A proposito di ringuattare e ringuattino

Valentina F.  ci scrive da Bolzano che ha avuto "la piacevole occasione di sentir utilizzare, da parte di una persona piuttosto anziana", le forme ringuattare e ringuattino; vorrebbe conoscerne "storia" ed etimologia.

Risposta

A proposito di ringuattare e ringuattino

 

Ucci ucci

sento odor di cristianucci,
o ce n’è o ce n’è stati,
o ce n’è di ringuattati.

Pollicino, variante volterrana

Mucci mucci,
Qui c’è puzza di cristianucci
O ce n’è, o ce n’è stati
O ce n’è di rimpiattati.

L’orco con le penne,
(da Fiabe Italiane
raccolte e trascritte da Italo Calvino)

 

Ringuattare, con il significato di ‘nascondere’, e le voci ad esso connesse, come il sostantivo ringuattino, non risultano attestate nei più recenti vocabolari sincronici di lingua; fanno eccezione due opere che programmaticamente si propongono di documentare l’intero patrimonio linguistico italiano: il GRADIT Grande Dizionario Italiano dell’Uso di De Mauro, - nel quale ringuattare, derivato di inguattare con il prefisso ri-, è glossato come regionale toscano, accanto a rimpiattare, di cui segnala la marca bassa dell’uso - e il GDLI Grande Dizionario Della Lingua Italiana del Battaglia che conferma ringuattare come voce di area toscana, anzi più precisamente senese, senza riportare attestazioni letterarie del termine. Anche il sostantivo maschile ringuattino appartiene alla medesima area ed è derivato da ringuattare.   

Si tratterebbe quindi di voci toscane, che, come vedremo subito, risultano diffuse nell’area senese e grossetana, ma sono assenti nell’area fiorentina. Consultando le diverse edizioni del Vocabolario della Crusca, infatti si scopre che ringuattare e ringuattino non vi sono registrate mentre, a partire dalla prima edizione, troviamo l’alternativa fiorentina rimpiattare, forma che ha dei riscontri nella lessicografia italiana anche recente: lo troviamo nel Vocabolario della Lingua e della Civiltà Italiana Contemporanea di De Felice e Duro (1975), nel Dizionario della Lingua Italiana di Palazzi e Folena (1992), ma anche nel Vocabolario della Lingua Italiana di Devoto e Oli (Devoto-Oli 2012) e nel Vocabolario della lingua italiana di Zingarelli (ZINGARELLI 2013).

A sostegno della diffusione di ringuattare e ringuattino nell’area senese e grossetana, disponiamo di varie testimonianze. In un articolo apparso sulla rivista "Lingua Nostra"(vol. XXXIII, 1972, fasc. 4, pp.108-113: 109), parlando di alcuni senesismi nelle opere dell’autore Strascino da Siena, vissuto a cavallo tra XV e XVI secolo, e in particolare del termine agguattarsi, Maria Teresa Fabbri rileva l’uso di tale voce a Siena, «ma più diffusa è la forma ringuattare e ringuattarsi (deriv. da inguattare con r prostetica rafforzativa [...]) e il gioco di ringuattarsi è detto ringuattino non registrato dai vocabolari». Da ciò non solo si ricava che agguattarsi era diffuso già tra XV e XVI secolo, ma anche che nel 1972 ancora circolava  tra i parlanti senesi, nonostante da tempo fosse stato ormai soppiantato del tutto da ringuattare e ringuattarsi. Inoltre la Raccolta di voci e modi di dire in uso nella città di Siena e nei suoi dintorni della Reale Accademia Senese Degli Intronati testimonia la diffusione di ringuattare e ringuattarèllo in area senese già negli anni quaranta (la raccolta è del 1944). Nel Vocabolario Senese di Ubaldo Cagliaritano (1975), per  ringuattare e ringuattarèllo si rinvia al dominio semantico di anguattarèllo, lemma usato nelle aree contadine in riferimento al nascondere. Infine l’Atlante Lessicale Toscano, corpus di lemmi ricavato da testimonianze dirette sul campo, conferma la presenza delle voci ringuattare einguattare nella Toscana sud-occidentale nel periodo dal 1974 al 1986.

Per quanto riguarda l’origine di ringuattare, nel Vocabolario dell’Uso Toscano del Fanfani risulta interessante la sola presenza di inguattare e di inguattarsi, il cui valore semantico rimanda ad ‘appiattare, nascondere’, annotate come voci prettamente senesi. Notevole anche l’attestazione di guatto, “detto di colui il quale sta chinato e basso per celarsi e nascondersi all’altrui vista”. Nello stesso Vocabolario degli Accademici della Crusca riscontriamo, oltre a rimpiattare, acquattare e quatto già nella prima edizione; a tal proposito, è interessante notare che il DEI riporta inguattare come verbo riflessivo (inguattarsi ‘nascondersi’), attestato dal XIX secolo, che parrebbe derivare dalla voce latina *incoāctāre e quatto, aggettivo diffusosi a partire dal XIV secolo, col significato di ‘chinato’; è citato anche nell’espressione quatto quatto, attestata in Dante, evoluzione dal latino coāctum, ‘raccolto’, ‘compresso’, come è indicato anche nell’altro dizionario etimologico di riferimento, il DELI, che segnala inoltre il verbo derivato acquattare. Ci pare evidente che guatto e inguattare condividono con quatto e acquattare il medesimo percorso etimologico, ma si differenziano per la sonorizzazione dell’occlusiva velare sorda iniziale /k/ in /g/, fenomeno tipico dell’area senese.

Quanto detto mette bene in evidenza il fatto che ci sono voci, come nel caso di ringuattare e ringuattino, che il parlante condivide con la propria comunità d’appartenenza e che sono quindi impiegate in particolari contesti d’uso, informali, familiari e affettivamente vicini a chi parla; d’altra parte il loro uso viene meno in quelle situazioni comunicative nelle quali la maggiore formalità richiede di adottare un comportamento linguistico adeguato. A oggi comunque le voci nascondere e nascondino sembrano aver soppiantato sia le corrispondenti forme senesi ringuattare e ringuattino,sia quelle fiorentine rimpiattare e rimpiattino nell’italiano comune, ma probabilmente esse continuano a essere utilizzate nelle rispettive aree di diffusione. Pertanto non si tratta di stabilire se ringuattare sia corretto rispetto a rimpiattare o di sancire normativamente quale forma si possa utilizzare, poiché entrambe si pongono allo stesso livello stilistico, ma si differenziano per quanto riguarda la distribuzione areale.
 

A cura di Benedetta Paradiso
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

Piazza delle lingue: La variazione linguistica

26 maggio 2014


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