Formazione di frasi passive con andare e venire: si risponde al quesito posto da Filippo Vogliazzo, Mariateresa Lotilli ed altri. Riportiamo una risposta data da Giovanni Nencioni su La Crusca per voi (n° 23, ottobre 2001, p. 9).
Formazione di frasi passive con andare e venire
«Centro internazionale studenti stranieri "Giorgio La Pira", Firenze:
Alcuni insegnanti di quel Centro chiedono un chiarimento sulla formazione di frasi passive coi verbi venire e andare come negli esempi Vengo chiamato in Presidenza e I cibi freschi vanno tenuti in frigorifero.
Una chiara risposta a questa domanda si trova nella più volte citata Grammatica italiana di Luca Serianni (UTET 1989, Torino), capitolo XI dedicato al Verbo, numeri 14-16 del paragrafo che tratta dei verbi passivi. Serianni osserva che l'uso di venire (solo nei tempi semplici) in luogo del normale ausiliario essere conferisce alla frase il valore dinamico sottolineando un'azione: dire infatti Alle ore 20 il museo viene chiuso enuncia la programmatica azione di chiudere il museo, mentre dire Alle ore 20 il museo è chiuso costituisce una enunciazione ambigua che indica uno stato del museo alle ore 20 piuttosto che l'atto della sua chiusura. Talvolta l'uso dell'uno o dell'altro verbo può essere indifferente quanto al significato e affidato al gusto preferenziale dello scrittore, che può scrivere indifferentemente La nave venne varata nel pomeriggio o La nave fu varata nel pomeriggio. Talvolta il costrutto può comprendere un complemento di termine: A un tratto mi venne veduto il pericolo che mi minacciava.
L'uso di andare (anch'esso limitato ai tempi semplici) può assolvere tre compiti:1. accompagnare verbi che indicano risultati negativi: La preziosa raccolta andò dispersa; 2. sostenere l'idea di opportunità, dovere, necessità; 3. rettificare blandamente precedenti affermazioni: Non bisogna respingerlo; va piuttosto corretto.
Ovviamente per entrambi questi verbi, che sono intransitivi, spicca l'adozione dell'uso transitivo, come risulta negli esempi precedenti.
Siamo, evidentemente, nel settore dell'uso parlato della lingua, che sostituisce parole e funzioni normali con elementi più espressivi e d'impiego più limitato. È giusto che gli stranieri che imparano la lingua italiana non ne ignorino forme dell'uso parlato ed espressivo, differenziato nelle diverse regioni; specialmente quando sia pertinente all'uso toscano parlato e scritto. Ma non ne facciamo una preoccupazione eccessiva.»
30 settembre 2002
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