Raggruppiamo le domande di alcuni lettori, che essenzialmente vertono su come classificare l’avverbio improvvisamente. I lettori pongono il quesito in termini di alternativa secca: “avverbio di modo o di tempo?”
Da linguisti, occorre fatalmente essere un po’ più sfumati. Diciamo subito che un avverbio come improvvisamente non è propriamente né un avverbio di tempo né uno di modo (o di maniera: preferiamo nel seguito questa seconda definizione, per non fare confusione con gli avverbi modali, come certamente, probabilmente ecc., che indicano il grado di verità che il parlante attribuisce a una data affermazione). Il fatto è che il suffisso -mente può formare avverbi praticamente da qualunque aggettivo, e anche se il significato più comune è appunto quello di maniera (‘in modo / maniera A’, dove A è l’aggettivo: per esempio “ha risposto villanamente”, ‘in modo villano’) ci sono molti altri significati possibili. Uno molto comune è ‘dal punto di vista A’, come quando diciamo “politicamente, è un grave errore”.
Diversi altri avverbi in -mente hanno assunto nel tempo significati specifici molto lontani da quelli originari associabili alla parafrasi ‘in modo A’: nuovamente non vuol dire ‘in modo nuovo’, bensì ‘di nuovo, ancora’; sicuramente non vuol più dire ‘in modo sicuro, senza rischi’ (come era ancora possibile usarlo fino all’Ottocento), bensì soltanto ‘con certezza’; puramente è quasi inutilizzabile col valore etimologico di ‘con purezza’, mentre è frequentissimo col valore di ‘soltanto’: “è puramente una questione di tempo” (un’evoluzione analoga hanno anche avuto avverbi come unicamente e semplicemente); e così via.
Tornando al nostro avverbio improvvisamente, come una lettrice segnalava, si può dire che risponda davvero alla domanda “quando?”, come ci si aspetterebbe propriamente da un avverbio di tempo, o invece alla domanda “come?”, come ci si aspetterebbe da un avverbio di maniera? Io direi a nessuna delle due. Confrontiamolo infatti prima con uno dei pochi “veri” avverbi di tempo uscenti in -mente
(1) a. Se ne è accorto recentementeb. Se ne è accorto improvvisamente.
Mentre (1a) risponde perfettamente alla domanda “quando se ne è accorto?”, lo stesso non si può dire certo per (1b). Si potrebbe dire che la domanda “come se ne è accorto?” è leggermente più compatibile con una risposta come (1b), ma neanch’essa sembra completamente adeguata. E in effetti se confrontiamo improvvisamente con un tipico avverbio di maniera, come violentemente, nelle due frasi seguenti:
(2) a. Gianni lo ha colpito violentementeb. Gianni lo ha colpito improvvisamente,
ci accorgiamo che improvvisamente non qualifica propriamente le caratteristiche inerenti del gesto compiuto da Gianni, ma piuttosto le caratteristiche dell’intero evento per come viene percepito da chi sta parlando. Si tratta quindi di un avverbio di frase piuttosto che di un avverbio legato esclusivamente al solo predicato, come lo sono tipicamente gli avverbi di maniera. Ciò si vede anche dalla diversa libertà sintattica dei due avverbi: un avverbio come improvvisamente, proprio perché qualifica l’intero evento (soggetto incluso) e non solo il predicato, trova una naturale collocazione anche all’inizio della frase:
(3) Improvvisamente, Gianni lo ha colpito.
Inoltre, che l’avverbio improvvisamente occupi una posizione sintattica comunque diversa da quella propria degli avverbi di maniera si vede dal fatto che i due possono tranquillamente coesistere nella stessa frase, senza essere coordinati:
(4) a. Improvvisamente, Gianni lo ha colpito violentemente sulla guanciab. Improvvisamente, Gianni lo ha toccato lievemente sulla spalla.
Dal confronto delle frasi in (4), si vede anche come improvvisamente non abbia a che fare con quanto energica sia l’azione, ma piuttosto caratterizzi l’evento come tendenzialmente puntuale, istantaneo e normalmente imprevisto agli occhi di chi parla. In (4) potrebbe essere agevolmente sostituito da inaspettatamente, un altro avverbio di frase che valuta l’evento nel suo complesso.
Non è questa la sede per scendere in classificazioni più dettagliate, che del resto rimangono in vari casi controverse anche per i linguisti, e richiederebbero comunque un vocabolario tecnico che non è il caso di introdurre qui. Diciamo che dovendo scegliere per forza tra tempo e maniera (ma nessuno ci obbliga a farlo!), la nozione espressa da improvvisamente è forse più vicina a quella di maniera, ma si tratta di una maniera che non qualifica il predicato in sé, bensì l’evento nel suo complesso. Non a caso il nome tecnico tedesco per questo parametro linguistico è Aktionsart, letteralmente ‘maniera dell’azione/ dell’evento’ (tradotto nella linguistica italiana solitamente con il semplice ‘Azione verbale’).
Non è nemmeno una qualità che possa attribuirsi al solo soggetto iniziatore dell’evento: se consideriamo le due frasi in (5), apparentemente quasi sinonime:
(5) a. Gianni uscì rapidamente dalla stanzab. Gianni uscì improvvisamente dalla stanza,
ci accorgiamo che mentre possiamo più o meno parafrasare (5a) con Gianni fu rapido a uscire dalla stanza, non possiamo fare niente del genere con (5b): *Gianni fu improvviso a uscire dalla stanza (l’asterisco indica le frasi inaccettabili).
Per concludere, improvvisamente non è certo isolato in questa funzione. Ad esempio, avverbi come gradualmente/progressivamente forniscono informazioni opposte relativamente allo stesso piano semantico, quello appunto dell’Aktionsart. Si confrontino:
(6) a. Dalla sera alla mattina, il livello del fiume salì improvvisamente fino a lambire le arcate del ponte.b. Il livello del fiume salì gradualmente/progressivamente fino a lambire le arcate del ponte. Il tutto richiese non più di qualche ora.
L’evento descritto in (6a) e (6b) è lo stesso: quello che cambia è il fatto che in (6a) è presentato come un tutt’uno, senza articolazione interna, come se fosse istantaneo (in realtà, soltanto più rapido o più precoce rispetto alle attese), mentre in (6b) si segnala piuttosto l’osservabilità delle tappe intermedie del processo. Che si tratti di opzioni soggettive è ulteriormente evidenziato dal fatto che l’intervallo temporale in cui si svolge (6a) è, in termini oggettivi, almeno altrettanto lungo di quello in cui si svolge (6b).
Davide Ricca
8 settembre 2020
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