La famiglia di detergere

Quali sono le differenze di significato tra detersivo e detergente e come si spiegano? Si parla di detersione o di detergenza?

Risposta

A prima vista sembrerebbe ovvio che per pulirsi il viso si usi un detergente, mentre per pulire il pavimento di casa si adoperi un detersivo. Ma la differenza tra detergente e detersivo, entrambe parole della famiglia del verbo detergere (‘asciugare’, ‘pulire’, ma anche, in letteratura, ‘purificare’), non è poi così netta né nettamente delineabile. I nodi vengono al pettine già considerando la pagina in rete “Cosa sono i detergenti” del sito del Centro Nazionale Sostanze Chimiche prodotti Cosmetici e protezione del Consumatore (cnsc.iss.it), dove si definisce detergente “qualsiasi sostanza o miscela contenente saponi e/o altri tensioattivi, destinato [sic] ad attività di lavaggio e pulizia. In tali attività non sono intese quelle per la pulizia del corpo umano”.

Per chi, come chi scrive, non si intende di chimica, può essere utile innanzitutto chiarire che sono dette tensioattive le sostanze che abbassano le forze di attrazione tra lo sporco e la superficie dove si trova, permettendo di disperdere lo sporco nell’acqua. Qualsiasi superficie, sia essa la pelle dell’uomo o un vestito o un pavimento. Secondo il Centro Nazionale Sostanze Chimiche però la pulizia del corpo non rientra nella definizione di detergente. D’altra parte, in un’altra pagina del medesimo sito, “Come sono composti [i detergenti]”, si legge che “il sapone è stato per secoli l’unico detersivo/detergente utilizzato dall’uomo”: il che lascia perplessi, perché il sapone, che senz’altro si usa (anche) per pulire il corpo umano, è definito detergente, negando la definizione proposta poco sopra. E che senso ha allora parlare di sapone detergente, se il sapone è per definizione un detergente? E ancora: detersivo e detergente sono dunque perfetti sinonimi? Lo sono secondo alcuni dizionari, come il GRADIT, che definisce il sostantivo detergente come ‘detersivo’, senza più, e secondo il Devoto-Oli 2022, che considera però detergente più comune nel linguaggio corrente e commerciale e aggiunge che, oltre al significato generico di “sostanza tensioattiva capace di asportare impurità da un corpo o da un prodotto”, condiviso con detersivo, la parola ne ha anche uno più specifico di “prodotto cosmetico per la pulizia della pelle o per l’igiene personale”.

Tuttavia, se si consultano anche lo Zingarelli 2022 e il Vocabolario Treccani in linea si ricava un quadro diverso, che si può inoltre saggiare prendendo in considerazione come le parole detersivo e detergente sono usate nella rete, sia in documenti ufficiali – per esempio il regolamento n. 648/2004 del Parlamento europeo relativo ai detergenti – sia in siti commerciali. Provando a sintetizzare queste fonti, si potrebbe dire così: a quanto pare il sostantivo detergente è oggi il termine tecnico più generale e generalmente usato per indicare i saponi e le altre sostanze tensioattive usate sia sul corpo umano sia su oggetti inanimati (così nello Zingarelli 2022). Si parla così di detergente per il viso, detergente intimo, ma anche di detergente per bagni. Nella lingua comune, tuttavia, il termine più frequente per prodotti che non riguardano la pulizia del corpo è detersivo, come spiega il Vocabolario Treccani in linea: “È sinon. di detergente, ma più frequente di questo, nell’uso com. e nel commercio, per indicare i varî preparati destinati a usi casalinghi, come lavaggio e pulitura di biancheria, stoviglie, pavimenti, rivestimenti di maioliche, ecc.; rientrano fra i detersivi anche sostanze semplicemente solventi (alcol, benzina, ecc.) o sostanze acide o basiche (acido fosforico, solforico, ammoniaca) usate per pulire”.

