J. M. da Milano, G. C. da Roma e S. O. da Modena ci pongono la stessa domanda:
Beviamo lo spumante nel flûte o nella flûte?
Il francesismo flûte, anche parzialmente adattato nella grafia, come flute senza accento circonflesso, e nella pronuncia, /flut/ e non /flyt/ come in francese, indica un bicchiere a calice alto e stretto usato per lo champagne e lo spumante (specie se secchi), detto anche “calice a tromba”. La parola, in francese, significa letteralmente ‘flauto’, lo strumento musicale che questo tipo di calice ricorda vagamente per la forma allungata, ed è di genere femminile, sia nel senso proprio sia in quello figurato (la stessa cosa vale per il corrispondente nome tedesco dello strumento: Flöte). In italiano, tuttavia, il termine (entrato, secondo il GRADIT e lo ZINGARELLI 2015, dal 1963) è usato prevalentemente al maschile e rimane invariabile al plurale (laddove, in francese, prende graficamente una -s [flûtes], che peraltro non viene pronunciata). La scelta del maschile è motivata da tre fattori: da un lato è questo il genere più frequente, che viene di solito assegnato ai neologismi e ai forestierismi, a meno che non ci siano motivi d’ordine fonetico (come la terminazione in -a, che guida spesso verso il femminile) o morfologico (come la presenza o la corrispondenza di suffissi italiani, come -ation/-azione, -ance/-anza, ecc.); da un altro ci può essere l’influsso di flauto; da un altro ancora c’è certamente il riferimento al genere degli iperonimi che comprendono il termine, come bicchiere o calice. È infatti maschile il diminutivo fluttino, che si usa anche semplicemente come alternativa “italiana” alla parola francese (invece flauto in questo senso risulta piuttosto raro).
Non c’è dubbio, però, che la conoscenza del francese, tuttora notevole in àmbiti come la gastronomia, l’enologia, l’arredamento, la moda, ecc., favorisce, in determinati ambienti, l’uso del femminile (la flûte e le flûtes invece che il flûte e i flûte), che è effettivamente abbastanza esteso. Nei principali dizionari di oggi il termine è dato ora come maschile (GRADIT, Sabatini-Coletti), ora come femminile (Vocabolario Treccani on line, ZINGARELLI 2015) e anche questa mancanza di uniformità documenta la varietà dell’uso. In Google (alla data del 07/10/2015) la stringa “una flute” restituisce 8.210 risultati, mentre “un flute” 22.400 risultati (ho effettuato la ricerca con gli articoli indeterminativi perché nella stringa “la flute” rientrano anche esempi in francese): netta, dunque, la prevalenza del maschile. Tuttavia la scelta per il femminile potrà essere giudicata “snobistica”, ma non può certo considerarsi scorretta.
19 ottobre 2015
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