Alcuni lettori chiedono informazioni sul complemento oggetto preposizionale. In particolare Simone Sala vorrebbe qualche ragguaglio sulla distribuzione regionale del fenomeno.
Accusativo preposizionale
Il complemento oggetto riferito a persona e retto dalla preposizione a (oggetto preposizionale) è un fenomeno linguistico caratteristico dell'Italia meridionale. A questo proposito, lo studioso Gerhard Rohlfs osserva che "L'impiego della preposizione è certamente determinato dal bisogno di una più netta distinzione tra soggetto e oggetto: Carlo chiama Paolo diviene Carlo chiama a Paolo. Il fenomeno resta circoscritto agli esseri animati, perché di norma gli oggetti inanimati possono avere soltanto funzione d'oggetto" (Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, par. 632).
L'accusativo o oggetto preposizionale è dunque presente in espressioni quali senti a me, chiamare a mamma, ho incontrato a Giuseppe ecc. D'accordo con Rohlfs, D'Achille spiega che "In una frase che presenta la normale sequenza SVO, l'oggetto diretto, se è caratterizzato dal tratto [+ umano], sia esso nominale (Maria, il tuo amico) o pronominale (te, quello), in alcune lingue romanze, in molti dialetti italiani centromeridionali e anche nelle corrispondenti varietà regionali e popolari viene fatto precedere dalla preposizione a, che serve a distinguerlo ancora più nettamente dal soggetto" (Paolo D'Achille, L'italiano contemporaneo, p. 170).
Serianni aggiunge che il costrutto è impiegato di frequente anche da parlanti centrosettentrionali, qualora il tema sia "posto in evidenza all'inizio di frase, almeno se l'oggetto è un pronome personale («a me nessuno mi protegge») o con alcuni verbi reggenti come convincere, disturbare, preoccupare («a te proccupa»)" (Luca Serianni, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, p. 95).
In conclusione, l'accusativo preposizionale vede quindi un impiego maggiore con particolari verbi e nel caso dell'oggetto dislocato a sinistra o a destra. Troveremo pertanto frasi come non guardare in faccia a nessuno (espressione diffusa appunto anche al Centro-Nord), in luogo di non guardare in faccia nessuno, oppure a lui non l'ho visto, anziché lui non l'ho visto. Per quanto riguarda in particolare l'oggetto preposizionale dislocato a sinistra, è possibile notare che questo costrutto si è diffuso anche in varietà linguistiche del parlato non sempre sentite come popolari o regionali. Ciò accade soprattutto con verbi o espressioni quali ad esempio preoccupare, spaventare, divertire, consolare, convincere, invitare. Infatti, "in questi casi, gli oggetti umani preverbali, nominali e pronominali, vengono regolarmente fatti precedere dalla preposizione a: all'amministratore il ragionamento non l'ha convinto; a te chi ti ha invitato?, ecc." (Paolo D'Achille, cit., p. 170).
Per approfondimenti:
A cura di Manuela Cainelli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
Aggiornamento bibligrafico al 7 giugno 2019
Per successive riflessioni sull'argomento si rimanda a
5 dicembre 2008
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