Alcuni lettori ci chiedono quale sia l'accentazione di calcare 'roccia': càlcare o calcàre? Il dottor Stefano L., a proposito di espressioni che compaiono nei referti radiologici, ci domanda se sia corretto parlare di "nodulo calcare" invece di "calcareo" o "calcifico".
A proposito di calcare
Calcare deriva, attraverso il franc. calcaire, dal lat. calcarius 'relativo alla calce'. È una parola piana, come tale indicata dai dizionari ortoepici; nel Dizionario di pronuncia italiana di Luciano Canepari, Bologna, Zanichelli, 1999, l'accentazione sulla terzultima viene marcata come "trascurata", «cioè da evitare perché spesso indice di scarsa cultura». La ritrazione dell'accento, come in altri casi ben noti (càduco, persuàdere, sàlubre ecc.), dipende dalla scarsa confidenza da parte di alcuni parlanti con parole non certo rare ma estranee all'uso quotidiano e dalla percezione che le parole sdrucciole appartengano a un livello più alto, più ricercato, della lingua (spesso gli sdruccioli sono latinismi, attinti dalla tradizione scritta).
L'aggettivo di calcare è calcareo; il calcare che ha incuriosito il dott. L. è un francesismo diffusosi nell'Ottocento, il secolo in cui il francese, insieme al tedesco, era la lingua dominante nelle scienze: in francese calcaire indica infatti sia il sostantivo ('roccia') sia l'aggettivo: terrain calcaire 'terreno calcareo'. Come aggettivo calcare ha comunque anche qualche attestazione letteraria. Nel Grande dizionario della lingua italiana fondato da S. Battaglia, Torino, UTET, 1961-2002, vol. II, p. 522, si cita un esempio da Rubè (1921), il capolavoro dello scrittore e critico siciliano Giuseppe Antonio Borgese: «lo stradone di Monfalcone, con la polvere d'un bianco calcare».
Luca Serianni
18 novembre 2016
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