Parliamo di costosità: costi quel che costi

Alcuni lettori ci domandano se sia lecito adoperare la parola costosità, dal momento che il sostantivo non figura in nessuno dei principali dizionari contemporanei.

Risposta

Dal punto di vista grammaticale, costosità si inserisce nella categoria dei sostantivi femminili astratti deaggettivali, in quanto derivato dall'aggettivo costoso con l'aggiunta del suffisso ‑ità (secondo i regolari processi derivazionali dell'italiano). Non deve stupire una simile formazione se consideriamo la casistica dei nomi di qualità sul piano della morfologia lessicale: da un lato, sappiamo che “il suffisso più produttivo per formare nomi esprimenti la qualità indicata dall'aggettivo base è ‑ità” (Iacobini-Thornton 2016, p. 213); dall’altro, come si apprende dalle grammatiche e dai manuali di linguistica italiana, è ben testimoniato che gli aggettivi in ‑oso danno vita a nomi femminili astratti in ‑ità con grande frequenza e abbondanza. Del resto, questa tendenza può essere comprovata quantitativamente grazie alle edizioni digitali di alcuni vocabolari che consentono ricerche avanzate: sia nello Zingarelli 2022 (fra lemmi e sottolemmi) sia nel GRADIT risultano oltre 300 voci uscenti in ‑(os)ità derivate da un aggettivo in ‑oso (es. briosità < brioso, contagiosità < contagioso, granulosità < granuloso, nuvolosità < nuvoloso, puntigliosità < puntiglioso, sfarzosità < sfarzoso, vistosità < vistoso); analoghi i risultati nel Devoto-Oli 2022, dove i lemmi in ‑(os)ità formati con basi aggettivali in ‑oso ammontano a circa 200. È emerso, inoltre, un dato interessante sull'incessante produttività del suffisso ‑ità anche in rapporto alla datazione dei sostantivi in ‑(os)ità: quasi metà delle voci registrate non è di vecchio conio, giacché le date di prima attestazione si collocano fra Otto e Novecento. A queste si accoda anche costosità, la cui prima attestazione – ricavata da una ricerca su Google libri – risale al primo decennio dell'Ottocento (avvertiamo che i segni paragrafematici sono mantenuti come nell'originale):

La repubblica romana durò troppo lungamente dopo sè stessa, per non trovarsi esposta al pericolo e al danno d'una immensa grandezza alimentata dalla preda e dal tributo [...]. Fu allora che non si trovò vacuo che bastasse alla gloria de' fasti militari, ne' corniciame che non fosse triturato da intagli per superare, se non la bellezza, almeno la costosità delle opere anteriori. (Discorso del Professore Sig. Giuseppe Zanoja, in Discorsi letti nella grande aula del Palazzo Reale delle Scienze e delle Arti in Milano, in occasione della solenne distribuzione de' premj della R. Accademia delle Belle Arti, fattasi da S. E. il Sig. Conte Ministro dell'Interno il giorno 11 agosto 1812, Milano, Dalla Stamperia Reale, 1812, p. 11)

Ribadiamo, dunque, che costosità è morfologicamente corretto; ciò nonostante, non tutte le parole di una lingua trovano spazio nei dizionari, benché radicate nell'uso; a onor del vero costosità, dal punto di vista lessicografico, costituisce un caso un po’ anomalo. La voce, infatti, è attestata soltanto nel De Felice-Duro (1974), corredata di definizione ed esempio: “costo elevato, eccessivo: in quell'albergo, per la sua c[ostosità], non ci andiamo più”. Se è vero, poi, che il termine non è censito da alcun dizionario dell'uso contemporaneo né come lemma né come sottolemma, è altrettanto vero che costosità compare in altri campi del vocabolario: è il caso, ad esempio, del Devoto-Oli, in cui la parola figura sia nell'etimologia di carizia come traducente (“dal lat[ino] mediev[vale] caritiacostosità’”) sia nella definizione di caro ‑ (“primo elemento di composti formati modernamente, col sign[ificato] di ‘costosità, maggior costo’ [...]”). Similmente si verifica nel Vocabolario Treccani dei Sinonimi e Contrari (2003), in cui costosità non è posto a esponente, ma è registrato come contrario di economicità (accanto a dispendiosità e sconvenienza), come pure nei Sinonimi e contrari di Giuseppe Pittàno (pubblicato da Zanichelli nel 1987), nel quale costosità è presente sotto la voce preziosità in qualità di sinonimo (assieme a pregio, valore, rarità e unicità). E ancora la presenza di costosità è attestata in vocabolari bilingui o multilingui sia in versione online – come WordReference (con attestazioni per le sezioni inglese-italiano e francese-italiano) – sia in versione cartacea – quali ad esempio il Nuovo Ragazzini. Dizionario inglese-italiano, italiano-inglese, edito da Zanichelli nel 1984 (s.v. expensiveness) o il Dizionario giuridico inglese-italiano integrato con il lessico politico di Igino Schraffl, pubblicato nel 2011 da Giuffrè Editore (s.v. costliness).

