Con questa scheda vogliamo riproporre una locuzione usata in ambito calcistico trattata da Mara Marzullo sul n. 29 della Crusca per voi (ottobre 2004).
«Luigi Chiappini ci scrive da Londra - dopo aver sentito in televisione e letto sullo schermo l’espressione "Grandi biscotti del calcio" per raccontare "la possibilità di una combine tra Svezia e Danimarca" ai danni dell’Italia - per chiederci delucidazioni su questo significato del termine.
Biscotto si usa nella locuzione, quasi specificatamente del linguaggio sportivo, fare un biscotto, che ha avuto senza dubbio una recente diffusione su stampa e televisione proprio in occasione degli ultimi campionati europei di calcio di fronte al sospetto di un accordo "segreto" tra Svezia e Danimarca per garantire alle due squadre la qualificazione al turno successivo a scapito dell’Italia.
Il significato esteso di ‘truccare una competizione sportiva’ deriverebbe da un’espressione gergale dell’ippica in cui indica il ‘truccare una corsa somministrando a un cavallo sostanze proibite’, almeno secondo il Grande Dizionario Italiano dell’Uso (diretto da Tullio De Mauro, Torino, UTET, 1999-2000) e secondo alcuni dizionari dei modi di dire.
L’ampiezza di significato di biscotto (che può indicare tanto una ‘pasta dolce di varia forma cotta a lungo in forno’ quanto il ‘pane cotto due volte’) potrebbe spiegare la fortuna di cui ha goduto questa parola in proverbi e modi di dire, anche antichi, tra cui ammorbidire il biscotto "che significa in modo abbastanza trasparente ‘appianare una difficoltà, venire in aiuto’ – o direbbe che il biscotto non avesse crosta per indicare qualcuno ‘che neghi le cose chiare, o affermi le false’, ricordato dal Tommaseo-Bellini alla voce biscotto. Altro modo di dire è mettere(si) in mare (o in nave) senza biscotto, usato da Boccaccio nel Decameron (giornata VIII, novella 6, paragrafo 44) per indicare il ‘porsi a un’impresa, a un lavoro senza adeguata preparazione, senza aver preso tutti i provvedimenti del caso’ (citando dal Grande dizionario della lingua italiana, Torino, UTET, 1961-2002): in questo caso biscotto ha quasi un valore specifico per il linguaggio della marina, perché "se fatto con farina di grano di buona qualità, a perfetta cottura, si ripone intieramente asciutto e può serbarsi per molti mesi in buone condizioni" (Dizionario di marina medievale e moderno, Roma, Reale Accademia d’Italia, 1937).
Si può osservare in conclusione che per la sua indubbia impronta gergale l’espressione fare un/il biscotto dovrebbe ricorrere solo in particolari registri, soprattutto nello scritto, come si ricava dagli esempi seguenti tratti da due quotidiani in cui lo stesso evento viene descritto solo nel primo caso come biscotto (nel secondo si parla di pareggio annunciato e di combine): “Sugli spalti, prima della partita, gli svedesi ironici prendono in giro gli italiani per il biscotto di Svezia-Danimarca agli Europei” ("La Repubblica", 25 agosto 2004); "Prima del calcio d’inizio, e durante la partita, i giocatori scandinavi non hanno mai smesso di scherzare e fare battute sul pareggio annunciato. [...] Ho sentito come parlavano i giocatori prima della partita, e loro stessi in seguito mi hanno raccontato che tra un’azione e l’altra si prendevano gioco degli italiani dice al telefono da Göteborg. Erano infastiditi dalle voci di combine" ("Corriere della Sera", 30 luglio 2004)».
Mara Marzullo
Piazza delle lingue: Lingua e saperi Media
10 febbraio 2014
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