Dubbi sul gerundio

Alcuni lettori hanno espresso dubbi sulla correttezza dei seguenti usi del gerundio:

(1) Lei è stato visto in Piazza Aspromonte comprando quattrocentomila lire di cocaina (Udine 2023, ma a quanto pare frase rivolta a Maurizio Mosca in televisione nel 1983)
(2) C’è un ragazzo cantando (Genova 2016)
(3) Mi è arrivato un messaggio dicendo che... (Pavia 2017)
(4) Maurizio è stato visto comprando della farina al negozio di Piazza Aspromonte (Milano 2018)
(5) 21 tedeschi uccisi cercando di fuggire (Borgo val di Taro 2019, ma a quanto pare titolo del “Corriere della Sera”)
(6) Sei bravo cantando (Milano 2020)

Risposta

In italiano standard il gerundio, oltre che nelle perifrasi verbali (sto/vado/vengo facendo), è impiegato in due tipi principali di costruzioni (Lonzi 1991).

I. Il gerundio ha la funzione di modificatore di una frase. Si tratta del gerundio ipotetico, causale e concessivo, che ammette anche un soggetto espresso diverso da quello della frase sovraordinata:

  (7) Essendo affamato, frugai nel frigorifero
  (8) Stando così le cose, ce ne andammo/ce ne andremmo

II. Il gerundio modifica il predicato. Si tratta del gerundio temporale, strumentale, modale, il cui soggetto è coreferente con quello della sovraordinata (ossia si riferisce alla stessa entità designata dal soggetto di quella):

  (9) Andando al lavoro, mi accorsi che la strada era bloccata
(10) Ho aperto la porta spingendola

Come si vede il gerundio temporale è spesso anteposto alla frase sovraordinata, perché pragmaticamente ha la funzione di descrivere il quadro in cui si svolge l’azione espressa da quella. Si noti infine che il soggetto del gerundio può essere coreferente anche con l’agente (il “soggetto logico”) della sovraordinata:

(11) Il ladro è stato sorpreso dal proprietario rientrando in casa

Ora, nei casi citati dai lettori troviamo una situazione diversa da quella appena descritta, perché il gerundio non modifica né la frase né il predicato, ma un elemento nominale. In (2) e (3) il gerundio ha funzione attributiva, tanto che potremmo sostituirlo con una frase relativa:

(12) C’è un ragazzo che canta
(13) Mi è arrivato un messaggio che diceva che...

In (1) e (4) il gerundio ha funzione predicativa, tanto che può essere sostituito con una frase pseudo-relativa (Cinque 1989, p. 501) o con l’infinito:

(14) Lei è stato visto in Piazza Aspromonte comprare/che comprava quattrocentomila lire di cocaina
(15) Maurizio è stato visto comprare/che comprava della farina al negozio di Piazza Aspromonte

Vero è che in (1) e (4) si potrebbe anche interpretare il gerundio come temporale, come mostrano le parafrasi seguenti:

(16) Lei è stato visto in Piazza Aspromonte mentre comprava quattrocentomila lire di cocaina
(17) Maurizio è stato visto mentre comprava della farina al negozio di Piazza Aspromonte

Ciò che determina la “stranezza” di queste frasi allora non è il gerundio in sé ma, da una parte, il fatto che il gerundio sia posto dopo e non prima della subordinata, come sarebbe normale (cfr. 9); d’altra parte, il fatto che la frase sovraordinata è al passivo, nel qual caso il soggetto del gerundio può essere interpretato come coreferente con l’agente e non col soggetto della sovraordinata (cfr. 11).

Sicuramente temporale è il gerundio in (5), come mostra la parafrasi

(18) 21 tedeschi uccisi mentre cercavano di fuggire

In (5) la “stranezza”, oltre che alla posposizione del gerundio e alla diatesi passiva della sovraordinata, si deve probabilmente al fatto che lo stile giornalistico fa sì che la sovraordinata sia una frase nominale, sicché si fa più fatica a identificarne il soggetto e a inferire di conseguenza quello della gerundiva.

Allo stesso modo potrebbe essere considerato temporale il gerundio in (6), cfr. la parafrasi

(19) Sei bravo quando canti

Ma l’impressione è che il parlante voglia dire ‘sei bravo a cantare’, e che dunque ci si trovi davanti a un uso substandard.

Insomma, i gerundi in (1), (4), (5) e (6) sono inaccettabili in italiano standard, a meno di essere interpretati come gerundi temporali. Quanto alle frasi (2) e (3), sono decisamente inaccettabili perché l’italiano standard non conosce l’impiego del gerundio come modificatore di nome. Va notato però che:

I. Tale uso doveva essere del latino tardo, come testimoniano altre lingue romanze, cfr. rum. lebăda murindă ‘il cigno morente’, fr. une femme charmante ‘una donna affascinante’, spagn. el agua hirviendo ‘l’acqua bollente’ (Lausberg 1971, § 819).

II. Era ben noto in italiano antico come mostrano gli esempi danteschi citati da Rohlfs (1969, § 718; per altri esempi cfr. Egerland 2010, pp. 905-906):

(20) ed ecco il veglio onesto gridando
(21) quando la madre da Chirone a Sciro / trafugò lui dormendo in le sue braccia
(22) com’occhio segue suo falcon volando

III. In funzione predicativa si trova ancora nell’italiano letterario novecentesco, come nell’esempio di Bernari citato da Serianni (1988, p. 408):

(23) quando tornerò la troverò piangendo

    IV. Continua in alcuni dialetti, cfr. gli esempi calabresi citati da Rohlfs (1969, § 718):

    (24) u dassai mangiandu ‘lo lasciai che mangiava’
    (25) a trovai durmendu ‘la trovai dormiente’

    Le frasi (1) e (4), ove si considerasse il gerundio in funzione predicativa, si potrebbero spiegare dunque come arcaismi (cfr. 23) o come effetto di un sostrato dialettale, ossia ipotizzando che il dialetto dei parlanti che le hanno prodotte conosca il gerundio adnominale (cfr. 24 e 25); neanche si può escludere però l’influsso dell’inglese, dove si dice I saw her standing there e I’ve heard her singing. L’influsso dell’inglese (cfr. There is a boy singing) è tanto più probabile nelle frasi (2) e (3); del resto la frase (2) è attribuita esplicitamente a “una docente italoamericana”.

    Nota bibliografica:

    • Guglielmo Cinque, La frase relativa, in Grande Grammatica Italiana di Consultazione, a cura di Lorenzo Renzi e Giampaolo Salvi, vol. I, Bologna, il Mulino, 1989, pp. 443‑503.
    • Verner Egerland, Frasi subordinate al gerundio, in Salvi-Renzi 2010, vol. II, pp. 903-920.
    • Heinrich Lausberg, Linguistica romanza, 2 voll., Milano, Feltrinelli, 1971.
    • Lidia Lonzi, Frasi subordinate al gerundio, in Grande Grammatica Italiana di Consultazione, cit., vol. II, 1991, pp. 571‑592.


    Marcello Barbato

    12 maggio 2023


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