A proposito del significato, invece, prendendo le mosse dall'unica definizione disponibile, ossia quella di ‘costo elevato, eccessivo’ fornita dal De Felice-Duro, si rende necessaria una puntualizzazione, poiché dai contesti, a un esame più attento, è possibile individuare più di una sfumatura semantica e non un unico valore: costosità, infatti, può assumere il significato più concreto di ‘costo elevato’, ma può anche denotare, con senso più astratto e qualitativo, ‘l’essere costoso’ e, con accezione quantitativa, il ‘grado o livello dell’essere costoso’ (in questi casi il significato può essere “completato” e indirizzato verso una minore o maggiore costosità a seconda del contesto o della presenza di aggettivi, in linea con la natura graduabile della base aggettivale: poco costoso, molto costoso). Vediamo allora alcuni esempi della seconda accezione, ossia ‘l’essere costoso’, dove la parola costosità è accompagnata da aggettivi e diviene quasi sovrapponibile a costo (sulla questione dei sinonimi torneremo più avanti):

Questi requisiti consistono principalmente nell’eguaglianza di trattamento dei litiganti, nel celere esaurimento del giudizio, nella poca costosità della giustizia e nella fiducia che deve ispirare a chi se ne serve. (Il digesto italiano. Enciclopedia metodica e alfabetica di legislazione, dottrina e giurisprudenza, diretta da Luigi Lucchini, Torino, UTET, 1913, vol. XIX, pt. 2, p. 345)

Se poi si tiene conto che non poca parte della produzione a bassa resa viene da terreni collinari e montani, ove l'impiego dei mezzi meccanici soffre spesso di gravi limitazioni, si ha subito l’idea della sua elevata costosità. (Paolo Albertario, L’esodo dei contadini segna una battuta d’arresto, “Corriere della Sera”, 10/11/1965, p. 7)

Ma il suo principale vantaggio ha affermato il fisico Cino Matacotta, autore della scoperta insieme alla ricercatrice Renata Mele non sta tanto nel fatto che transisce a una temperatura superiore, quanto nella minor costosità e maggior facilità di reperimento dei suoi componenti. (Un nuovo superconduttore realizzato dal CNR a Milano, “la Repubblica”, sez. Cronaca, 20/2/1988)

Ora, come ha ampiamente dimostrato la prima parte dell’Euboico, solo l’economia naturale (fondata su caccia, agricoltura e pastorizia) può garantire l’autonomia di vita e anche morale del povero, laddove l’economia della città è di genere opposto, sia per l’estrema costosità di ogni prodotto (a eccezione dell’acqua) necessario per vivere [...]. (Aldo Brancacci, Dione Crisostomo tra Cinismo, Stoicismo e Platone, in Studi su ellenismo e filosofia romana, a cura di Francesca Alesse, Arianna Fermani e Stefano Maso, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2017, p. 113)

Quanto alla terza accezione, ricordiamo che “con basi intensificabili, il nome di qualità può esprimere un’accezione quantitativa” (Claudio Iacobini in Enciclopedia dell’italiano, 2010, s.v. Nomi deaggettivali), tuttavia “questa estensione semantica quantitativa è così generale che diventa quasi impercettibile, come prova il fatto che normalmente non si registra nei dizionari come accezione indipendente” (Franz Rainer, Derivazione nominale deaggettivale, in Grossmann-Rainer, pp. 293-313: p. 294 sg.). Questo si verifica anche per costosità, che può spostarsi sull’accezione quantitativa e indicare il ‘grado dell’essere costoso’ (talvolta parafrasabile con l’espressione “quanto è costoso”):

CONVENIENZA. È l’utilità economica relativa all’attività formativa e dipende dalla costosità, efficienza, redditività ed efficacia; [...]. (Raffaele Caiafa, Le politiche di formazione e sviluppo nella gestione strategica delle risorse umane. Il caso dell’Università della Calabria, Milano, Franco Angeli, 2009, p. 94)

