Eteronimi, pseudonimi e altro

Due lettori hanno chiesto maggiori informazioni sulle definizioni e sulle distinzioni tra alias, alter ego, eteronimo e pseudonimo.

Risposta

Partiamo anzitutto dalle definizioni dei dizionari italiani, nella fattispecie del GRADIT (con un confronto anche con lo Zingarelli 2025), e forniamo di seguito le accezioni che ci interessano dei termini sopra indicati:

Alias avv. [av. 1535, lat. alĭas ‘altrimenti’] (CO) altrimenti detto: Antonio de Curtis, alias Totò.

Alter ego loc.s.m.inv. [1812, lat. alter ego ‘un altro io’] (CO) 1a. persona che ha facoltà o prerogative simile a quelle di un’altra, e perciò può sostituirla: essere l’alter ego di qcn. | 1b. personaggio, spec. letterario, che rispecchia specularmente la personalità del suo autore: Jacopo Ortis è l’alter ego di Ugo Foscolo.

Eteronimia s.f. [1956, cfr. gr. heterōnumía ‘differenza di nome’] (TS) gramm. rapporto tra due o più parole che, pur essendo diverse, designano esseri uniti nella realtà da tratti comuni (es.: fratello e sorella, becco e capra); anche, rapporto tra nomi diversi di una stessa persona (es.: nome anagrafico e nome d’arte).

Eteronimo agg. [1956, dal gr. heterōnumos ‘di nome diverso’, comp. di hetero- ‘etero-‘ e -ōnumos ‘-onimo’] (TS) gramm. di nome, che presenta un rapporto di eteronimia con un altro. (Vanno segnalate anche la seconda accezione dell’agg. e quella del s.m. eteronimo, riportate dallo Zingarelli 2025: “detto di opera pubblicata dall’autore con nome diverso dal proprio, spec. se firma con quello suo vero altre opere, dando vita così a due figure distinte di autore” e “nome fittizio di un autore, spec. se pubblica altre opere col suo vero nome”).

Pseudonimia s.f. [1829, der. di pseudonimo con -ia] (TS) lett. uso, da parte di un autore, di pubblicare opere o scritti sotto un nome fittizio.

Pseudonimo s.m., agg. [1772, G. Casanova “Saggi”; dal lat. mediev. pseudŏnўmu(m) dal gr. pseudṓnumos, comp. di pseudo- ‘pseudo-‘ e -onumos ‘-onimo’] (AU) 1. s.m. nome fittizio sotto cui una persona sceglie di svolgere la propria attività spec. in campo letterario, artistico o dello spettacolo: Carlo Lorenzetti, noto con lo pseudonimo di Collodi | 2. agg. BU di opera, pubblicata o divulgata sotto un nome fittizio. (Va precisato che il vocabolo è stato retrodatato al 1719 – data indicata dallo Zingarelli 2025 – da Caffarelli-Gagliardi 2018, p. 47).

Come si può osservare dalle definizioni del GRADIT, le parole sopra riportate presentano alcune differenze, su cui ora ci soffermeremo.

Alias si utilizza, dopo il nome reale, per indicare il soprannome, lo pseudonimo o un titolo con cui la persona è generalmente conosciuta, ma anche la falsa identità sotto cui qualcuno (agente segreto, ricercato, ecc.) si nasconde (per esempio nella Fanciulla del West di Puccini il bandito Ramerrez si fa chiamare Dick Johnson); può, inoltre, essere impiegato, come precisa il Vocabolario Treccani online, per intendere ‘cioè, in altre parole’ (egli favellò di Francesco Redi, alias di me [Redi]) e anche con sfumature ironiche (il signor Garavarelli, alias il commendatore).

