Accordo del participio passato: molti lettori ci hanno consultato su questo problema. La questione è stata estesamente trattata ed è già comparsa in un articolo di Luca Serianni sul periodico La Crusca per voi (n° 8, aprile 1994, p. 7) che riportiamo in alcune parti.
Accordo del participio passato
«Il problema dell'accordo del participio passato è uno dei capitoli più spinosi della sintassi italiana. Le principali incertezze possono essere schematizzate nel modo seguente:
1) accordo del participio d'un verbo composto con l'ausiliare avere col complemento oggetto posposto ("ho scelto le migliori opere" - "ho scelte le migliori opere": nettamente prevalente, e quindi anche preferibile, la prima soluzione);
2) accordo del participio d'un verbo composto con avere con l'oggetto anteposto, costituito da un pronome personale o relativo ("ci ha ingannato" - "ci ha ingannati", "la casa che ho comprato" - "la casa che ho comprata");
3) accordo del participio di essere o di un verbo copulativo col soggetto o col nome del predicato ovvero col complemento predicativo ("il suo discorso è stato, è risultato una sorpresa" - "è stata, è risultata una sorpresa");
4) accordo del participio d'un verbo pronominale col soggetto o col complemento oggetto, sia esso anteposto o posposto ("la meta che ci siamo prefissati" - "che ci siamo prefissata".
La possibilità di scelta per i punti 2, 3 e 4 è esistita da sempre in italiano e le restrizioni di tanto in tanto indicate da qualche grammatico sono da considerarsi infondate. Anche in uno scrittore particolarmente sensibile al problema dell'omogeneità linguistica come Alessandro Manzoni si possono cogliere alternative: "le cose che m'hanno fatto" (I Promessi Sposi, cap. XXXV) - "le ciarle che avrebbe fatte" (cap. III), - [gli uomini] "si riunivano in crocchi, senza essersi dati l'intesa" (cap. XII) - "altri passeggeri s'eran fatta una strada ne' campi" (cap. XI) ecc.»
30 settembre 2002
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