Piero Giordano da Jesi, Stefano Calderale da Roma, Salvatore Chiofalo da Castelvetrano e Cristina Galizzi da Varese ci chiedono quale sia la forma corretta tra apiretico e apirettico; alla domanda, già posta in passato da operatori del settore medico-ospedaliero, ha risposto Luca Serianni sulle pagine della nostra rivista La Crusca per voi (n. 35, ottobre 2007).
«L'unica forma corretta è apiretico: si tratta di un termine ricavato modernamente (XIX sec.) dal greco apýretos 'senza febbre', composto di a- con valore negativo (il cosiddetto alfa privativo) e pyretós 'febbre, forte calore' (la radice è la stessa di pŷr, pyrós 'fuoco', e si ritrova in pirite, piromane, pirosi ecc.). Perché la doppia t? Probabilmente per analogia con le numerose parole - anch'esse di origine greca - uscenti in -ettico: apoplettico, asettico, dialettico, epilettico, scettico. Molti sono oltretutto i termini che condividono il comune àmbito medico e questo può aver favorito l'indebito allineamento di apiretico alla serie con -tt-».
Luca Serianni
20 febbraio 2010
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