Non sono pochi i lettori che ci chiedono quale sia il motivo per cui nel riferirsi allo Stato di Israele non si usa l’articolo determinativo: perché diciamo “l’Italia”, “la Francia”, “la Palestina”, ma non “l’Israele”?
Andrà subito detto che il mancato uso di un articolo davanti al nome di uno Stato è un fatto, se non frequente, neppure raro. In questo stesso spazio di consulenza linguistica è stato analizzato (cfr. Enzo Caffarelli, Articoli e preposizioni davanti ai nomi delle isole, “Italiano digitale”, I 2017/1 [aprile-giugno], pp. 4-5) il caso dei nesonimi, i nomi delle isole e degli arcipelaghi, concludendo, sia pure con qualche eccezione o incertezza, che la maggiore familiarità storica e geografica con l’Italia e la lingua italiana hanno favorito l’uso dell’articolo; il mantenimento dei toponimi in altre lingue ha costituito invece un ostacolo a tale utilizzo. È evidente, però, che non siamo di fronte ad automatismi, perché nella definizione di maggiore o minore familiarità le dimensioni dell’isola e l’importanza che essa ha assunto sul piano storico e politico hanno giocato un ruolo di notevolissimo rilievo.
Prendiamo come esempio le isole dell’Oceano Indiano: vi figurano il Madagascar, ma Sumatra, Giava, Bali e in genere tutte le isole dell’arcipelago indonesiano, con l’eccezione del Borneo (per il quale la dizione senza articolo si è però fatta strada, almeno a giudicare dalle attestazioni in rete). Un caso curioso è costituito da Mauritius (nome originale olandese e inglese): per molti italiani costituisce stranamente un arcipelago (le Mauritius), per i francesi e altri e si tratta di un’isola unica (Maurizio, l’Île Maurice con l’articolo). Senza andare troppo lontano, nessuna isola delle Baleari reca l’articolo (Maiorca, Minorca, Ibiza, Formentera ecc.). Tra le altre del Mediterraneo, oltre alle isole-Stato Malta e Cipro, non hanno articolo Creta/ Candia, Euba, Zante, Cefalonia, Corfù, Santorini, Nasso, Mykonos, Delo, Itaca e la lista potrebbe a lungo proseguire. Lo hanno invece alcune Canarie: La Graciosa, La Gomera, La Palma, El Hierro, ma non le maggiori: Tenerife, Lanzarote, Fuerteventura, Gran Canaria ecc.
Anche in Italia troviamo privi di articoli, in ordine di grandezza decrescente, i nesonimi Sant’Antioco, Pantelleria, San Pietro, Ischia, Lipari, Salina, Vulcano, Lampedusa, Favignana, Capri; per contro, l’Elba, l’Asinara, il Giglio, la Maddalena, oltre alle isole maggiori (compresa, non in Italia ma a essa vicina, la Corsica).
Un altro punto di partenza può essere determinato dall’accostare il nome di un’isola a una nazione, che prevede l’articolo tranne alcuni casi, o una città che al contrario non la prevede: si vedano le città-stato come Andorra, San Marino, Singapore, Hong-Kong, Macao (le ultime due ora aggregate alla Cina, dalla quale è distaccata Taiwan, l’isola un tempo detta Formosa).
Anche nel caso dei centri urbani ci sono un certo numero di eccezioni: La Spezia (articolo aggiunto nel 1930), L’Aquila, La Loggia-To, La Magdaleine-Ao, La Cassa-To, La Morra-Cn, La Salle-Ao, Las Plassas-Ca, La Valle-Bz, La Valle Agordina-Bl, probabilmente Laterza-Ta (‘la terza parte’) e Lacedonia-Av con l’articolo erroneamente aggregatosi, L’Impruneta come variante dell’ufficiale Impruneta-Fi.
Tra i plurali: Le Grazie fraz. di Portovenere-Sp, Le Piastre fraz. di Pistoia, Le Piazze fraz. di Bedollo-Tn, mentre è scomparso Le Venezie-Fe, comune dal 1911 ribattezzato Jolanda di Savoia.
Nei dialetti gli articoli sono nettamente più frequenti: La California fraz. di Bibbona-Li, toponimo di duplicazione toscana ottocentesca, nel Potentino Acerenza > Lagërenzë, Bella > Labbèggë, Viagrande-Ct > a Va Ranni, Oltrassenda Alta-Bg > la Senda, Sasso di Castalda > u Sàssë e Tito-Pz > lu Titë; al maschile anche Vasto-Ch > Lu Vašte, Maréttimo fraz. di Favignana-Tp > u Marétamu/ u Marìtimu, Sasso Marconi > al Sas, Mergo-An > l mergo, Milo-Ct > u Milu, Moio Alcantara-Me > u moiu, Mondovì-Cn > er Mundvì, Monsampolo del Tronto-Ap > lu mondë (e monzambolë); al femminile Malfa-Me > a Màrfa, Malvagna-Me > a Marvàgna, Marina di Patti-Me > a Marina, Marmora-Cn > la Màrmu, Massa Fiscaglia-Fe > la Masa, Mercato Saraceno-Rn > e marché, Mesola-Fe > la mèsula, Mirandola-Mo > La Mirandla, Molinara-Bn > a Mulinara, Montà-Cn > ra Muntà; Motta Visconti-Mi > la Mòt, Muccia-Mc > la Mùccia (per limitarsi a una manciata di toponimi con M- iniziale). Plurali: Marianopoli-Cl > i Manchi (da manca ‘esposto a tramontana’), Merì-Me > i mirìi o limir, Mongiuffi-Me > i Monciuffi, e inoltre Nove-Vi > Le Nove, Luzzi-Cs > Li Luzzi, Le Castella nelle province di Latina e di Crotone.
