Alessandra Mastroleo, dalla provincia di Livorno, ci chiede se l'aggettivo derivato dal sostantivo egotismo sia egotista, che trova in alcuni dizionari, o egotico, che spesso sente utilizzare.
Egotismo, egotista, egotico
Il termine egotismo viene generalmente usato in contesti “alti” o comunque nello scritto, mentre nel parlato comune, viene sostituito dal più diffuso sinonimo egocentrismo. Lo ZINGARELLI 2013 ne dà la seguente definizione: “stima eccessiva di sé che induce ad attribuire valore solo alle proprie esperienze e a parlare esclusivamente di sé”.
Questa parola ha una storia relativamente recente: innanzitutto, non si tratta di una voce di diretta derivazione latina, come si potrebbe pensare, ma "è un latinismo dotto che ci è giunto tramite la mediazione dell'inglese" (A. Nocentini, L'Etimologico). Il termine deriva, infatti, dall’inglese egotism (dal quale anche il francese égotisme), coniato dal giornalista Joseph Addison, che usò per la prima volta sia questo termine astratto, sia il corrispondente nome d’agente e aggettivo egotist nel 1714, sulle pagine del suo quotidiano letterario “The Spectator”, per riferirsi a quegli scrittori che ricorrevano troppo spesso al pronome di prima persona singolare nei loro scritti.
Sappiamo (cfr la voce Addison, Joseph, in Enciclopedia Treccani online) che alcune delle principali riviste letterarie italiane del tempo ("L’Osservatore" del Gozzi, "Il Caffè" del Verri e "La Frusta Letteraria" del Baretti ) prendevano molti spunti da questo autorevole quotidiano inglese: è molto probabile quindi che la parola sia entrata a far parte del repertorio italiano proprio attraverso questo canale. La conferma di ciò si trova nel DELI, che cita come prima attestazione di egotista quella del 1764 nella "Frusta Letteraria" del Baretti, il quale usò anche il verbo derivato egotizzare. In ogni caso, egotista è coerente con le regole della morfologia derivazionale dell'italiano, per cui a un sostantivo astratto uscente in -ismo corrisponde un nome d’agente in -ista, utilizzabile anche come aggettivo (ma c’è pure egotistico, formato nel Novecento).
Il termine egotismo, nato nel campo giornalistico-letterario, si è poi diffuso nel corso dell’Ottocento con un’accezione “psicologica” più complessa rispetto a quella originaria, entrando nel vocabolario di scrittori e letterati: secondo il GDLI, il primo a ricorrere al termine con questo nuovo significato fu Stendhal, il quale lo inserì addirittura nel titolo della sua opera Souvenirs d'égotisme, 1832; in italiano il termine , registrato nel 1887 nel Dizionario del Petrocchi, fu usato da autori come Carducci, Svevo e Gramsci. Oggi risulta incluso in alcuni dizionari di psicologia e viene classificato nei dizionari di lingua appunto come termine tecnico di questa disciplina, dove indica un comportamento con caratteristiche “patologiche”. La definizione di egotismo nel Dizionario di psicologia di Galimberti (1992) è infatti questa: "ipervalutazione di sé e delle proprie prerogative che induce il soggetto a parlare continuamente di sé e delle vicende della propria vita come le uniche ad avere un significativo valore".
In questo stesso àmbito è comparso anche l’aggettivo egotico, che oggi risulta piuttosto usato nello scritto, anche in quello della rete, sebbene non sia (ancora?) registrato nei dizionari. Questa doppia possibilità derivativa genera molti dubbi nei parlanti, che ci chiedono quale delle due forme, egotico o egotista, sia più corretta.
Intanto, è interessante notare che egotico ha preso piede non solo nella lingua italiana, ma anche nel francese e nell'inglese (égotique, egotic), pur non essendo registrato nei dizionari di nessuna delle tre lingue. Proprio per questa sua esclusione lessicografica è difficile stabilire con precisione in quale lingua sia stato formato per la prima volta e quando si sia diffuso con precisione.
La coniazione della forma egotico in alternativa a egotista, ormai decisamente riferibile a un disturbo del comportamento, potrebbe essere il risultato di un allineamento con altri aggettivi in -ico che riguardano altre patologie o disturbi psicologici come ad esempio paranoico, schizofrenico o nevrotico; si potrebbe pensare anche a un derivato da ego sul modello di erotico.
In conclusione, quindi, non si può stabilire con precisione quale sia la forma aggettivale più corretta per il sostantivo egotismo, anche se egotista è – per il momento – l’unica presente nei dizionari non settoriali, e quella che risulta comunque la più diffusa. Per verificare ciò basta fare una semplice ricerca Google, dalla quale risulta che le occorrenze della forma egotista sono a oggi di gran lunga più numerose di quelle della forma egotico (il rapporto è circa 10:1). La stessa ricerca dimostra che, anche se il numero delle sue occorrenze è assai più basso, l'aggettivo egotico ha comunque una discreta diffusione anche fuori dal settore degli studi di psicologia, tanto da comparire ormai in varie opere letterarie e anche in articoli giornalistici, perfino di argomento sportivo. La forma egotico, dunque, può essere considerata inadatta a contesti quotidiani, ma non si può ritenere errata.
A cura di Valentina Mancina
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
Piazza delle lingue: Lingua e saperi
4 novembre 2013
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
Avvisiamo gli interessati che la sede dell'Accademia resterà chiusa venerdì 7 aprile 2023.
In ottemperanza alla normativa vigente, si raccomanda a tutti coloro che frequentano, a vario titolo, la Villa medicea di Castello, l’osservanza delle seguenti regole da adottare per il contenimento dei consumi energetici:
- all’interno della Villa l’esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale è consentito per 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile (art. 1 comma 2 del Decreto del Ministro della Transizione ecologica del 6 ottobre 2022);
- la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti di ciascun locale della Villa per la climatizzazione invernale non deve essere superiore a 19 gradi centigradi, più 2 gradi centigradi di tolleranza (art. 19-quater del Decreto legge n. 17 del 1° marzo 2022);
- l’apertura delle finestre per il ricambio dell’aria deve essere limitata allo stretto necessario;
- regolare la luminosità della luce artificiale a seconda della luminosità esterna;
- spegnere le luci, il monitor del PC e il fancoil quando ci si allontana dalla propria postazione di lavoro e al termine del proprio orario di lavoro;
- non stampare mail o altri documenti, se non strettamente necessario.