Alcuni quesiti pervenuti in redazione riguardano l'impiego del congiuntivo presente o imperfetto all'interno di proposizioni subordinate. Il primo quesito chiede infatti quale uso sia corretto tra "non potrei sopportare che sia la mia sposa a morire" e "non potrei sopportare che fosse la mia sposa a morire"; nel secondo il dubbio espresso è tra "vorrei un paese in cui non ci sia più cattiveria" e "vorrei un paese in cui non ci fosse più cattiveria".
Impiego del congiuntivo presente o imperfetto
nelle proposizioni subordinate
Per quanto concerne la consecutio temporum, o meglio la concordanza dei tempi verbali in italiano, Lepschy ricorda anzitutto che "L'uso dei tempi nelle proposizioni dipendenti segue due modelli diversi, a seconda che il verbo della reggente richieda la concordanza del presente o quella del passato. La concordanza del presente è richiesta dall'indicativo presente, futuro, passato prossimo e futuro anteriore, dal congiuntivo presente e perfetto, e dal condizionale presente" (L. Lepschy - G. Lepschy, La lingua italiana, pp. 206-207). In particolare, quando la frase reggente ha il condizionale presente, "la dipendente ha un congiuntivo imperfetto per azione contemporanea o posteriore in frasi come vorrei che tu fossi qui; vorrei che tu venissi presto" (L. Lepschy - G. Lepschy, cit., p. 207).
Serianni inoltre, specificando che "Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo dell'oggettiva, sia pure senza la rigorosità della consecutio temporum latina" (L. Serianni, Grammatica italiana, p. 558), e distinguendo tra un rapporto di contemporaneità, anteriorità o posteriorità, fornisce un prospetto della concordanza dei tempi della reggente con un'oggettiva volta al congiuntivo, precisando che esso è in ogni caso "applicabile alla maggior parte delle subordinate che richiedano lo stesso modo" (L. Serianni, cit., p. 560).
Riporto di seguito una parte del prospetto, concernente la relazione di contemporaneità:
CONTEMPORANEITÀ |
|
PROPOSIZIONE REGGENTE |
PROPOSIZIONE OGGETTIVA |
IND. PRES.: immagino | CONGIUNT. PRES.: che egli faccia bene |
IMPERATIVO: immagina | |
INDIC. FUTURO: immaginerò | |
CONDIZIONALE: immaginerei | |
INDIC. IMPERFETTO: immaginavo | CONGIUNT. IMPERFETTO: che facesse bene |
PASS. PROSSIMO: ho immaginato | |
PASS. REMOTO: immaginai | |
TRAPASS. PROSS.: avevo immaginato | |
CONDIZ. PASSATO: avrei immaginato |
Lo studioso però precisa che, "Se nella reggente figura il condizionale presente di un verbo indicante volontà, desiderio, opportunità (come volere, desiderare, pretendere, esser conveniente e simili;...), la dipendente si costruisce col congiuntivo imperfetto più spesso che col congiuntivo presente" (L. Serianni, cit., p. 562). La costruzione più opportuna sarà pertanto, in tal caso, quella che vede il congiuntivo imperfetto all'interno della proposizione subordinata e quindi, nello specifico: "vorrei un paese in cui non ci fosse più cattiveria".
Per approfondimenti:
A cura di Manuela Cainelli
Redazione Consulenza Linguistica
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30 ottobre 2008
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