Sono confidente che l’obiettivo sarà raggiunto! …Ma non si dice fiducioso?

Molti lettori chiedono se l’uso di confidente nell’accezione di “fiducioso” sia corretta nella lingua italiana e anche se questo significato sia un anglismo.

Risposta

Sono confidente che l’obiettivo sarà raggiunto! …Ma non si dice fiducioso?

 

Confidente etimologicamente deriva dal latino confidĕntem, participio presente del verbo confidĕre “confidare, avere fiducia, contare su”. I principali dizionari dell’uso contemporaneo registrano il termine sia come aggettivo, con il significato di “pieno di fiducia, pieno di speranza, sicuro di sé, che ha fiducia in sé stesso” (marcato come letterario nel DISC 2006 e nel Devoto-Oli 2009) e anche con quello di “fiducioso” (giudicato però non comune nel DISC 2006), sia come sostantivo, per indicare “colui che riceve le confidenze di una persona” (che corrisponde a un ruolo preciso nel teatro classico) e di “informatore delle forze dell’ordine, spia”.

Come risulta dal GDLI, che registra quale primo significato quello di "pieno di fiducia, di speranza", confidente come aggettivo è documentalo dal Trecento fino ai nostri giorni senza soluzione di continuità, sia nei significati sopra indicati, sia in quello di ‘che dà fiducia’, ‘sicuro’, ‘affidabile’. Ecco alcuni esempi: “per quella il superbo diventa umile, il pauroso confidente” (Zanobi da Strada, I morali di S. Gregorio Magno papa volgarizzati nel secolo 14 da Zanobi da Strata , XIV sec.); “E messovi buona e confidente guardia”, “e fornitolo di suoi cavalieri e d'uno confidente capitano” (M. Villani, Cronica, 1348‑63); “E ancora dice: io sarò confidente in quello” (volgarizzamento toscano della Bibbia, XIV‑XV sec.); “A volere che uno esercito vinca la giornata, è necessario farlo confidente, in modo che creda dovere in ogni modo vincere” (N. Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, 1513‑1519); “Ogni uomo incontra degli ostacoli per giungere ai fini che si propone; l’uomo confidente e robusto ne supera assai di più, sieno essi fisici sieno essi morali, che non supera il timido, e il troppo circospetto” (P.Verri, Scritti vari, XVIII sec.); “Tempra de' baldi giovani il confidente ingegno” (A. Manzoni, La Pentecoste, 1822); “splendea negli occhi / Quel confidente immaginar” (G. Leopardi, Le ricordanze, inCanti, 1829); “bersaglio di quei parenti ai quali era venuta con animo confidente e cuore affezionato” (F. De Roberto, I Viceré, 1894); “e la strada era facile e confidente sotto i suoi piedi veloci” (A. Banti, Artemisia, 1948); “si sollevò per abbassarsi in un piccolo colpo confidente sul cerchio della ruota” (E. Vittorini, Le donne di Messina, 1949); “nonostante le alterne vicende politiche sino al principato di Cosimo, più confidente e stabile” (C. Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, 1967); “su consiglio di Paride da Ceresara, il più confidente medico e astrologo che sia nella mia corte”(M. Bellonci, Rinascimento privato, 1986); “mosse da se stesso dentro quella stanza che ormai lo avvolgeva confidente” (P. Volponi, La strada per Roma, 1991).

Si deve però notare che nella maggior parte dei casi presenti in letteratura l’aggettivo confidente non è usato nella funzione di predicato nominale (essere confidente) e che il significato che sembra prevalere, soprattutto nei testi più recenti, è quello di “che dà fiducia, affidabile”.

 L’uso dell’aggettivo è rimasto maggiormente circoscritto rispetto a quello del sostantivo e pertanto è molto probabile che nel sentire comune ci sia stata una parziale sovrapposizione di significati. D’altra parte lo stesso verbo confidare ha due diversi valori: quando è usato transitivamente significa “rivelare qualcosa a qualcuno”, mentre quando è usato intransitivamente significa “avere fiducia, sperare in qualcosa o in qualcuno”.

Anche la lingua inglese mostra una differenziazione di significati tra aggettivo e sostantivo, ma a questa corrisponde una differenziazione formale che consente di evitare ambiguità semantiche: l’aggettivo confident significa “sicuro, fiducioso”, mentre i sostantivi confidant (m.)/confidante (f.) indicano persone con cui si ha familiarità, con le quali ci si confida. Il sostantivo confidence ha sia l’accezione di “fiducia” sia quella di “confidenza”.

Non c’è dubbio che l’influsso inglese e il modello di confident abbia rilanciato ed esteso l’uso aggettivale di confidente in italiano, analogamente a quanto è avvenuto per approcciare e approccio (v. la risposta di Edoardo Lombardi Vallauri in questo stesso sito).

In conclusione, si può senz’altro dire che l’aggettivo confidente appartiene alla storia dell’italiano, ma, diversamente dal sostantivo, che ha avuto una ben più larga diffusione, è stato prerogativa quasi esclusiva del linguaggio letterario. Ora però l’influsso dell’inglese lo sta diffondendo anche nel linguaggio comune, nel significato di “fiducioso” e soprattutto nella funzione di predicato nominale (“essere confidente”, nel senso di ‘confidare’, ‘essere fiducioso’), che non è molto documentata nella storia dell’italiano e che quindi suscita delle perplessità in molti. Ma non si può certo parlare di errore.

 

Laura Eliseo

20 gennaio 2017


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