frequenza, cioè ricorrono ampiamente nei testi. Tuttavia, benché entrambi siano di ampia disponibilità, hanno un profilo diverso. Mentre il suffisso -mento, ancorché di origine latina, si è ampiamente diffuso in epoca romanza, il suffisso -(z)ione era già molto frequente in latino, dal quale si sono travasati in italiano tipi come adozione, scansione, trasmissione, ecc., che contribuiscono in maniera massiccia a incrementare la numerosità e la frequenza dei derivati in -(z)ione rispetto a quelli in -mento. In effetti l’etichetta -(z)ione comprende vari tipi allomorfici che risultano proprio da quest’origine latina, mentre i derivati con il suffisso -mento sono per lo più trasparenti. Anche grazie a questo consistente bacino di latinismi, il suffisso -(z)ione risulta essere tra i più frequenti in assoluto in italiano (si veda per una valutazione della frequenza dei procedimenti di formazione delle parole Livio Gaeta e Davide Ricca, Aspetti quantitativi della produttività morfologica, in Tullio De Mauro e Isabella Chiari (a cura di), Parole e numeri: analisi quantitative dei fatti di lingua, Roma, Aracne, 2005, pp. 107-124). Spesso i due suffissi rivali danno luogo a coppie di derivati dalla stessa base verbale: adeguamento / adeguazione, collocamento / collocazione, ecc. Inoltre, è riscontrabile una serie di differenze rispetto al comportamento morfologico dei due suffissi, per cui si combinano preferibilmente con alcuni prefissi o alcuni suffissi specifici, con differenti tipi di basi verbali, ecc. (si veda Livio Gaeta, Nomi d’azione, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 314-351: pp. 323-334 per un’indagine accurata). In genere, il suffisso -(z)ione si combina preferibilmente con basi verbali dotte o appartenenti a registri specialistici come abdicazione, volturazione, ecc., anche se non mancano casi di derivati in -mento in registri specialistici come calmieramento, siluramento, ecc. Nel caso oggetto del quesito, come opportunamente rilevato nella domanda di un lettore, nella tradizione lessicografica si incontra il solo derivato tramandamento, che è presente già in fonti seicentesche come testimonia il GDLI. Tuttavia, la forma tramandazione, di basso uso e di registro specialistico, si iscrive tra le possibilità alternative a tramandamento, che è comunque anch’esso un derivato di basso uso oltre che appartenente a registri specialistici: il GDLI (che non registra tramandazione) fornisce un esempio di tramandamento da un saggio di Gianni Vattimo. D’altronde in Internet non è difficile reperire occorrenze di tramandazione, come in quest’esempio tratto da un disegno di legge a firma del senatore Ivan Scalfarotto depositato negli atti del Senato il 22/3/2023: “con lo scopo di garantire la conservazione e la tramandazione nel tempo” (Legislatura XIX - Disegno di legge n. 609). Semmai, qualche difficoltà nella sua diffusione può essere costituita dal fatto che la base verbale priva del prefisso dà adito al solo mandamento, mentre *mandazione appare del tutto inaccettabile. D’altronde, non necessariamente questo fattore influenza la selezione di un suffisso rispetto a un altro. Ad esempio, osserviamo la presenza di deportazione in assenza in *deportamento, laddove la base verbale priva di prefisso dà luogo a portamento e non a *portazione, che pure è attestato in italiano antico come mostra il GDLI.
Bisogna aggiungere, infine, che l’uso di tramandamento può essere favorito dal fatto che il suffisso -mento è selezionato in genere da basi verbali formate con il prefisso tra-: traballamento, tracollamento, trafugamento, trasalimento, ecc. Tuttavia, non mancano derivati con l’altro suffisso come traforazione, tramutazione, trascrizione, e soprattutto il prefisso è del tutto improduttivo come osserva Iacobini (Claudio Iacobini, Prefissazione, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 97-163: p. 132). In conclusione, tramandazione ha ampie possibilità di servire come nome d’azione in concorrenza con il più antico tramandamento. Sarà interessante verificarne l’uso che ne faranno i parlanti per individuare l’insorgenza di eventuali differenze di significato tra i due nomi d’azione concorrenti.
Livio Gaeta
29 luglio 2024
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