In molti (tra cui Leonardo Piliego, Carlo De Naro Papa) ci chiedono spiegazioni sulla costruzione di volere seguito da un participio passato, del tipo voglio spedita una lettera, vuoi offerto un gelato?
Costruzione con il verbo volere
seguito da participio passato
La costruzione con il verbo volere seguito dal participio passato è presente in italiano in alcune espressioni che si sono fissate nell'uso, del tipo voglio fatta giustizia, lo voleva morto, volle eretto un tempio, vorrei fissata la data, ecc. In questi casi è chiaro che siamo di fronte all'abbreviazione di una proposizione dipendente retta da congiunzione (voglio che sia fatta giustizia, voleva che morisse, volle che fosse eretto un tempio, vorrei che fosse fissata una data).
Questo tipo di costruzione nell'Italia meridionale si è estesa fino a prevedere che il participio passato sia riferito direttamente al soggetto, quindi, per riprendere gli esempi proposti, voglio spedita una lettera per voglio che mi sia spedita una lettera, vuoi offerto un gelato per vuoi che ti sia offerto un gelato. Anche tra gli stessi dialetti meridionali possiamo distinguere più gradazioni per cui se, ad esempio, nel siciliano il participio è ancora legato all'oggetto (es. vogghiu 'mparata la via 'voglio che mi sia insegnata la via'), nel calabrese e nel salentino esso si presenta strettamente riferito al soggetto (es. calabrese a camisa vole lavata 'la camicia deve essere lavata').
Si tratta quindi di un uso diffuso soprattutto nell'italiano parlato delle regioni meridionali, da sostituire, negli usi scritti, con la forma esplicita, quindi con la congiunzione e, dove necessario per evitare ambiguità, la specificazione del soggetto.
Per approfondimenti:
A cura di Raffaella Setti
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
28 marzo 2003
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