Un utente chiede chiarimenti a proposito di un uso particolare dell’aggettivo indefinito alcuno presente nel documento di una Pubblica Amministrazione nel quale si legge testualmente: “... si conferma l'intenzione di concedere alcun diritto di passaggio”. Chi ci interroga osserva: “Io interpreto questa frase come un diniego da parte della P.A. di concedere il diritto. È un’interpretazione corretta? Ma in questo caso la frase non necessitava di un non prima del verbo concedere?”.
Chi ci ha sottoposto il quesito ha ragione su tutta la linea: ha interpretato correttamente la frase, e vi ha colto puntualmente l’errore che genera il dubbio.
Nell’italiano di registro formale il pronome e aggettivo alcuno può sostituire non solo l’aggettivo qualche, ma anche il pronome qualcuno, se è seguito da una frase relativa o da un complemento indiretto introdotto da dei, degli, delle. In questo caso alcuno va usato al plurale, con conseguente cambio di accordo (nominale, aggettivale o verbale): “Ho comprato qualche libro nuovo” → “Ho acquistato alcuni libri nuovi”; “C’è qualcuno che desidera parlarle” → “Ci sono alcuni che desiderano parlarle”; “Qualcuno dei presenti protestò” → “Alcuni dei presenti protestarono”.
Sempre nell’italiano di registro formale alcuno (aggettivo o pronome) può sostituire nessuno. Questa sostituzione, però, è possibile se, e solo se il verbo della frase, in genere posto prima di alcuno, è preceduto dalla negazione non: “Non c’è nessun dubbio; Non ce n’è nessuno” → “Non c’è alcun dubbio, Non ce n’è alcuno”; “Non ho nessuna notizia, Non ne ho nessuna”→ “Non ho alcuna notizia, Non ne ho alcuna”. Nell’esempio portato dal nostro utente la negazione manca, e dunque la frase è scorretta e, soprattutto, ambigua nel senso: un esempio di come nella Pubblica Amministrazione alcuni (tanto per rimanere in argomento) aspirino a usare un italiano di livello alto che però non dominano adeguatamente.
8 marzo 2019
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