Viene da Roma la richiesta a proposito dell'uso, che si sta affermando in alcuni Paesi, dell’acronimo DAESH in luogo di IS o ISIS: cosa ne pensa l'Accademia?
IS, ISIS o DAESH?
I nomi e quindi le sigle con cui il territorio e il regime sottoposti al Califfo in Medio Oriente (per questo detti anche: Califfato) si nominano e vengono nominati sono diversi. Il più corrente, avallato dagli stessi esponenti di quello Stato, è, anche in italiano, Islamic State, Stato Islamico, in sigla IS, che i francesi, rispettando la loro lingua, volgono in EI, État Islamique. Ci sono varianti più legate al territorio d'elezione (per il momento) di questo Stato, e cioè ISIS (Islamic State of Iraq and Syria oppure Islamic State of Iraq and al-Shām, dove al-Shāmindicherebbe comunque la “Grande Siria”) o ISIL (Islamic State of Iraq and the Levant). Per iniziativa soprattutto francese si è messa in circolazione anche la sigla DAESH, che sarebbe fatta dalle iniziali dell'espressione araba al-Dawlah al-Islamīyya fīal-Irāq wa-al-Shām, che vale più o meno, per significato, quella di ISIS, ma sarebbe scambiabile, nella pronuncia araba, anche per una parola derisoria (e per questo sarebbe stata severamente proibita nei territori controllati dallo Stato Islamico); questo nome, non lasciando trasparire, nelle lingue occidentali, l'aggettivo “islamico”, avrebbe il supposto o sperato vantaggio di non far coincidere l'islamismo (che è ovviamente una realtà molteplice e nella stragrande maggioranza dei casi pacifica) con questo nuovo e bellicoso organismo teocratico autoproclamatosi Stato. Qualcuno, tra gli stessi musulmani europei anti jihadisti, ha addirittura proposto UIS, cioè Un-Islamic State, Stato non Islamico. Ma è chiaramente un'inutile provocazione. I nomi propri in genere ce li danno quelli di famiglia o gli amici, i vicini di casa; più difficile (anche se non impossibile) che si impongano quelli che ci affibbiano gli estranei o i nemici, a meno che non siano vittoriosi su di noi (si pensi ai nomi degli stati africani coloniali e postcoloniali). E quindi è inevitabile che quello del Califfato (se non si imporrà, come sarebbe linguisticamente per noi meglio, proprio questo nome, trasparente ma molto controverso) sia, per il momento, Stato Islamico, che in italiano dovremmo abbreviare con la sigla SI e invece, con la nostra solita anglomania (ma che stavolta ci evita l'imbarazzante somiglianza col nostro cordiale SÌ), sigliamo IS, nome più breve e meno territorialmente circoscritto di quello pur molto comune di Stato islamico di Iraq e Siria, ISIS, e, più gradito, probabilmente, agli stessi jihadisti, che sicuramente preferiscono far incombere le loro minacciose aspirazioni teocratiche su qualsiasi territorio e non solo su Iraq e Siria (come ISIS lascerebbe intendere). Le due sigle, IS e ISIS, entrambe, ovviamente, usate al maschile, come si evince non dall'eventuale articolo determinativo (che viene normalmente apostrofato: l'ISIS), ma dagli accordi (ISIS sconfitto e non ISIS sconfitta), per il momento si equivalgono in numeri assoluti su Google, anche se IS sta progressivamente avanzando ed è probabile che finisca, come si diceva, per affermarsi.
Piazza delle lingue: Media
18 marzo 2016
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