Alcuni lettori ci hanno scritto chiedendo chiarimenti sulla reggenza di decidersi: uno di loro, con il titolo “Correttezza linguistica e verbo”, ci sottopone la frase “Per questo motivo mi sono deciso di iniziare un programma di allenamento”; un altro domanda se sia “corretto” dire mi sono deciso di oppure mi sono deciso a; infine un terzo lettore vuole verificare la “correttezza” di decidersi per… (es: “mi sono deciso per questa opzione”) perché in Germania, da dove scrive, qualcuno ritiene la costruzione un calco del tedesco sich entscheiden für.
Il primo quesito contiene la richiesta di giudicare la correttezza della costruzione verbale. Se in aggiunta lo si volesse interpretare come implicita richiesta di valutare sul piano del contenuto l'intenzione manifestata, si potrebbe formulare la seguente riflessione. Il proposito di avviare un programma di allenamento linguistico focalizzato sui verbi appare oltremodo ragionevole, considerando la loro centralità nella stragrande maggioranza di enunciati prodotti giornalmente. Uno strumento utile a tal fine è il Sabatini-Coletti che nei suoi articoli lessicografici integra semantica e grammatica: “la definizione dei diversi significati dei verbi è strettamente connessa all’analisi della loro costruzione sintattica, descritta secondo “il modello valenziale”, ormai largamente adottato nella didattica moderna” (Presentazione, p. 7).
1. La parola chiave ricorrente nei quesiti qui in esame, e con costanza generale in quelli inviati al Servizio di Consulenza linguistica della Crusca, è “corretto”. Molte persone sono infatti particolarmente sensibili a questioni di correttezza linguistica, non da ultimo per il forte fattore di identificazione che la lingua rappresenta. A tale criterio va però aggiunto quello dell’adeguatezza riguardo alle norme che regolano la comunicazione linguistica. Per questo motivo i quesiti vanno affrontati considerando, accanto ai dati lessicografici, anche attestazioni d’uso della parola o della costruzione. Attinte da fonti primarie, esse possono servire come rettifica o precisazione di asserzioni talora troppo generiche.
2. Una rettifica s’impone, per esempio, quando un dizionario dà soltanto una delle varie costruzioni possibili, inducendo in tal modo l’utente a dedurne che le altre non siano corrette. Così, ad esempio, il Vocabolario Treccani a proposito di decidersi indica solo decidersi + a: “indursi a fare una cosa, prendere una risoluzione: ci siamo decisi a vendere l’appartamento; non riesco ancora a decidermi a cominciare il lavoro”. In questo caso sono gli altri dizionari a fornire l’integrazione necessaria: tutti, oltre a decidersi + a, danno anche decidersi + per, cfr. ad es. si è decisa per gli studi letterari (GRADIT).
3. Nel caso di decidersi si pongono pertanto tre quesiti. Assodato che decidersi + per è considerato usuale dalla stragrande maggioranza dei dizionari contemporanei, bisogna chiedersi in quali tipi di contesti la costruzione è ricorrente. In secondo luogo, va verificato se nell’uso è attestato anche decidersi + a con complemento preposizionale, e qualora l’esito risulti positivo, se quest’ultima costruzione si differenzia semanticamente da decidersi + per. Infine, va appurato se, accanto a decidersi + a con complemento infinitivo, esista davvero decidersi + di con la stessa funzione sintattica, ma, eventualmente, con valore semantico o stilistico distinto.
4. decidersi + per
La costruzione risulta ampiamente attestata nei corpora consultati, cfr. ad es.:
Da ciò segue stasi, incapacità di decidersi per l’una o l'altra opzione (“Limes”, 29/12/2022);
“Con il termine ‘scenico’ James indica almeno quattro distinti aspetti della costruzione del romanzo e, fino alla fine, non riesce a decidersi per uno in particolare, con conseguenti effetti di ambiguità e di sovrapposizione” (“L’Indice”, 1998/6);
Konchalovskiy ha narrato tre modi diversi di accettare il male o di decidersi per il bene (“Psicologia Contemporanea”, 30/4/2018);
Il punto essenziale, per la multinazionale, è costruire nei prossimi giorni una ipotesi di accordo che possa soddisfare tutte le controparti oppure stabilire che non ci sono più margini e che dunque occorre decidersi per una uscita definitiva (“Il Sole-24 Ore”, 19/11/2019);
Prima di decidersi per «cherchent», Rousseau ha scritto «veulent» (“MicroMega”, 1999/4).