Inoltre, tra i comuni, Lago-Cs > Lu Vaku, Lapedona-Ap > la Pëdona, Laureana di Borrello-Rc > a Lavriana, Lettomanoppello-Pe > lu Llettë e Lettopalena-Ch > lu Llettë, Limina-Me > a lìmmina, Abetone-Pt > L’Abeton(e), Aci Bonaccorsi-Ct > i bonnaccursi/-cussi, Aci Castello-Ct > u casteḍḍu (o iaci Casteḍḍu), Aci Catena-Ct > a Catina (o Iaci Catina), Aci Platani fraz. di Acireale-Ct > i patanè; Oriolo Romano > l’Oriolo, Orsara Bormida-Al > l’Ursera, Ortovero-Sv > u tuè (con la prima vocale avvertita come articolo per etimologia popolare), Orzinuovi-Bs > i urs növ, Orzivecchi-Bs > i urs vec; Ospedaletti-Im > i spiareti, Ospedaletto-Tn > el Dospedale, Ospedaletto d’Alpinolo-Av > o špitalettë.
Tra le frazioni, Lame di Cortino-Te > li Lämë, Lauropoli di Cassano all’Ionio > l’Agropoli, Lenzetta di Filetto-Ch > la Linzettë, Levata di Contardo-Cr > la Levada, ecc.
Capita che la forma locale rispecchi un toponimo che ufficialmente non esiste più: Nissoria-En è in dialetto u Casale, da un precedente nome del paese siciliano; Acate-Rg è per molti parlanti locali ancora u Viscari (dal precedente nome, fino al 1938, Biscari); Milena-Cl è detta anche a Milocca (dalla precedente denominazione). In alcuni casi si usa la preposizione articolata anziché l’articolo: Occhieppo Superiore e Occhieppo Inferiore-Vb sono detti, nella parlata locale, rispettivamente ai cep sura e ai cep sutta (cfr. DETI).
In altre nazioni: Le Havre, L’Aia, L’Avana, La Mecca, Il Pireo, La Valletta, La Guardia (Toledo), La Coruña, Els Pallaresos (Tarragona) e decine di altri municipi in Catalogna, Las Palmas (de Gran Canaria), La Canea (a Creta), Il Cairo, La Goulette (Tunisia), L’Asmara (variante di Asmara, Eritrea), La Romana (Repubblica Dominicana), El Salvador, La Serena (Equí, Cile), Los Angeles ecc.
E veniamo a Israele. Le altre lingue non ci aiutano: i principali idiomi occidentali non usano l’articolo, salvo rare eccezioni. La voce inglese, per esempio, presenta l’articolo quando si riferisce a un denotato di cui Israel è il denotante (in qualsiasi contesto linguistico): L’Israel festival, L’Israel dei bambini, L’Israel Authority ecc.
Nel caso di Israele vari fattori dovrebbero aver agito in favore dell’omissione dell’articolo: a) il trattarsi di un nome personale maschile, come ben si sa, appartenente all’Antico Testamento come allonimo del patriarca Giacobbe, figlio di Isacco e di Rebecca, nipote di Abramo; il nome potrebbe valere ‘colui che combatte con Dio’; e i nomi personali, specie maschili, non hanno articolo se non in territori ristretti e casi particolari; b) Israele ancora come nome biblico, ma con il significato collettivo di ‘figli di Israele’, cioè popolo (demonimo); anche se c) Israele come antico nome di regno (basilionimo) e geograficamente territorio che gli Israeliti possedevano, ossia macrotoponimo avrebbe potuto richiedere l’articolo; d) Israele, introdotto come Stato in Asia Minore soltanto il 14 maggio 1948, può essere assimilato, sia pur da lontano, a un’isola o a una città-Stato: e del comportamento grammaticale delle isole e delle città-Stato sopra si è detto; e) prima della proclamazione di Israele-Stato gli anglo-americani hanno avuto un ruolo importante nel controllo della zona, il che ha favorito il ricorso alla lingua inglese – che non prevede alcun articolo davanti a nomi personali – ben diffusa specie in àmbito economico e mediatico.
Quanto a una frase del tipo “vado in Israele” anziché “vado a Israele” si ha un rovesciamento grammaticale: infatti sono i toponimi con l’articolo a richiedere la preposizione in (“vado in Francia, in Spagna, in Islanda, negli Stati Uniti...”), al contrario di quelli senza articolo che si formano con a (“vado a Cuba, a Panama, a Cipro, a Bali...”). Ci si attenderebbe perciò vado “a Israele”, mentre la forma usata e condivisa è “in Israele”. Ma la regola principale vale per il moto da luogo: “torno da Israele” e non “torno dall’Israele”; è evidente che, là dove non c’è articolo, non ci sono neppure le preposizioni articolate; “in Israele vivono 9,5 milioni di persone” e non “nell’Israele”. Stato d’Israele è anche il nome ufficiale della nazione.
Enzo Caffarelli
29 novembre 2024
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