Alter ego descrive, in àmbito artistico-letterario, una persona o un personaggio che manifesta una caratterizzazione psicologica o un aspetto della personalità che è dell’autore: si pensi, oltre al sopra citato Jacopo Ortis rispetto a Foscolo, a personaggi doppi e opposti, come il dottor Jekyll e mister Hyde del racconto di Stevenson, che sono due manifestazioni di uno stesso individuo (Hyde rappresenta, come noto, il lato malvagio di Jekyll).

Uno dei lettori ricorda come sia stato, a suo giudizio impropriamente, utilizzato alter ego per indicare Gianluca Gori, attore che ha inventato e che interpreta Drusilla Foer, per il quale sostiene sia più corretto impiegare per rappresentare il rapporto autore-personaggio i termini alias ed eteronimo, con riferimento alla definizione di un’identità indipendente rispetto a quella dell’autore/attore. Si tratta, in realtà, di un particolare caso di alter ego, che presenta, almeno in parte, un margine di sovrapposizione con l’eteronimo (si parla, in questi casi, di “semi-eteronimi”, come vedremo anche più oltre): Foer è una vera e propria identità, che ha anche una sua (fittizia) storia personale (raccontata, dopo il suo successo al festival di Sanremo del 2022, in una intervista presso la trasmissione Verissimo di Canale 5: cfr. Drusilla Foer si commuove ricordando il marito: “A un amore potente bisogna portare rispetto”, Repubblica.it, 14/2/2022; va almeno sottolineato che il cognome da nubile di Drusilla sarebbe Gori, corrispondente a quello reale dell’attore che la interpreta), diversamente da altri “semplici” personaggi femminili interpretati en travesti da uomini, che compaiono anche con la loro vera identità maschile (come la Signora Emma Coriandoli di Maurizio Ferrini, la Vulvia di Corrado Guzzanti, la romantica donna inglese di Enrico Montesano). Un simile discorso vale per Platinette, altro celebre personaggio televisivo interpretato da Mauro Coruzzi, così come per Priscilla, nome d’arte di Mariano Gallo, drag queen che ha presentato e fatto parte come giudice, insieme a Chiara Francini, Paola Iezzi, Paolo Camilli e Tommaso Zorzi (fino alla seconda stagione), del cast di Drag Race Italia, programma andato in onda sulla piattaforma streaming Discovery+ dal 2021 al 2022 e su Paramount+ dal 2023.

Può risultare più problematica la distinzione tra pseudonimo ed eteronimo, termine che ha, in linguistica, applicazioni in vari àmbiti (studi sulla traduzione e di semiologia della letteratura, tradizione grammaticale italiana e onomastica), come si legge s.v. eteronimo dell’Enciclopedia dell’Italiano (Aprile 2010). Nel nostro caso si tratta, come indica il titolo di un saggio di Terrusi (2015a), dell’attuazione di diverse “strategie di occultamento del nome autoriale”: la differenza sta nel fatto che con pseudonimo si indica il “semplice” camuffamento dell’autore attraverso un nome fittizio (come Cletto Arrighi e Gian Alessio Abbatutis, rispettivamente di Carlo Righetti e Giovan Battista Basile, entrambi formati per mezzo dell’anagramma, meccanismo molto diffuso nella formazione di questi nomi, cfr. Terrusi 2015a); mentre con eteronimo un mascheramento che presuppone l’esistenza – come detto – di una diversa identità, con biografia, personalità e stile propri e immaginari. Sono citati anche dai lettori i quattro eteronimi di Fernando Pessoa: Álvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro e Bernardo Soares (quest’ultimo è, in realtà, considerato un “semi-eteronimo” perché condivide alcuni tratti della personalità dell’autore). Un altro esempio curioso, sempre menzionato da Terrusi (2015a), è quello di Lorenzo Stecchetti, uno degli eteronimi (insieme ad Argia Sbolenfi, Marco Balossardi, Giovanni Dareni, Pulinera, Bepi e Mercurio) del poeta Olindo Guerrini (1845-1916), che lo utilizzò per far credere di pubblicare, dopo la morte, le poesie di un cugino, malato di tisi (a cui anche il nome allude: Stecchetti è, infatti, un “cognome parlante”, che si riferisce all’eccessiva magrezza). Un eteronimo oggi molto discusso, che ha aperto la strada a ipotesi anche fantasiose, è quello di Elena Ferrante, napoletana di mezza età che si è trasferita in Grecia per seguire il marito (come indica nel primo romanzo, Amore molesto, del 1992), della quale non si è ancora venuti a conoscenza della reale identità dell’autore/autrice (Terrusi 2018), su cui pure si sono fatte tante ipotesi.

