Sulla scorta delle richieste di alcuni utenti riproponiamo qui una risposta data da Francesco Sabatini sul nostro periodico La Crusca per Voi (n° 29, pp. 8-9), sul motivo per cui il verbo venire è utilizzato come ausiliare solo nei tempi semplici e non in quelli composti.
Sul motivo per cui il verbo venire
è utilizzato come ausiliare
solo nei tempi semplici e non in quelli composti
«Marina Hubacech domanda perché il verbo venire è usato come ausiliare solo nei tempi semplici e non in quelli composti.
Premettiamo che il verbo venire si usa per esprimere chiaramente la costruzione passiva quando il participio passato del verbo portante ha anche valore di aggettivo e quindi con l'uso di essere il significato passivo non risulterebbe evidente: dicendo "il vetro è pulito", "la porta era aperta", indichiamo normalmente condizioni in atto (con il verbo essere in funzione di copula, seguito da un aggettivo) e non descriviamo, in forma passiva, azioni compiute da qualcuno. Con altri participi passati invece il rischio non c'è: "Paolo è amato", "l'annuncio era diramato" sono sentiti come passivi. Nei casi ambigui, per esprimere il passivo si ricorre perciò al verbo venire: "il vetro viene pulito (da ...)", "la porta veniva aperta (da ...)". Tale impiego di venire è limitato ai tempi semplici (soprattutto presente e imperfetto dell'indicativo e del congiuntivo: viene, veniva, venga, venisse, e condizionale verrebbe, per fare esempi solo di terza persona singolare; si aggiunga il gerundio venendo; meno necessario l'uso di verrà per sarà e di venne per fu) perché l'ambiguità sussiste solo per questi tempi. Quando, invece, nella costruzione entra il participio stato tutto è chiaro: "il vetro è stato pulito", "la porta era stata aperta".
Si noti un uso speculare. Quando si vuole esprimere più nettamente l'idea di una condizione in atto e durevole, ed evitare invece l'eventuale interpretazione del costrutto come passivo, si sostituisce essere con restare o permanere: in tal caso è meglio dire "la porta resterà aperta" invece di "la porta sarà aperta".»
6 maggio 2005
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
Avvisiamo gli studiosi che l'Accademia resterà chiusa venerdì 3 giugno.
Avvisiamo gli studiosi che dal 1° maggio 2022 per accedere all'Archivio non è più necessario esibire la certificazione verde (green pass) né indossare una mascherina, che rimane però fortemente raccomandata nei locali aperti al pubblico o in caso di assembramento.
Avvisiamo gli studiosi che dal 1° maggio 2022 per accedere alla Biblioteca non è più necessario esibire la certificazione verde (green pass) né indossare una mascherina, che rimane però fortemente raccomandata nei locali aperti al pubblico o in caso di assembramento.
Avvisiamo che dal 1° maggio, a norma del D.L. 24 marzo 2022 n. 24 e dell'Ordinanza del Ministero della Salute del 28 aprile 2022, per accedere ai locali dell'Accademia, all'Archivio e alla Biblioteca non è più necessario esibire la certificazione verde (green pass) né indossare una mascherina, che rimane fortemente raccomandata nei locali aperti al pubblico o in caso di assembramento.
Avvisiamo gli studiosi che dal 1° aprile 2022, con l’entrata in vigore del Decreto Legge 24/22 (cosiddetto Decreto Riaperture), per accedere all'Archivio dell'Accademia non sarà più necessaria la certificazione verde (green pass), né base né rafforzata. È obbligatorio invece indossare una mascherina chirurgica.
Avvisiamo gli studiosi che dal 1° aprile 2022, con l’entrata in vigore del Decreto Legge 24/22 (cosiddetto Decreto Riaperture), per accedere alla Biblioteca non sarà più necessaria la certificazione verde (green pass), né base né rafforzata. È obbligatorio invece indossare una mascherina chirurgica.
La banca dati è disponibile negli Scaffali digitali.
Dall'inizio di Gennaio, nella sezione "Consulenza linguistica" del nostro sito sono pubblicate tre risposte a settimana, invece delle consuete due. Grazie all'impegno di accademici, redattori e collaboratori disponiamo di un buon numero di risposte pronte: avremo così modo di ridurre i tempi di attesa di coloro che si sono rivolti a noi.