Le attestazioni e l’esempio lessicografico citato al par. 2 suggeriscono che la costruzione è usata in contesti in cui la decisione riguarda la scelta tra opzioni, generalmente di numero ristretto, note nella situazione comunicativa oppure presupposte come presenti nell’universo mentale del soggetto. La preposizione per svolge in questi casi la sua funzione genuina di introdurre l’obiettivo, reale o potenziale, dell’azione mentale. La costruzione è ben attestata anche in opere letterarie del Novecento, cfr. ad es.:
Incapace di difendere ogni propria naturalezza, non osa trascinar sul ponte la sua gonna di raso, né fermarsi, né parlare, né decidersi per il tipo di riserbo che si addice a una donna della sua età, a tutti sconosciuta (Anna Banti, Artemisia, Firenze, Sansoni, 1947, p. 137);
La mente dell’Ivo girò per un attimo su quelle domande senza decidersi per nessuna: “e se invece temendo che lui ripetesse i suoi ricatti stavan preparandogli un trucco, un ignobile trucco per farlo ricadere nella loro rete?” pensò ad un certo punto (Giuseppe Testori, Il ponte della Ghisolfa, Milano, Feltrinelli, 1959, p. 181);
Non lo sapeva, e non sapeva decidersi per l’una o l’altra soluzione (Carlo Sgorlon, L’armata dei fiumi perduti, Milano, CDE, 1985, p. 227).
Ma anche in autori più lontani nel tempo, come documenta il GDLI:
Consola mia moglie. Esortala a decidersi per Roma, e a far valere colà le sue amicizie. Io non vorrei avvilirmi colle preghiere. (Vincenzo Monti, Iliade tradotta, 1810l, II, v. 71)
Un calco sintattico sul tedesco sich entscheiden für può essere pertanto escluso.
5. decidersi + a con complemento preposizionale
La costruzione è meno frequente di decidersi + per, ma risulta ben documentata nei corpora consultati, a cominciare da testi letterari del Novecento, cfr. ad es.:
Le montagne erano emerse dall’ombra, il sole le colpiva di sbieco, mentre la valle sembrava essersi assopita, come il malato d’insonnia che aspetta la compagnia del sole o il fruscìo della scopa dello spazzino sul selciato, prima di decidersi al riposo (Ennio Flaiano, Tempo di uccidere, Milano, Longanesi, 1947, p. 377);
Per rispondere alla domanda le bastò capovolgerla e quindi decidersi al rossetto, a rifarsi le unghie, a pettinarsi con una cura maggiore, a umettarsi di profumo il petto e le orecchie (Vasco Pratolini, Un eroe del nostro tempo, Milano, Mondadori, 1949, p. 25);
“Dovete scusarla... è pazza, in questi giorni proprio non ci si combatte...” “Allora vogliamo andare?” disse l’Elvira a Giovanni, come se avesse atteso queste parole per decidersi al commiato (Alberto Moravia, I racconti, Milano, Bompiani, 1952, p. 558).
Decidersi + a indica una risoluzione volta a compiere un’azione che cambia la condizione del soggetto. Così, nel caso dell’esempio lessicografico decidersi al matrimonio (Devoto-Oli), si tratta di una decisione presa tipicamente dopo un periodo di tentennamenti, cfr. ad es.:
Entrambi non si sono ancora decisi al matrimonio. (Il Farinotti 2017, Dizionario di tutti i film, Roma, Newton Compton, 2016, p. 325)
Questa ricca fanciulla aveva dovuto decidersi al matrimonio, come un dovere, non essendo conveniente rimanere oltre zitella a ventiquattro anni suonati, dopo avere storta la bocca a qualche dozzina di aspiranti. (Aldo Palazzeschi, Alla morte non si sfugge, in Tutti i romanzi, Milano, Mondadori, 2004 [ed. orig. 1921], p. 577).
Decidersi per il matrimonio, invece, enuncia una decisione mirata primariamente all’opzione di una fra le possibili relazioni giuridiche di coppia, cfr. ad es.:
Come aiutare chi vive nelle convivenze a decidersi per il matrimonio? (“Avvenire”, 9/12/2014)
Decidersi + a ricorre talvolta in testi non letterari in cui non è ravvisabile una differenziazione semantica rispetto a decidersi + per, cfr. ad es.:
Decidersi a questa nuova sfida per Bosso non è stato facile (“Corriere della Sera”, 1/12/2019);
Prima di decidersi all’acquisto di un apparecchio fai-da-te è bene conoscere quali sono i principali prodotti sul mercato, come funzionano in linea di massima, quali sono i vantaggi e gli eventuali inconvenienti (“Il Sole 24 Ore”, 2/6/2008);
Nel nostro Paese, se si contano 60 persone affette da stati fisici terminali che nel 2017 si sono decise all’ultimo viaggio, si è a conoscenza di un solo caso di una paziente depressa che ha fatto ricorso al suicidio assistito (“Psicologia contemporanea”, 10/9/2019).
