Carpooling e car sharing, nuovi modi di viaggiare e nuove parole

La richiesta di un possibile traducente italiano di carpooling, inviata alla nostra redazione da un consulente legale della Camera dei Deputati, ci dà l’occasione di trattare due anglicismi, strettamente connessi tra loro tanto nella forma quanto nel significato, che si sono diffusi per denominare due nuove pratiche di viaggio, finalizzate ambedue a razionalizzare l’uso delle automobili e a limitare inquinamento e spese: il carpooling, appunto, che indica la condivisione di un’automobile privata per uno stesso tragitto, e il car sharing, che si riferisce sempre a un sistema di condivisione tra più utenti, ma in questo caso di auto a noleggio. 

Risposta

 

Carpooling e car sharing, nuovi modi di viaggiare e nuove parole

 

I due termini sono registrati in Nuove parole italiane dell'uso, supplemento edito nel 2003 del GRADIT Grande dizionario italiano dell'uso e nel Supplemento 2004 del GDLI Grande dizionario della lingua italiana, dove, s. v. Car-pooling (p. 197), si cita il Rapporto Censis 1992, p. 360, e dove, s.v. Car sharing (p. 198), si dà come prima attestazione un articolo del Secolo XIX del marzo 2001. Se per car sharing si tratta della prime registrazioni lessicografiche, il termine car pooling era invece già stato inserito nell’edizione 2002-2003 del Devoto-Oli. Le due espressioni circolavano comunque già da qualche anno sui giornali e una delle loro prime apparizioni, in cui non a caso ricorrono appaiate, è in un articolo uscito sulla "Repubblica" del 27 maggio 1997, p. 21 (Antonio Cianciullo, L'auto collettiva contro l'inquinamento); nello stesso articolo si trova una prima proposta di traducente per car sharing reso con “auto in multiproprietà”.

 

Ma proviamo a ripercorrere la storia dei due termini tenendoli distinti.

Car sharing (o car-sharing) inizia a essere diffuso dalla stampa in seguito a una proposta del Comune di Torino (siamo all’inizio del 2003) volta a limitare l’uso delle auto in città: i cittadini sono invitati a utilizzare un servizio di noleggio “a tempo” di auto di cui sono proprietarie società che gestiscono il servizio, si occupano della manutenzione e del pagamento di bollo e assicurazione. Il servizio continua a diffondersi insieme alla denominazione e, dopo la legittimazione del GDLI, car sharing entra abbastanza precocemente, come abbiamo già accennato, nei principali dizionari dell’uso (Devoto-Oli 2004-2005, ZINGARELLI 2005, Vocabolario Treccani).
Il traducente più appropriato è stato riconosciuto in auto condivisa (proposto in Claudio Giovanardi, Riccardo Gualdo, Alessandra Coco, Italiano-inglese 1-1. Tradurre o non tradurre le parole inglesi?, San Cesario di Lecce, Manni, 20082, pp. 170-171). La condivisione del resto è l'elemento costantemente rilevato  (‘sistema di auto in condivisione’ (2 occorrenze), ‘sistema di condivisione dell’auto’, ‘condividere il trasposto in auto’,  ‘condivisione delle auto’, ‘condivisione dell’auto’), anche nelle traduzioni di alcuni testi normativi della Comunità Europea confrontabili consultando il sito http://www.linguee.it/. Non si giunge però a un'alternativa vera e propria, come invece fanno le versioni francesi o spagnole, proponendo rispettivamente covoiturage, partage de voiture e transporte compartido, coche compartido.
Ci sono in realtà alcuni fattori che sicuramente giocano a sfavore della sostituzione del termine inglese con una corrispondente forma italiana: prima di tutto la precoce attestazione dell’anglicismo nei dizionari dell’italiano dell’uso; in secondo luogo l’avvento di locuzioni con analoga modalità di formazione: tra il 2003 e il 2008 si diffondono anche job sharing (introdotto in una legge delega approvata dal Parlamento italiano nel febbraio 2003), bike sharing (servizio inaugurato dal Comune di Roma) e code-sharing (‘nel trasporto aereo, condivisione di un aeromobile da parte di due o più compagnie alleate, al fine di ampliare l’offerta di destinazioni raggiungibili dall’utenza e di ridurre i propri costi di esercizio’), inserito tra i Neologismi Treccani nel 2008, ma già attestato nella "Repubblica" (del 19 marzo 1993, p. 49, Economia) nella variante grafica code sharing.
Inoltre il car sharing, costituendo di fatto un'attività commerciale è oggetto di normative a livello economico e amministrativo che hanno fin dall'inizio optato per l'accoglimento della forma inglese; la stessa forma viene anche imposta all'attenzione dei più dalle campagne pubblicitarie delle agenzie di noleggio; campagne che, peraltro, almeno nelle grandi città meta di turismo, sono rivolte anche a un pubblico internazionale.

 

Il termine carpooling  (o car-pooling o car pooling) per indicare la condivisione di un’automobile privata per uno stesso tragitto è attestato in italiano da molti anni (la prima registrazione è nel già citato Supplemento del GDLI, immediatamente seguita dall'edizione 2004-2005 del Devoto-Oli mentre ZINGARELLI registra solo car pool ancora nell'edizione 2014) e ormai largamente presente anche nei testi normativi europei: consultando ancora il sito http://www.linguee.it/ si può verificare che nelle traduzioni italiane ricorre esclusivamente l’anglicismo, mentre in quelle francesi e spagnole anche in questo caso si trovano rispettivamente le forme covoiturage e uso compartido del automóvil, con una parziale coincidenza  coi tarducenti scelti per car sharing che rivela la difficoltà implicita nell'operazione.
Nonostante la prima attestazione in italiano sia del 1992, il termine ha cominciato a circolare più ampiamente in anni successivi diventando la denominazione di una pratica diffusa, soprattutto tra i giovani che utilizzano la rete per l’organizzazione della richiesta e dell’offerta dei passaggi (con il servizio conosciuto con il nome di bla bla car). Restando alle attestazioni dei dizionari carpooling è stato inserito nel 2012 nella sezione in rete dei Neologismi Treccani, dove si ritrovano contesti tratti dai giornali in cui l'espressione è resa in italiano con “auto-pulmino”, “autostop organizzato” e “passaggio condiviso”. Di nuovo l'idea della condivisione, che permette di ridurre spese e inquinamento, pare essere al centro di questa forma di spostamenti.
Un buon traducente di carpooling avrebbe potuto essere auto condivisa se non si fosse affermato, parallelamente e in modo ancora più radicato, per il car sharing che come abbiamo detto, molto spesso viene reso in italiano proprio con questa espressione (o con uso condiviso dell'automobile).
Una proposta di sostituto italiano per carpooling potrebbe essere auto di gruppo, che tra l'altro ha una certa diffusione in rete ed è anche la traduzione proposta nel già menzionato Italiano-inglese 1-1.
Poiché il carpooling indica per lo più una forma di accordo tra privati, il termine resta comunque usato e pienamente compreso da un numero limitato di parlanti, cosicché possiamo forse ancora sperare in un suo superamento a favore di un'espressione italiana, almeno in testi normativi.

 

Raffaella Setti e Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

6 agosto 2014


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