Sono molti gli utenti, fra cui Norma Monza da Veniano (Como), Luigi Mugnaioni da Ponsacco (Pisa), Stefania Romano da Palermo, Ilenia Bartucca da Genova, Arturo Giuliani da Milano, che ci chiedono se siano corrette espressioni come "da quando sono piccolo ...", "da quando ho 20 anni ..." e simili; al quesito ha risposto Luca Serianni sull'ultimo numero de La Crusca per voi (n. 37, ottobre 2008).
Da quando ho o da quando avevo dieci anni?
"È più corretto dire "da quando avevo dieci anni" o "da quando ho dieci anni"? Lo chiede Cristian Vita.
Le proposizioni temporali che ci propone il nostro lettore sono di tipo incoativo (indicano il momento dal quale si sviluppa una certa azione), e presuppongono una reggente col tempo presente; per esempio: «da quando avevo / ho dieci anni, prendo solo un caffè per colazione». Il tempo verbale è determinato dalla durata dell'azione, che può arrivare a coinvolgere il momento dell'enunciazione oppure no. Nel primo caso il tempo è ovviamente il presente: «da quando ho l'uso della ragione, rifletto sempre prima di parlare» (avere l'uso della ragione è un'azione perdurante nel momento in cui questa frase viene detta); nel secondo caso, il tempo dovrebbe essere l'imperfetto: «da quando avevo dieci anni» (li ho avuti per 365 giorni, tra il nono e l'undicesimo anno, non li ho più nel momento in cui pronuncio questa frase). L'uso del presente, fortemente colloquiale, si spiegherà con la tendenza a ridurre il ventaglio dei tempi verbali al presente affidando a elementi lessicali la determinazione temporale. In altre parole: la presenza del connettivo da quando offre l'informazione sintattica essenziale (temporale incoativa) e l'uso del tempo verbale (avevo/ho) diventa secondario. È esattamente quel che sta avvenendo con la riduzione del futuro in presenza di avverbi temporali di posteriorità (Domani parto invece di Domani partirò).
Spiegare un uso linguistico incipiente (e come tale fonte di dubbi per il parlante più avvertito) non significa però promuoverlo, almeno ai livelli di lingua più sorvegliati. Ci conforta in questo senso l'uso degli scrittori contemporanei, che possiamo ricavare dal Primo tesoro della lingua letteraria italiana del Novecento di T. De Mauro (2007; corsivi miei): «Io sono cattolico, invece, fin da quando avevo un mese d'età» (Elsa Morante); «è la prima volta da quando avevo diciassette anni» (Andrea De Carlo); «"E da quando tuo padre ti violenterebbe?" "Da quando avevo sette anni"» (Dacia Maraini). Compare invece il presente in un discorso diretto fortemente colloquiale, da Non ti muovere di Margaret Mazzantini: «Scopo da quando ho dodici anni»".
Luca Serianni
23 gennaio 2009
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