In questi casi la costruzione è solamente marcata in chiave stilistica come rara.
6. Il complemento preposizionale o infinitivo di decidersi può essere omesso, quando nella situazione comunicativa è sottinteso: non c’è tempo da perdere: decidiamoci (Sabatini-Coletti).
7. decidersi con complemento preposizionale introdotto da su e tra
Nell’uso si rivelano ricorrenti anche le preposizioni su, cfr. ad es.:
Non si sono ancora decisi sul corso di azione (Fernando Picchi, Grande dizionario d’inglese, Milano, Hoepli, 2002², s.v. decidersi);
Già il latino conosceva bibosus ed Ernout, che non sa decidersi su desiderosus e clamosus […] (“Archivio glottologico italiano”, 86/1 (2001), p. 19);
Infine, c’è Marie: Marie che non si vuole bene, che non si sente bella, che non sa decidersi neppure su un taglio di capelli (“Il Domenicale”, 15/6/2003);
nonché tra, cfr. ad es.:
A parte quelli freschi (nodini, burrata, stracciatella, crema di ricotta di pecora con vin cotto, caprini al latte crudo aromatizzati al timo ed erba cipollina e semi di papavero), è arduo decidersi tra caciocavallo podolico stagionato sette mesi, provolone stagionato in grotta o nelle vinacce di aglianico, nel fieno o nelle foglie di noce (“Il Domenicale”, 30/10/2005);
La Modena, equipaggiata con Nettuno, il rivoluzionario motore sei cilindri a V da 3.0 litri, un Twin Turbo benzina da 490 cavalli, è la soluzione per chi non vuole decidersi tra una comoda berlina di lusso e una grintosa coupé sportiva a quattro posti (“Corriere della Sera”, 11/1/ 2023);
“Cani neri” non è un capolavoro: è troppo diseguale, non possiede la claustrofobica esattezza del “Giardino di cemento” né la meticolosità affabile di “Lettera a Berlino”, non sa decidersi fra circolarità e linearità, fra narrazione e apologo (“L’Indice”, 1993/8).
Decidersi + su puntualizza l’oggetto o l’ambito della risoluzione, decidersi + tra menziona esplicitamente le opzioni oggetto della scelta.
8. decidersi con proposizione infinitiva
Come ben documentato dai dizionari, la costruzione usuale è decidersi + a, cfr. finalmente si è deciso a fare qualcosa (GRADIT); mi sono deciso a cambiar casa (Zingarelli); deciditi a scrivere quel libro (Sabatini-Coletti); ci siamo decisi a comprare l’auto (Devoto-Oli).
Quanto a decidersi con proposizione infinitiva introdotta dalla preposizione di, sulla cui correttezza verte una domanda, le attestazioni raccolte sono sporadiche, circoscritte a testi non letterari, cfr.
Laureato in economia, dopo uno stage a Wall Street è tornato in Italia dove ha lavorato in Banca Manusardi, Mediobanca, Giubergia Warburg fino a decidersi di fare un salto, comune nel mondo anglosassone ma singolare da noi (“Corriere della Sera”, 10/5/2019);
Sia le quotazioni della Cadbury sia quelle della Hershey sono salite del 5%. Ma nessuno esclude che alla luce della debolezza del dollaro, possano decidersi di farsi sotto anche altri protagonisti europei del settore, e, chissà, qualcuno potrebbe anche essere italiano (“Il Sole-24 Ore”, 4/5/2008);
“Dopo due anni, con 100 parlamentari di maggioranza, le chiacchiere stanno a zero. I problemi sono ancora lì sul tavolo e non sono risolti, per cui quando vorrà decidersi di passare dalle manifestazioni ai fatti saremo tutti contenti” (“Il Sole-24 Ore”, 21/3/2010).
L’occasionale produzione di decidersi + di è probabilmente influenzata dalla frequente costruzione decidere di: si veda in particolare l’impersonale passivo (si è deciso di ritirare la proposta non si distingue da ([Pietro] si è deciso di ritirare la proposta). Ma mentre decidere + a, costruzione di basso uso, si differenzia semanticamente da decidere + di, in quanto l’infinito rimanda al complemento oggetto di decidere, cfr. l’ho deciso a venire: ‘(io) ho convinto (lui) a venire’ vs. ho deciso di venire: ‘(io) ho stabilito che (io) verrò’, le sporadiche attestazioni di decidersi + di non evidenziano alcuna differenziazione semantica rispetto a decidersi + a.
In conclusione, decidersi + di è inusuale e ciò trova una giustificazione nell’assenza di una sua specifica funzione semantica o stilistica.
Giovanni Rovere
3 aprile 2024
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