Riguardo invece alla circolazione della parola, se proviamo a individuarne registri o ambiti precisi, risulta inattuabile circoscrivere costosità, visto l’uso talmente consolidato e comune nella lingua italiana: è possibile, infatti, raccogliere con grande facilità un discreto numero di testimonianze che spaziano da testi di economia e di diritto a documenti amministrativi, da saggi e manuali di letteratura e linguistica a opere riguardanti filosofia e storia, arte e urbanistica, fino ad arrivare a riviste specialistiche, quotidiani e, per finire, ai post sui social. Le ricerche in rete, anche numericamente, danno piena conferma di una simile vitalità: per costosità si ottengono 6.560 risultati su Google e 3.130 su Google libri (solo pagine in italiano); a questi vanno per di più aggiunti i risultati che presentano la scorretta grafia costosita’, in cui l’accento finale è sostituito da un apostrofo. Proponiamo dunque, a scopo dimostrativo, una piccola rassegna di esempi, partendo da uno ottocentesco e uno novecentesco, per saggiare l’eterogeneità e la capillarità di tale diffusione e per evidenziare l’ininterrotta fortuna di costosità nel tempo:

Vignati. Mentre i terreni alberati e vitati sono, dove più dove meno, comuni a tutte le provincie, quelli assolutamente vignati si trovano in poche. [...] Questo metodo di coltivazione, per la sua eccessiva costosità, pare che vada restringendosi ancora. (Angelo Galli, Cenni economico-statistici sullo Stato Pontificio con appendice. Discorso sull’Agro romano e sui mezzi di migliorarlo, Nella Tipografia Camerale, Roma, 1840, pp. 162-163)

Inoltre, in considerazione della particolare costosita’ [sic] degli accertamenti sanitari negli USA, le richieste debbono indicare non in maniera generica ma dettagliata gli accertamenti da effettuare o la documentazione occorrente. (INPS, Servizio Rapporti e Convenzioni internazionali, Circolare n. 97 con oggetto: “Accordi italo-statunitensi – Disposizioni operative”, Roma, 30/4/1980)

Se sulla lunga distanza osserviamo la morte di parole legate a istituti, tecniche, cose del passato, come per bonagium «diritto di fissar limita a una proprietà», [...] per troppe altre, come nel latino medievale dapsilitas «generosità» [...] o, stando all’italiano, per aere, boccare, buscatore, carezza «costosità», cetera «chiacchiera, lungaggine» [...] la consueta spiegazione referenzialista non ha basi. (Tullio De Mauro, Dizionarietto delle parole del futuro, Roma-Bari, Laterza, 2006, p. 101)

Lo zafferano allo stato selvatico è endemico nel Mediterraneo, soprattutto nell’area mediorientale, dalla Persia al Marocco. Questo fa sì che per esso non valga la fondamentale condizione della grande distanza come origine della rarità e costosità. (Francesco Antinucci, Spezie. Una storia di scoperte, avidità e lusso, Roma-Bari, Editori Laterza, 2014, p. 56)

Anche relativamente alla diffusione nella prosa giornalistica, a partire dal 1888 fino ad arrivare ai quotidiani online, si contano non poche occorrenze di costosità; dagli archivi delle principali testate, ad esempio, ne risultano 44 sulla “Stampa” (Archivio Storico dal 1867 al 2005), 28 sulla “Repubblica” e 2 sul “Corriere”:

In quanto concerne i tipi che abbiamo adottati e che sugli altri corvi europei primeggiano per costosità, spessor di corazze e calibro ultrapotente di artiglieria, una frase corrente vuole che il mondo universo ce li invidii; [...]. (V. Von Alten, Lo stato dell’armata nazionale, “Gazzetta piemontese”, 24/3/1888, p. 2)

E non si può nemmeno dire ch’essi diano un contributo alla vita di Venezia: qualsiasi bottegaio veneziano vi dirà che non ne ha mai visto uno, ed è anche naturale perché, data la difficoltà e costosità dei trasporti, tutto a Venezia è più caro che a Mestre. (Indro Montanelli, La sconfitta di Venezia, “La Stampa”, 16/12/1973, p. 3)

[...] nel secondo caso si ha una crescita dell’antieconomicità della spesa quindi una relativa alta costosità del sistema [...]. Oggi Monti interpreta la regressività come eccesso di costosità mentre io come sofferenza sociale e costosità. (Ivan Cavicchi, La controriforma della sanità, ilfattoquotidiano.it, sez. “Economia & Lobby”, 10/1/2013)

