Due lettori ci segnalano un uso che presumono tipico dell’italiano regionale siciliano, “ha da quando…”, “ha da un po’ di giorni che…”, “ha da tanto tempo che…”: sono errori “gravi”? Perché è più “giusto” usare il verbo essere in luogo di avere?
I due lettori hanno ragione: frasi del tipo è da molto tempo che non ci vediamo vengono talvolta rese sostituendo è con ha: ha da molto tempo che non ci vediamo; ha da un paio di giorni che mangio poco.
Ciò può verificarsi in Sicilia e in altre regioni meridionali per effetto del dialetto, le cui strutture vengono trasferite nell’italiano locale: in siciliano si dice infatti avi assai tempu can un ni viremu. Va anche detto che si tratta di un costrutto che caratterizza anche il francese (il y a/avait longtemps [que]...; il y a/avait beaucoup de temps que) e lo spagnolo (ha sido un largo tiempo).
Anche in italiano antico il verbo avere (specie se preceduto da un clitico) poteva avere valore di essere: si pensi al boccacciano “haccene più di millanta” (‘ce ne sono molto più di millle’; Decameron, giornata VIII, nov. III) e tuttora si può usare si ha, si hanno invece di c’è, ci sono. Ma l’uso è limitato a questi contesti, diversi dalla frase segnalata, in cui nello standard attuale si usa è (invece di ha), che possiede in questo caso una funzione assertiva/enunciativa col valore di ‘accade che’, ‘avviene che’.
Giovanni Ruffino
9 ottobre 2023
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