Sara Sensoli ci chiede se il complemento predicativo dell'oggetto, usato con i verbi elettivi, estimativi, effettivi, appellativi, formi con essi un predicato nominale.
Complemento predicativo
Occorre premettere che la classificazione e la denominazione dei complementi della grammatica italiana, legata soprattutto alle esigenze didattiche per il latino, secondo i modelli tradizionalmente proposti dalle grammatiche è oggi dibattuta. Si può citare per tutti LEONE 2002, 107: "La grammatica tradizionale, la quale ci dà dei complementi classicazioni piuttosto rigide, pone soprattutto attenzione al modo come essi si esprimevano in latino. Non escludo che, così facendo, ci abbia reso un buon servizio (specie in vista della traduzione in latino), ma non può neppure negarsi che tali classificazioni o non colgono le molteplici sfumature del pensiero o creano barriere artificiose nell'ambito di una stessa determinazione". E, proprio sulla questione terminologica qui in esame, ALTIERI BIAGI 1990, 553: "È così vago il significato di essere, in questo caso, che i grammatici antichi lo hanno chiamato copula, cioè "legame" fra il soggetto e il nome o aggettivo (che si associano al verbo essere). Essi hanno anche isolato il predicato formato da essere + nome o un aggettivo, chiamandolo predicato nominale (e distinguendolo così da tutti gli altri predicati, chiamati verbali). La distinzione era molto opportuna, in latino, perché in quella lingua esistevano i "casi" e il nome o aggettivo associati a essere, dovevano "prendere" lo stesso caso del soggetto (a cui si riferivano), e cioè il caso nominativo [...]. In italiano, non essendoci i casi, la distinzione ha perso importanza; si continua a farla per facilitare il confronto fra italiano e latino e la traduzione dall'una all'altra lingua."
Il predicato nominale è costituito dall'unione di una forma del verbo essere (detto copula) e da un sostantivo o un aggettivo, che si chiama nome del predicato (Claudio è intelligente). A metà strada tra predicato nominale e verbale stanno poi i cosiddetti verbi effettivi (sembrare, parere, ecc.) e le categorie dei verbi appellativi, elettivi, estimativi, ovvero i verbi copulativi, che necessitano di un complemento predicativo (nome o aggettivo) per completare il loro significato: la frase costruita con un verbo copulativo in forma attiva avrà un predicativo dell'oggetto, in forma passiva del soggetto (La cittadinanza ha eletto Mario sindaco; Mario è stato eletto sindaco). Il Fornaciari, spesso lungimirante nelle sue descrizioni grammaticali (cfr. FORNACIARI 1881: 298-299 e 308-309), già nell'Ottocento suggeriva di chiamare predicato nominale anche il gruppo formato da questi verbi e dal complemento, osservando l'affinità semantica e sintattica di questi verbi col verbo essere, "ma è forse preferibile parlare per questi usi di «predicato con verbo copulativo, elettivo», ecc" (SERIANNI 1989: II 34).
Il quesito è dunque più lessicale che grammaticale, perché appare subito evidente la somiglianza tra queste strutture verbali (indipendentemente dal fatto che una sia composta col verbo essere e le altre con verbi copulativi o effettivi).
Per approfondimenti:
A cura di Mara Marzullo
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
30 settembre 2002
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
Dal 3 gennaio 2023, per gli studiosi che accedono alla Biblioteca è in vigore un nuovo regolamento.
In ottemperanza alla normativa vigente, si raccomanda a tutti coloro che frequentano, a vario titolo, la Villa medicea di Castello, l’osservanza delle seguenti regole da adottare per il contenimento dei consumi energetici:
- all’interno della Villa l’esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale è consentito per 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile (art. 1 comma 2 del Decreto del Ministro della Transizione ecologica del 6 ottobre 2022);
- la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti di ciascun locale della Villa per la climatizzazione invernale non deve essere superiore a 19 gradi centigradi, più 2 gradi centigradi di tolleranza (art. 19-quater del Decreto legge n. 17 del 1° marzo 2022);
- l’apertura delle finestre per il ricambio dell’aria deve essere limitata allo stretto necessario;
- regolare la luminosità della luce artificiale a seconda della luminosità esterna;
- spegnere le luci, il monitor del PC e il fancoil quando ci si allontana dalla propria postazione di lavoro e al termine del proprio orario di lavoro;
- non stampare mail o altri documenti, se non strettamente necessario.