Alcuni utenti (D. E. dalle Marche, M. C. dal Lazio e A. G. dalla Sicilia) ci chiedono quale sia il “reale” significato del termine populismo, se debba essere considerato un calco dall’inglese o dal russo e quale rapporto semantico abbia col termine demagogia.
A proposito di populismo
Diverse persone – certamente non per caso, visto quel che passa il convento della politica italiana attraverso vecchi e nuovi media – chiedono chiarimenti su origine, significato e usi del termine populismo. Tento di accontentarle con piacere. Cominciamo dall’origine. L’italiano populismo è un adattamento dell’angloamericano populism, che a sua volta traduce la parola russa narodnicestvo, derivata dal russo narod ‘popolo’ e coniata per indicare un movimento sorto nella Russia di fine Ottocento. I giovani intellettuali che lo animarono posero al centro del loro progetto rivoluzionario le masse popolari contadine: lottavano per la loro emancipazione, per la fine del potere zarista e per la creazione di un socialismo rurale in aperta opposizione alla società industriale dell’Occidente. Nel 1891 la parola narodnicestvo venne tradotta nell’inglese degli Stati Uniti con populism e populist, a indicare il movimento e i sostenitori del People’s party: cioè, letteralmente, il ‘Partito del popolo, delle persone, della gente’. All’inizio del Novecento i due termini passarono dall’inglese all’italiano, diventando populismo e populista; si diffusero, in particolare, dopo la seconda guerra mondiale, quando furono adoperati per qualificare il tipo di politica attuata da Juan Domingo Peron in Argentina dal 1946 al 1955: da allora in poi le due parole hanno indicato in senso spregiativo l’atteggiamento di chi da una parte esalta in modo velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi, dall’altra cerca di conquistarne il favore con proposte irrealizzabili ma di facile presa: cioè, come si dice, demagogiche. A questo significato, tuttora corrente, che avvicina molto il termine e il concetto stesso di populismo a quelli di demagogia, oggi se ne è aggiunto un altro, a mio avviso efficacemente sintetizzato dalla definizione che può leggersi in wikipedia, secondo la quale il populismo è anche quello di chi ritiene che l’unica legittimazione per l'esercizio del potere politico sia quella derivante dal consenso popolare, che di per sé consentirebbe di superare i limiti di diritto posti dalla Costituzione e dalle leggi all'esercizio del potere politico stesso. In questa accezione il termine non implica necessariamente un raggiro del popolo, ma certamente presuppone il suo consenso.
Un’ultima nota. La parola populismo si è diffusa in italiano – tutti i vocabolari la registrano da molti anni – anche grazie al successo di un libro pubblicato da Alberto Asor Rosa nel 1965, in cui il termine campeggiava già nel titolo: Scrittori e popolo. Il populismo nella letteratura italiana contemporanea.
Giuseppe Patota
Piazza delle lingue: Lingua e saperi
12 aprile 2013
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