Alcuni lettori hanno chiesto chiarimenti sull’uso dell’avverbio prettamente. Qualcuno chiede se possa essere usato come sinonimo di esclusivamente. Un altro lettore si domanda invece se si possa fare il comparativo dell’avverbio, avendo detto in una seduta di laurea che “l’uso del dialetto è un fenomeno più prettamente maschile”.
Le due alternative proposte dai lettori, prettamente ed eclusivamente, non sembrano a prima vista compatibili (*più esclusivamente è evidentemente inaccettabile); ma in realtà lo diventano considerando lo spettro di significati che ha assunto l’avverbio in questione.
L’aggettivo pretto da cui prettamente deriva non è certo di ampio uso oggi. La sua etimologia non è sicura, ma potrebbe essere da ricondurre a una sincope di puretto, e le sue collocazioni meno rare sembrano essere specialmente limitate a contesti in cui ha il valore di ‘genuino’, ‘non alterato’: vino pretto (‘schietto, non diluito’), oro pretto, ma soprattutto con riferimento al modo di parlare: un pretto accento genovese.
L’avverbio prettamente è un po’ più diffuso dell’aggettivo, e manifesta in parte lo stesso tipo di evoluzione che ha avuto il ben più comune puramente: quest’ultimo avverbio oggi non è quasi utilizzabile col valore letterale di ‘in modo puro’, mentre è comunissimo con un valore più astratto, affine a soltanto, unicamente, esclusivamente, che in linguistica si chiama di “focalizzatore restrittivo”. A differenza di soltanto o esclusivamente, puramente predilige però la funzione sintattica di modificatore di aggettivi.
Lo stesso avviene per prettamente, che ha acquisito anch’esso il valore di focalizzatore restrittivo; ma a differenza di puramente, ha anche sviluppato un ulteriore valore, corrispondente a ‘tipicamente’. Il passaggio si capisce molto bene considerando contesti riferiti ad esempio al modo di parlare, in cui le due interpretazioni sono in buona misura sovrapponibili: se uno dice un’espressione prettamente toscana, può aver voluto intendere ‘puramente, soltanto toscana’, ma il suo interlocutore può benissimo interpretarla, senza reale danno comunicativo, nel senso leggermente attenuato di ‘tipicamente toscana’.
La polisemia che ne deriva, però, non è senza conseguenze in altri contesti. I parlanti per i quali l’avverbio si è spostato sul valore di ‘tipicamente’ non avranno problemi a produrne il comparativo. Per altri parlanti, forse, la sequenza più prettamente risulta poco digeribile in quanto sarebbe ovviamente incompatibile con il significato restrittivo di ‘esclusivamente’, che è tuttora presente, almeno per alcuni. Nel contesto indicato dal lettore, peraltro, mi sembra che sia del tutto legittimo utilizzare il comparativo, anche perché sicuramente non ha carattere pleonastico. Il senso era infatti: “un uso più tipicamente maschile, ma non assente nemmeno nelle donne intervistate”.
Davide Ricca
29 aprile 2022
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