Sono pervenute alla redazione molte domande sulla legittimità dell’uso delle parole meteopatico e meteopatia invece di meteoropatico e meteoropatia. C’è anche chi chiede se sono accettabili le forme metereopatico e metereopatia.
Meteoro-, metereo- o meteo-?
Il primo elemento di composti meteoro- è la forma con cui entra in composizione il termine, di impiego per lo più scientifico, meteora, che ha il senso primario di ‘fenomeno naturale che si produce nell’atmosfera’. L’origine, attraverso il latino medievale, è il plurale neutro del greco classico tà metéōra ‘le cose che stanno in alto’, reinterpretato come femminile singolare a causa della terminazione in -a. Meteoro- forma parole come meteorologia, meteorologico, meteorologo, meteorogramma, tutte relative alle previsioni del tempo, e anche meteoropatia ‘malessere o sensibilità collegata agli eventi atmosferici’, mediante il secondo elemento -patia, anche questo di origine greca, che ha i valori di ‘sensibilità, malessere, malattia’ (si vedano i grecismi apatia, simpatia e i composti telepatia, cardiopatia, osteopatia). Da meteoropatia deriva l’aggettivo (anche sostantivato) meteoropatico ‘che è sensibile agli eventi atmosferici o soffre in conseguenza di essi’.
La grafia corretta è meteoro- e non metereo-, forma, quest’ultima, risultante dal trasporre nello scritto una pronuncia scorretta ma molto frequente nel parlato, probabilmente dovuta alla maggiore difficoltà di pronunciare la sequenza -eoro- rispetto a -ereo-, presente in varie altre parole (etereo, aereo, ecc.), che possono aver “attratto” meteoro-. Va anche richiamata la tendenza popolare ad anticipare – specie in parole poco familiari – la produzione del suono più difficile, come in treciolo per cetriolo o wrustel per würstel. Naturalmente nell’oralità la pronuncia meno corretta si nota poco e svanisce immediatamente ed è quindi errore meno grave della corrispondente grafia. Ma andrebbero entrambe evitate.
Diverso è il discorso per meteopatia e meteopatico: si tratta infatti di parole formate su meteo, che è accorciamento dell’aggettivo meteorologico con lo stesso significato (bollettino meteo), e il cui largo uso internazionale, oltre alla brevità stessa, ne ha favorito la diffusione anche in italiano. Meteo è poi anche diventato sostantivo designante ogni messaggio o trasmissione di contenuto meteorologico (aspettiamo di vedere il meteo in tv) e perfino il complesso degli eventi meteorologici (in gita abbiamo avuto meteo cattivo). Proprio con tale ultimo significato, l’accorciamento ha preso il posto di meteoro- nei composti e così, accanto a meteoropatia e meteoropatico, si sono diffusi (nel corso degli anni Novanta del secolo scorso) anche meteopatia e meteopatico, entrambi oggi ben attestati nella rete.
Vista la grande diffusione e frequenza d’uso di cui gode meteo come parola indipendente, è difficile condannare in maniera netta la sua estensione come primo elemento dei composti su cui verte il quesito dei lettori, certo motivata dalla spinta a semplificare parole piuttosto lunghe e complesse (oltre che dalla numerosità dei formanti bisillabici), ancorché si tratti di forme non ancora accolte dai dizionari.
Edoardo Lombardi Vallauri
Piazza delle lingue: Lingua e saperi
19 gennaio 2016
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