Giorni scolastici e proprietari boschivi

Una lettrice, che scrive da Bolzano, ci chiede se gli aggettivi scolastico e boschivo usati in particolari contesti (“divieto di transito nei giorni scolastici”, “proprietari boschivi”) siano corretti o se invece non sarebbe più opportuno usare “nei giorni di scuola”, “proprietari di boschi”.

Risposta

Il quesito che la lettrice da Bolzano rivolge al Servizio di Consulenza pone diversi interrogativi che riguardano la categoria degli aggettivi, in particolare la tipologia degli aggettivi denominali. Sia scolastico che boschivo sono infatti aggettivi derivati da nomi, rispettivamente scuola e bosco, e, nello specifico, si tratta di aggettivi di relazione (Wandruszka 2004).

Diversamente dagli aggettivi qualificativi, che attribuiscono una proprietà al nome al quale si riferiscono, come ad esempio famoso (anche in questo caso un aggettivo denominale) in “un famoso ricercatore”, gli aggettivi relazionali mettono in relazione due nomi, quello che fa da base dell’aggettivo e quello al quale l’aggettivo si riferisce, come università e ricercatore in ricercatore universitario. Si noti che il tipo di relazione tra i due nomi non è predicibile in assoluto, né è costante per ogni singolo suffisso, precisandosi solo a livello pragmatico (cioè attraverso inferenze contestuali, conoscenze enciclopediche, ecc.). Infatti, se ricercatore universitario si può parafrasare come “ricercatore dell’università”, che lavora in università, testo universitario corrisponde invece a “testo per l’università”, per studiare all’università. In entrambi i casi, però, l’aggettivo di relazione universitario restringe la categoria dei ricercatori e quella dei testi, andando non tanto a qualificarli (cioè a dirci come sono) ma a delimitarli, cioè a dire che hanno a che fare con l’università ma non ad esempio con la scuola, con un ente di ricerca, con un museo. Dal punto di vista della sintassi, infine, è interessante osservare come gli aggettivi di relazione abbiano una serie di restrizioni, diversamente dagli aggettivi qualificativi (Grossmann 1999). Ad esempio occorrono solo in posizione postnominale (ricercatore universitario ma non *universitario ricercatore), ma soprattutto non possono essere usati con funzione predicativa né modificati da avverbi che ne esprimano una gradualità: se si può dire “questo ricercatore è molto famoso”, la stessa cosa non si può fare con universitario (“*questo ricercatore è molto universitario”).

Ma torniamo ai due aggettivi citati dalla lettrice bolzanina. Anche scolastico e boschivo sono due aggettivi di relazione, sebbene in alcune loro accezioni funzionino piuttosto da aggettivi qualificativi, come attestato in numerosi esempi che si possono leggere o ascoltare ovunque (per comodità abbiamo consultato il corpus itTenTen20, 12 milioni e mezzo di parole tratte da testi in italiano disponibili in rete). Nell’accezione di ‘insegnato o appreso a scuola’, ma anche di ‘diligente ma poco originale’, scolastico è un aggettivo qualificativo, graduabile, utilizzabile in funzione predicativa, come ad esempio in “il mio francese è molto scolastico”, oppure “L’Alfredo di Juan Carlos Valls è molto scolastico”, mentre ciò non è possibile nell’accezione di ‘relativo alla scuola’: “*questi banchi sono scolastici”. La stessa cosa vale per boschivo che, usato come sinonimo di boscoso, è aggettivo qualificativo (ad es.: “quando il terreno era molto boschivo e ricco di cacciagione”), mentre in molti altri contesti significa ‘relativo al bosco’ ed è dunque da considerarsi aggettivo di relazione: “nella zona anticamente vi era una ricca flora e fauna boschiva”. Qui evidentemente non si tratta di flora e fauna boscosa, ma di flora e fauna che sono tipiche del bosco. Segnaliamo che l’accezione di boschivo come sinonimo di boscoso è la prima citata dalla maggior parte dei dizionari, fra cui ad esempio il GDLI, mentre per scolastico vale piuttosto il contrario in quanto l’accezione relazionale è da considerarsi principale, o comunque più comune.