Ma proprio per la costosità dell’opera, i teatri lirici debbono oggi darsi da fare, non solo con iniziative collaterali o parallele, ma anche mettendo in scena regie poco costose e opere in forma di concerto, purché l’esecuzione musicale, specie quella, determinante, dei cantanti, sia di qualità. (Vittorio Coletti, La lezione dell’Otello: così si salva il Carlo Felice, repubblica.it, sez. “Genova”, 7/1/2014)

Presumibilmente, la severance pay non incide molto sulle assunzioni, tanto più in presenza di bonus contributivi, ma condurrà a una maggiore selezione della forza lavoro, poiché la costosità del licenziamento cresce con l’anzianità di servizio e riguarda in linea di principio tutti i licenziamenti. (Paola Potestio, Jobs Act, le attese della conciliazione, ilsole24ore.com, 16/1/2016)

Scortesia, albagia, freddo, disservizi, costosità (titolo di una recensione su tripadvisor.it, 1/1/2017)

Ma la consapevolezza che l’idrogeno, pur nella costosità di estrazione, sia una fonte potenzialmente inesauribile, essendo l’elemento maggiormente presente sulla Terra anzi nell’Universo, non lo ha mai fatto dimenticare del tutto. (Nicola De Muro, L’idrogeno non c’entra niente con i gas serra. No, in effetti c’entra un tubo, lastampa.it, 4/1/2020)

Riportiamo infine qualche esempio tratto dal mondo del web, in cui la parola si fa spazio fra discussioni su blog e forum, recensioni e post sui social network:

Ciao compagni di strada! Ho un cbr 600 rr del 2004 e appena si aprira’ la nuova stagione mi rimettero’ sulle 2 ruote [...] Visto la costosita’ [sic] dei tagliandi anche quando prevedono il solo cambio olio e filtro ho optato per il "fai da te". (discussione su "Forum moto", motoclub-tingavert.it, 4/2/2011)

Il problema con i ferri di bambù è che, proprio per la sua scarsa costosità, spesso questo materiale viene usato per produrre strumenti di bassa qualità, ruvidi e irregolari, sgradevoli da usare. Ma non è questo il caso (Alice Twain, Tradizionali e moderni, aghi in bambù KnitPro, maglia-uncinetto.it, sez. “Recensioni”, ottobre 2014)

Moltissimi sono quelli che amano il legno come pavimentazione, eppure per questioni ambientali, oppure per tenere contenuti i costi, o anche per ovviare ai limiti dei pavimenti in parquet (delicatezza, deformabilità, sbiadimenti o ingiallimenti, cura notevole della pulizia e nella manutenzione, costosità d’installazione) si potrebbe preferire pavimenti finto parquet [...]. (Pavimento effetto legno: scopri le tipologie, sez. “Guide", 5/2/2018, quotalo.it)

Dopo il Covid le aziende fornitrici hanno fatto fatica a riprendersi; l’indisponibilità o la costosità delle materie prime ha aumentato la difficoltà di produzione. (post di CeramicStore su facebook.com, 3/11/2021)

In conclusione, sarà lecito domandarsi come mai l’uso di costosità abbia attecchito. Verosimilmente, il sostantivo risulta funzionale, efficace e vantaggioso all’interno del paradigma linguistico, laddove possibili concorrenti sinonimici non soddisfino pienamente le esigenze di parlanti e scriventi. Ciò può accadere, ad esempio, con costo – che, col significato principale di ‘prezzo, spesa’, ha un valore pragmatico tale da non renderlo totalmente adatto a esprimere la condizione o la proprietà dell’essere costoso – oppure con dispendiosità – che, oltre a essere riconducibile a un registro più elevato e apparire talvolta inadeguato negli usi tecnico-specialistici, è in parte condizionato dall’uso figurato di dispendioso (‘faticoso’), che può allontanare dispendiosità dall’accezione economica, che è invece fondamentale in costosità.

Nota bibliografica:

  • Iacobini-Thornton 2016: Claudio Iacobini, Anna M. Thornton, Morfologia e formazione delle parole, in Manuale di linguistica italiana, a cura di Sergio Lubello, Berlin/Boston, De Gruyter, 2016.
  • Rainer 1989: Franz Rainer, I nomi di qualità nell’italiano contemporaneo, Wien, Braumüller, 1989.


Barbara Patella

18 novembre 2022


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