Da Napoli e da Roma, da Bologna e da Ferrara, da Milano, da Pavia, da Pordenone e anche da Göteborg ci giunge la stessa domanda.
Qual è il superlativo di sobrio?
Tanti chiedono qual è il superlativo di sobrio, girando anche a noi un dibattito molto vivace su internet. C’è chi suggerisce sobrissimo e chi soberrimo e chi niente. Scartiamo subito soberrimo, che è richiamato da certi superlativi dotti latineggianti, come misero / miserrimo, integro / integerrimo, che, per altro, non escludono in italiano un più normale superlativo con suffisso regolare: aspro / asperrimo / asprissimo, che a volte, anzi, è l’unico ammesso: liberissimo, poverissimo. Ma questi aggettivi avevano in latino un nominativo in -er che spiegava poi la forma speciale del superlativo (e spiega in italiano perché cambi la consonante rispetto al grado zero derivato dall’accusativo: acre / acerrimo). Sobrio non è di questo tipo. Anzi, a guardare la sua base latina si vede che è uno di quegli aggettivi che, avendo una vocale prima della desinenza (sobrius, idoneus), in latino realizzavano (non tutti però) il superlativo solo perifrasticamente con maxime (e il comparativo con magis). Ma questa restrizione non è obbligatoria in italiano, dove è normale idoneissimo, per cui, accanto al correttissimo molto sobrio, preferibile perché più… sobrio, si può, volendo, fare altrettanto correttamente il superlativo sobrissimo.
Vittorio Coletti
20 settembre 2016
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