Qual è dunque il problema (se c’è) delle espressioni giorni scolastici (in relazione alla chiusura di strade) e proprietari boschivi? Esclusa ovviamente la lettura qualificativa, in entrambi i casi la relazione che si instaura fra la base dell’aggettivo e il nome a cui si riferisce non è immediata, provocando un senso di straniamento, particolarmente accentuato nel caso di boschivi accostato a un nome riferito a un referente umano invece dei più frequenti inanimati (incendio, area, terreno, habitat, manutenzione, ecc.). Comunque, sebbene scolastico risulti più appropriato se riferito direttamente all’istituzione scuola, per la rilevanza che può avere l’apertura delle scuole sulla mobilità urbana, giorni scolastici si aggiunge alla serie giorni feriali, giorni festivi, giorni di mercato, per cui i rispettivi aggettivi di relazione (o sintagmi preposizionali, come di mercato) vanno a definire le varie categorie dei giorni in cui una strada è aperta o chiusa. Per boschivo vale un discorso in parte simile: nei contesti in cui la proprietà di boschi e foreste è particolarmente rilevante, proprietari boschivi rientra, pur con qualche forzatura semantica, nella serie delle diverse tipologie di proprietari: agricoli, terrieri, immobiliari. In entrambi i casi non è irrilevante notare che si tratta di usi limitati al sottocodice della pubblica amministrazione.

Infine, non si può ignorare il fatto che questa richiesta arriva alla Crusca dall’Alto Adige, un territorio caratterizzato da bilinguismo istituzionale, nel quale al tedesco, lingua parlata dalla maggior parte della popolazione, è accordato status di ufficialità accanto all’italiano. Nella pratica ciò comporta che ogni comunicazione pubblica debba essere formulata in entrambe le lingue e questo costante ricorso alla traduzione può portare, attraverso il contatto fra lingue, a interferenze su vari piani dei sistemi. Questo è stato più volte osservato soprattutto per quanto riguarda il tedesco; meno si è detto, invece, dell’italiano, la cui posizione in Alto Adige è comunque degna di attenzione per vari motivi, non da ultimo per il suo status localmente minoritario. Per quanto riguarda gli usi di scolastico e boschivo, vale la pena ricordare che in tedesco relazioni di questo tipo sono espresse generalmente da parole composte nelle quali quella che in italiano è la base dell’aggettivo (nei nostri esempi scuola o bosco) compare come primo elemento (cfr. Schwarze 1988: 195 e Wandruszka 2004): Schultage, Waldbesitzer. E in effetti sono proprio queste le parole che troviamo sui siti dell’azienda dei trasporti locali (an Schultagen | nei giorni scolastici) e della Provincia Autonoma, Ripartizione Servizio Forestale (Waldbesitzer | Proprietari boschivi). Si tratta di relazioni modificatore-testa estremamente frequenti e duttili in tedesco alle quali in italiano può corrispondere (più raramente) una parola composta, un nome seguito da aggettivo di relazione o, quando la relazione fra i due nomi è meno stretta, un costrutto sintagmatico con la preposizione di. La necessità di trovare continuamente corrispondenze terminologiche nelle due lingue ha probabilmente contribuito a preferire scelte lessicali sintatticamente più compatte anche in italiano, sfruttando al massimo le possibilità offerte dai costrutti con aggettivi di relazione.

Nota bibliografica:

  • Grossmann 1999: Maria Grossmann, Gli aggettivi denominali come basi di derivazione in italiano, in Paola Benincà, Laura Vanelli, Alberto Mioni (a cura di), Fonologia e morfologia dell'italiano e dei dialetti d'Italia. Atti del XXXI Congresso Internazionale di Studi della Società di Linguistica Italiana, Bulzoni, Roma, 1999, pp. 401-422.
  • Schwarze 1988: Christoph Schwarze, Grammatik der italienischen Sprache, Niemeyer, Tubingen, 1988.
  • Wandruszka 2004: Ulrich Wandruszka, Aggettivi denominali, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 382-402.


Silvia Dal Negro

9 maggio 2025


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