Pseudonimi ed eteronimi interessano anche l’“autore multiplo”, per il quale Terrusi (2015b) ha proposto una casistica che vede la suddivisione in tre gruppi dei nomi anagrafici di autori celati sotto a) un solo pseudonimo per almeno due autori diversi (Sveva Casati Modigliani è quello di Bice Cairati e Nullo Cantaroni); b) un numero di pseudonimi corrispondente a quello delle identità reali (Currer, Ellis e Acton Bell sono quelli delle tre sorelle Brontë, Charlotte, Emily e Anne); c) uno pseudonimo che non è un nome proprio, ma un nome comune (come la Scuola di Barbiana, progetto educativo e didattico innovativo – ideato e avviato a Barbiana, in provincia di Firenze, tra il 1954 e il 1967, da don Lorenzo Milani –, che firma La lettera a una professoressa del 1967). Stesso discorso vale per gli eteronimi (multipli), che possiamo esemplificare con Tommaso Didimo (il curatore del libro Il re operaio, Roma, La scimmia, 2003) – dietro al quale si nascondono Massimiliano e Paolo Di Mino e Marco Saura –, che richiama il tema del “doppio” (Tommaso significa letteralmente ‘gemello’ in aramaico, mentre Didimo ne è il calco in greco e richiama anche il foscoliano Didimo Chierico). A proposito della multiautorialità, lo stesso Terrusi (2015b: 70) rileva che “la simulazione di un’identità individuale da parte di una pluralità di autori costituisce forse già di per sé, e in ogni caso, una forma di eteronimia (non fosse altro che per la simulazione di essere ‘uno’ quando in realtà si è ‘più di uno’)”.

Va, in definitiva, sottolineato che la scelta di dissimulare o proiettare in un’altra dimensione la propria identità risponde, specie all’interno del testo letterario, a esigenze e funzioni che si diversificano, come abbiamo avuto modo di vedere, da caso a caso e si realizza attraverso modalità differenti per tipologia e complessità, di cui gli esempi qui considerati hanno potuto, almeno in parte, dare conto.

Nota bibliografica:

  • Aprile 2010: Marcello Aprile, Eteronimo, in Enciclopedia dell’Italiano, a cura di Raffaele Simone, vol. I, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 2010, pp. 446-447.
  • Caffarelli-Gagliardi 2018: Enzo Caffarelli, Caterina Gagliardi, Terminologia onomastica, in “Archivio per il vocabolario storico italiano”, I (2018), pp. 11-54.
  • Terrusi 2015a: Leonardo Terrusi, Strategie di occultamento del nome autoriale: non solo pseudonimi, in “il Nome nel testo”, XVII (2015), pp. 397-406.
  • Terrusi 2015b: Leonardo Terrusi, Il nome dell’autore multiplo, in L’autorialità plurima. Scritture collettive, testi a più mani, opere a firma multipla. Atti del XLII Convegno Interuniversitario (Bressanone, 10-13 luglio 2014), a cura di Alvaro Barbieri e Elisa Gregori, Padova, Esedra, 2015, pp. 61-74.
  • Terrusi 2018: Leonardo Terrusi, Elena Ferrante e dintorni: eteronimi alla ribalta, in “Rivista italiana di onomastica”, XXV (2019), pp. 483-484.

Andrea Riga

4 luglio 2025


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