Fin qui si è detto dei sostantivi, ma sia detergente sia detersivo nascono piuttosto come aggettivi. Il secondo, tuttavia, usato in espressioni come polvere detersiva, secondo alcuni dizionari come il DISC e lo Zingarelli 2022 è oggi poco comune. Correnti sono invece le espressioni come crema, latte detergente, che indicano, per citare il Devoto-Oli 2022, “prodotti cosmetici che si spalmano sulla faccia per favorire l’asportazione del trucco e restituire la naturale ossigenazione alla pelle liberando i pori da ogni residuo e impurità”. Meno chiaro, come si accennava, è che cosa si intenda per sapone detergente: secondo Wikipedia si tratterebbe di un sapone caratterizzato dal pH acido, “che varia da 3,5 a 5,5”, ma non si capisce quale sia la fonte di tale affermazione. Una richiesta di chiarimento in proposito al Centro Nazionale Sostanze Chimiche prodotti Cosmetici e protezione del Consumatore è rimasta inevasa.

Assai più semplice è invece la distinzione tra detergenza e detersione, entrambe parole in uso, benché lo Zingarelli 2022 consideri rara la seconda (ma il sito dei prodotti della linea Eau thermale Avène invita a scoprire “i prodotti per una detersione delicata delle pelli sensibili”). Detersione è l’operazione di detergere o di essere deterso e il suo risultato, mentre detergenza, oltre a questo significato, ne possiede altri, perché può indicare la proprietà di essere detergente, “l’insieme dei detersivi e dei prodotti industriali per la pulizia” (GRADIT) e il settore che nell’industria chimica è “preposto ad analizzare e produrre le sostanze detergenti utilizzate per lavare manualmente o meccanicamente” (DISC).

Guardando alla storia, si può aggiungere che i sostantivi detergente e detersivo, nel senso di ‘sostanza tensioattiva alternativa al sapone usata per pulire’, conoscono una attestazione piuttosto recente (rispettivamente 1959 e 1963: GRADIT), in ragione del fatto che la produzione di detergenti sintetici si afferma solo nel periodo delle due Guerre mondiali, quando la penuria di alcuni materiali fondamentali per la produzione del sapone spinge alla ricerca di alternative. Quello che i dizionari non dicono, tuttavia, è che i sostantivi detergente e detersivo erano stati usati già molto tempo prima, nel linguaggio della medicina, in un significato che potremmo approssimativamente definire ‘sostanza usata per asportare impurità dal corpo del paziente’: per quanto mi consta, la prima attestazione di detergente in tale accezione è del 1671, nella traduzione italiana delle Opere chirurgiche di Girolamo Fabrici d’Acquapendente pubblicata a Padova da Matteo Cadorino, quella di detersivo del 1753, nel Dizionario universale di medicina, traduzione del Medicinal Dictionary di Robert James pubblicato a Venezia da Pasquali, (s.v. buccinum) e nella Centuria prima di rare osservazioni di medicina e cirusia di Fulvio Gherli (Venezia, Baronchelli). Il che si lega, d’altro canto, al senso con cui originalmente il verbo detergere è attestato in italiano, vale a dire ‘liberare (lo stomaco) dalle impurità’ (LEI, s.v.)

Divagando un po’, si può ricordare in chiusura quanto alcune operazioni di detergenza (o detersione) abbiano plasmato la nostra società nel tempo. Alla domanda su quale fosse stata l’invenzione che più aveva cambiato la sua vita, la nonna di Mario Calabresi, come lui stesso racconta nel volume Cosa tiene accese le stelle, rispose senza tentennamenti: la lavatrice. “È stata l’unica invenzione che ha fatto davvero la differenza e ha messo fine a secoli di fatica delle donne. Non ho dubbi, perché ricordo ancora le ore passate in piedi, il mal di schiena da levare il fiato e le mani in fiamme. Nella mia vita è tracciata con chiarezza una linea tra il prima e il dopo” (pp. 7-8), tra le serate passate a lavare e quelle passate sfogliare un buon libro, grazie alla lavatrice e, naturalmente, al detersivo in polvere o liquido.

Michele Colombo

3 agosto 2022


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