Qual è l'origine dell'espressione poco di buono? Quale articolo si deve usare quando viene riferita a una donna? Ne esiste il plurale?
Poco di buono
Alcuni lettori hanno chiesto chiarimenti sulla forma e l’origine della locuzione poco di buono, un lessema polirematico attestato almeno dal XVIII secolo, con la funzione di aggettivo e, più spesso, di sostantivo, nel significato di 'disonesto, mascalzone' e, se riferita a donna, anche 'di dubbia moralità', frutto del solito, vecchio sessismo della lingua.
In realtà, se a buono si dà il valore di bene, il nesso è assai più antico (è già nel Decameron), ma in questo significato il sintagma è meno o per nulla lessicalizzato. Poco si presenta nella funzione sostantivata dell’aggettivo, col valore neutro di 'piccola quantità', come in un po’. In questo significato poco è solo di forma maschile e singolare, come bello lo è in il bello della diretta, l’imprevedibilità della diretta, diverso da i belli della diretta, le persone belle in essa coinvolte. Poco è l’unico elemento in teoria variabile del composto (di buono è il complemento e non cambia), come lo scemo lo è in lo scemo del villaggio. Solo che scemo può essere modificato secondo numero e genere, mentre poco, nel significato che ha come testa del composto, no. Ciò nondimeno il composto è ambigenere (come si vede in GRADIT o in ZINGARELLI 2015) e può quindi essere riferito tanto a maschio quanto a femmina (già Goldoni, che è uno dei primi a usarlo, lo riferisce tanto a donna quanto a uomo), adottando l’articolo necessario: “lui è un poco di buono/il classico poco di buono”, “lei è una poco di buono/ la classica poco di buono”, tanto a uno o una quanto a molti o molte: “lui/lei è un/una poco di buono”, “loro sono dei/delle poco di buono”. Non è dunque corretto dire o scrivere “Maria è un poco di buono”; e forse è scorretto anche per Maria…
2 maggio 2017
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Dal 3 gennaio 2023, per gli studiosi che accedono alla Biblioteca è in vigore un nuovo regolamento.
In ottemperanza alla normativa vigente, si raccomanda a tutti coloro che frequentano, a vario titolo, la Villa medicea di Castello, l’osservanza delle seguenti regole da adottare per il contenimento dei consumi energetici:
- all’interno della Villa l’esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale è consentito per 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile (art. 1 comma 2 del Decreto del Ministro della Transizione ecologica del 6 ottobre 2022);
- la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti di ciascun locale della Villa per la climatizzazione invernale non deve essere superiore a 19 gradi centigradi, più 2 gradi centigradi di tolleranza (art. 19-quater del Decreto legge n. 17 del 1° marzo 2022);
- l’apertura delle finestre per il ricambio dell’aria deve essere limitata allo stretto necessario;
- regolare la luminosità della luce artificiale a seconda della luminosità esterna;
- spegnere le luci, il monitor del PC e il fancoil quando ci si allontana dalla propria postazione di lavoro e al termine del proprio orario di lavoro;
- non stampare mail o altri documenti, se non strettamente necessario.