Due amici dell’Accademia ci chiedono, in merito al termine attagliamento, se “in disuso o comunque non più attuale” [S.G., da Milano] e se “corretto” [C.T., da Guastalla (RE)].
Quanto al primo quesito, si può rispondere subito di no, dato che il dubbio ingenera proprio dall’averlo entrambi sentito (o letto) impiegare, nel senso di ‘adattamento alla propria taglia’ e con specifico riferimento a uniformi (si parla, nei quesiti, più propriamente di “divise”). Quanto alla correttezza, essa incrocia il tema dell’uso e della sua registrazione perché ai nostri spogli dei maggiori repertori lessicografici coevi (Il GRADIT di De Mauro e il Vocabolario Treccani, entrambi consultati online) il termine è assente; così anche a quelli storici, come il GDLI (Grande dizionario della lingua italiana, opera in corso di digitalizzazione proprio dall’Accademia) e il TOMMASEO-BELLINI (consultato online).
Diversa sorte per il verbo dal quale origina, attagliare: così è glossato nel più antico dei quattro (1861-1879), il TOMMASEO-BELLINI:
† ATTAGLIARE
[…]
V. a. Tagliare. Sen. Pist. 19. (C)Meglio è attagliarlo una volta che starvi sempre sotto.
2. † Per Adattare, Applicare una cosa al soggetto di che si tratta. L. Panciat. Lett. (Mt.) Egli parla di tutto, ogni cosa egli attaglia, ed è di quelli uomini da cavarne gran costrutto.
3. E Neut. Piacere, Contentare, Soddisfare, Essere secondo l'altrui natura. Dalla significaz. trasl. di Taglio, poichè dicesi Venir a taglio per Tornar bene, Cadere opportunamente. Franc. Sacch. Nov. 31. (C)Sempre con grande sollecitudine hanno adoperato, e tutta è stata lor fattura, che attagliano e intervengono.
4. N. pass. Per Piacere, Andar a sangue, Garbare. T. In questo senso vive, tolta la fig. da Veste tagliata al dosso, o da cosa accomodata in modo che s'adatti al luogo ov'è posta. = Morg. 23. 32. (C)Cotesta alfana per Macon m'attaglia.
5. Per Convenire, Tornar utile. Cron. Morell. 272. (C)E se t'attaglia, sta' tre o quattro anni.
6. N. ass. Per Tornar bene, Venire a taglio. Cant. carn. 187. (C)A quest'arte ogni cencio, donne, attaglia. Lasc. Sibill. 1. 1. (Man.) Non si veggon mai sazie, non si veggon mai piene: ogni giorno ti mandano a casa chiederti, e ogni cosa attaglia, ogni cosa aggrada loro. [Cam.] Leop. Gir. cap. 5. l'nacqui al tempo della carestia; Non ho materie, ogni cosa m'attaglia. Cecch. Masch. 2. 1. In due mesi ch'i' mi son già Affaticato per voi, io non so Di che conio si sia vostra moneta, Nè di che sapor vino, o se la vostra Farina ha crusca; ogni cosa m'attaglia. [Val.] E Malandr. 2. 1. Ogni cosa, ogni mercato Gli attaglia, anzi quant'è bizzarro, più Avviluppato, tanto più ne cava.
7. † E fig. per Decidere, Risolvere, Troncare le difficoltà. Sacch. Nov. 31. v. 1. p. 130. (Gh.) E scrivono (questi omiciatti mandati per ambasciadori) e dicono che per dì e per notte mai non hanno posato, ma sempre con grande sollecitudine hanno adoperato, e tutta è stata loro fattura, che attagliano ed intervengono:…
La croce (a valere ‘in disuso’) non è alle accezioni 3.-5. e, per quel che più importa ai nostri scopi, alla 6.: lì sono citati il sostantivo da cui origina (con l’addizione combinata del prefisso e del suffisso) il verbo parasintetico, taglio, e anche c’è, grazie alla presenza di cencio, un riferimento ai tessuti.
Con un salto di più di un secolo, De Mauro ha queste due voci:
attagliare [...] v.intr. (essere) [av. 1444; der. di 1taglia o taglio con 1ad- e 1-are, cfr. la loc. venire a taglio] OB[SOLETO] attagliarsi
attagliarsi [...] v.pronom.intr.
1. CO[MUNE] risultare adatto, adattarsi: quel comportamento severo non gli si attaglia per nulla
2. OB[SOLETO] andare a genio, piacere
Scompare, lo si sarà notato, il riferimento agli abiti. La realtà però colma la lacuna e non nella sola percezione di chi ci propone il quesito: Google restituisce, tra i circa 1.800 risultati della ricerca di attagliamento, in quarta posizione e tra i molti automaticamente ricondotti, dal motore di ricerca, al verbo, la pagina di una s.r.l. napoletana (www.autoresrl.it) dedicata proprio, e con tanto di schema esemplificativo per altezza e altri parametri sartoriali, all’“Attagliamento Divise e Abiti”.
Palese all’alveo della congruità derivazionale la coniazione di attagliamento, che echeggia altri lessemi consimili ben consolidati nella tradizione di settore come munizionamento e vettovagliamento (quali le alternative possibili per rendere l’idea di ‘processo laborioso cui dedicare debito tempo’? Sono impraticabili le perifrasi, che cozzano con l’asciuttezza della solerte operatività, tale persino nei comandi orali: presentat-arm!), resta da motivare il transito (e la stazione, per quanto i repertori latitino: così accade, nella tradizione italiana, per tanti altri settorialismi) alla marzialità.
Non è questione d’eleganza: l’adesione delle vesti alla taglia, in uniforme, può fare la differenza, specie se in azione affardellati degli elementi essenziali a corredo (cinturone, giberne, armi e munizionamento; le stesse calzature, gli anfibi), tra il procedere spediti o, mai sia, impacciati.
In un caso, poi, attestante per ascolto di chi scrive l’uso vivo: “Non trascurate mai l’attagliamento!” (1998, Scuola di Fanteria, Cesano di Roma, 170° Corso Allievi Ufficiali di Complemento), la differenza è tra la piena efficacia e il suo ferale contrario; mi riferisco alle tre taglie del “facciale” della maschera antigas.
Andrea Viviani
7 maggio 2018
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