A molti dei nostri lettori è sorto il dubbio se, nel caso il soggetto sia costituito da due elementi uniti da una o disgiuntiva, il predicato sia al singolare o al plurale.
O disgiuntiva: predicato al singolare o al plurale?
Riportiamo quanto scritto in proposito da Luca Serianni sulle pagine del nostro periodico La Crusca per voi (n° 14, aprile 1997, p. 11):
«Di norma il predicato va al singolare (sempre, naturalmente, che i soggetti siano singolari): la congiunzione o marca infatti un'alternativa, una sostituzione che fa sopravvivere grammaticalmente solo uno dei due soggetti, non importa quale. È come se scindessimo la frase in due frasi parallele: «sarà chiamato Pietro, oppure sarà chiamato Paolo». Un esempio di Dante: «Qual fortuna o destino / anzi l'ultimo dì qua giù ti mena?» (Inferno, XV 46-47) e un esempio contemporaneo dal Codice Civile (art. 1172; corsivi nostri), in cui i soggetti sono tre: «il proprietario, il titolare di altro diritto di godimento o il possessore, il quale ha ragione di temere che da qualsiasi edificio, albero o altra cosa sovrasti pericolo di un danno grave e prossimo alla cosa che forma l'oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare il fatto all'autorità giudiziaria [...]».
4 luglio 2003
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