Ci giungono alcune domande sull’origine e sull’accettabilità della forma verbale eccelgono, impiegata talvolta in luogo di ‘eccellono’, o di casi avvicinabili come espulgere, espulgono per ‘espellere, espellono’.
La questione ha evidenti punti di contatto con quella già affrontata in questa stessa sede a proposito di sepolgere, sepolgono per ‘seppellire, seppelliscono’. Si tratta sempre di usi rari e screditati, reperibili occasionalmente soprattutto in testi poco sorvegliati del web, dove peraltro provocano critiche e ironie nei confronti di chi li diffonde.
Alla base di tutte queste forme c’è uno dei principi che guidano il mutamento linguistico: il principio dell’analogia, cioè la forza attrattiva che forme più regolari o più comuni esercitano su altre di aspetto simile. L’innovazione di tipo analogico si produce facilmente nel dominio della coniugazione verbale, dove i rapporti tra le forme dei paradigmi flessivi sono molto forti ed evidenti: tanto che le deviazioni dagli schemi ordinari sono incidenti del tutto inattesi per il bambino che impara a parlare, e non si aspetta di essere corretto quando dice rimano per ‘rimango’ o nasciuto per ‘nato’.
Si deve appunto all’analogia se l’antica forma in -a della prima persona dell’imperfetto indicativo (io amava, dal latino amabam) è stata sostituita da -o, sul modello del presente indicativo: io amavo / egli amava è diventata così una coppia perfettamente simmetrica a io amo / egli ama. Accogliendo sistematicamente l’imperfetto in -o nei Promessi Sposi, Manzoni ha dato un contributo importante alla sua affermazione successiva sulla concorrente letteraria in -a.
Venendo alle forme eccelgono, espulgere, espulgono, la prima e fondamentale ragione della loro genesi sarà da ricercare nella frequenza relativamente scarsa dei verbi espellere e eccellere, da cui può derivare anche, in usi frettolosi o in parlanti inesperti, la tendenza a confondere le loro uscite con quelle della classe abbastanza numerosa dei verbi in -go: di qui eccelgono, espulgere, espulgono, come scelgono, volgere, volgono; o come valgono, indulgere, indulgono, e così via.
In espulgere, espulgono si osserva inoltre un chiaro riflesso del participio passato espulso, come pure delle forme del passato remoto espulsi, espulse, espulsero, queste ultime peraltro poco presenti nella pratica comune della lingua. Anche lo sviluppo di eccelgono sembra collegabile in qualche misura al participio passato eccelso, data la relazione di corrispondenza tra eccelgono-eccelso e coppie come valgono-valso, spargono-sparso, immergono-immerso.
I procedimenti dell’analogia possono spiegare la comparsa di forme del genere, ma naturalmente non certificano affatto la loro qualità sociolinguistica, che allo stato attuale risulta molto bassa.
23 novembre 2018
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