Come si abbrevia, come si scrive e come si legge “24 ore su 24”?

Una lettrice ci chiede quale sia l’abbreviazione da scegliere per indicare un servizio aperto 24 ore su 24, tra 24/24, h24 o 24h su 24; un’altra domanda se sia corretto leggere h24 come “acca ventiquattro” anziché “ventiquattrore”.

Risposta

L’abbreviazione di ora è la h iniziale minuscola del latino hora (e non dell’inglese hour) e dovrebbe seguire il numero (18h= sei del pomeriggio) e non precederlo, allo stesso modo della m di minuto (es.:18h 30m). (Tra parentesi: in latino hora seguiva il numero ordinale che la indicava). Bisognerebbe dunque evitare la sequenza h24 e a maggior ragione H24, che, in ogni caso, solo un lettore automatico male addestrato o un giornalista incompetente può leggere “accaventiquattro” e non, come si deve, ventiquattrore. Oggi, in verità, si nota sempre più spesso h anteposto, specie quando non indica le ore del giorno, ma un monte ore, una somma di ore: “il corso dura h 60”. Quanto al modo migliore per scrivere sinteticamente che un servizio è aperto tutto il giorno, dopo il chiaro e persino ridondante 24 ore su 24 (basterebbe 24 ore), che non è poi troppo lungo, anche quelli indicati da una lettrice vanno bene, eccetto, a rigore, come detto, quelli con h anteposta e/o maiuscola; e quindi: 24h su 24 o 24h/24h. Però, è ormai così frequente questo avviso che si finisce per omettere ogni abbreviazione di ora e si scrive 24/24, anche perché il riferimento non è alle ore 24 ma alle ventiquattrore, un’indicazione oraria della cui abbreviazione si è sentita l’esigenza in tempi recenti (da quando ci sono negozi, servizi ecc. aperti tutto il giorno) e che ha il vantaggio della brevità e della decifrabilità in qualsiasi lingua (allo stesso modo 7/7 è intuitivamente interpretato come “tutti i giorni”). Anche nei telegrafici messaggini è raro che si scriva: “partenza 18h 30m”, ma quasi sempre: “partenza 18.30”. Il fatto è che quello delle ore è ormai uno dei numeri che capita più spesso di scrivere e di leggere, interpretandolo (ad esempio sui display digitali) anche solo grazie all’ordine in una sequenza: 18:30:15 vale ore 18, minuti 30, secondi 15. Della h, pur corretta, si sente sempre meno la necessità. Ma in scritti formali non dimenticherei che ora/ore è appena più lungo di due lettere della sintetica h! Per concludere, propongo un caso di bella convivenza di due sistemi per indicare le ore, in un saggio scientifico del 2014, che troviamo nel Corpus CORIS: “Osservando l’andamento della pressione durante il giorno, quando le condizioni del tempo sono buone, si nota che essa è diversamente distribuita nelle ventiquattro ore, toccando due massimi circa le 10h e le 22h, e due minimi circa le 4h e le 16h”.

Vittorio Coletti

16 giugno 2020


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