Un lettore chiede “delucidazioni” sull'uso dei termini sardonico e sarcastico che trova spesso impiegati come sinonimi: è corretto o vi sono differenze i due termini? Quali sono i contesti in cui “risulta più appropriato utilizzarne uno piuttosto che l’altro?”.
In effetti i due aggettivi, sarcastico e sardonico, non sono propriamente sinonimi, per quanto insistano entrambi nel campo semantico del riso malizioso e malevolo, del ghigno, e anche se beffardo può sostituire entrambi con buona approssimazione. Ma c’è una certa differenza. Sarcastico è detto di chi o di ciò che punge, sferza, schernisce, magari con raffinata malizia, senza esibirlo troppo, ma anche senza troppo dissimularlo. Il sarcasmo si sente o nota bene. Sardonico è detto di battuta, tono che rivela sarcasmo, ma in maniera meno esibita; comunica sprezzo, ma per via indiretta, più dissimulata, anche se, ovviamente, pur sempre percepibile. Come si vede da queste definizioni, i due aggettivi differiscono anche nell’estensione dello spettro delle loro combinazioni, perché sarcastico si può dire tanto di cosa (tono, giudizio) quanto di persona (scrittore); sardonico invece solo di cosa (espressione, tono). Il loro incontro più ravvicinato è in compagnia di riso, risata che possono essere tanto sardonici quanto sarcastici. Ma anche qui con la piccola differenza che sarcastica sarà soprattutto la risata (esplicita, ben visibile o udibile) e sardonico soprattutto il riso (un po’ nascosto, appena visibile). Lo dimostra il fatto che il sintagma risata sarcastica ricorre su Google il doppio (8.460) di volte di risata sardonica (4.120) e che riso sarcastico (1.260) è molto meno frequente di riso sardonico (24.300). Bisogna aggiungere, per valutare ancor meglio i dati numerici, che sardonico si accompagna a risata o riso anche in senso medico specialistico (un riso involontario provocato da uno spasmo), che costituisce il significato proprio del sintagma. Questa precisazione induce ad abbassare ulteriormente la frequenza della risata sardonica in senso figurato (anche quella del riso sardonico figurato, ovviamente, ma, sul numero molto più alto della sua frequenza rispetto a risata sardonica, la correzione non è rilevante).
Il riso sardonico come diagnosi clinica ci ricorda la singolare etimologia della parola, che deriva, via latino, dal greco sardonion, che designava il riso convulsivo provocato dall’erba sardonia (sarebbe stata molto diffusa in Sardegna: da qui il nome). Questa erba, infatti, è tossica e produce un rictus, una contrazione dei muscoli della bocca che dà l’impressione di un riso forzato. Sarcastico è aggettivo da sarcasmo con il suffisso -tico e anch’esso è di origini greche (greco sarcasmos, da un verbo che significa lacerare, mordere la carne). I due aggettivi sono dunque entrambi grecismi e probabilmente entrano in italiano a non molta distanza di tempo. Cercando infatti su Google libri si nota che sarcastico è attestato almeno dai primissimi del Settecento (“parlò Iddio con sarcastico sentimento”: Le saette di Gionata scagliate a favor degli Ebrei dal padre lettore F. Luigi Maria Benetelli, Venezia, appresso Antonio Bortoli, 1703). Sardonico riferito a riso (che non è da confondere con la pietra sardonica nota anche come sardonico dal Trecento) lo è già da un secolo (Traiano Boccalini, 1613). Ma poiché l’ascendente di sarcastico, il sostantivo sarcasmo, circola già in italiano da fine Cinquecento, non è improbabile che l’aggettivo sia stato coniato anche prima della più antica datazione fino ad oggi nota.
Insomma, le contiguità tra i due aggettivi non mancano (c’è pure quella formale della sillaba inziale e di quella finale). Ma un buon uso della lingua consiglia di non trascurare le differenze, che sono quelle che si è cercato di mettere in rilievo.
Vittorio Coletti
11 ottobre 2024
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