R. Rurali, G. Rellini Lerz, C. Boldi e altri ci chiedono quale sia il nome della lettera v, cioè se si debba dire 'vu' o 'vi'.
La lettera v si chiama 'vu' o 'vi'?
A tale proposito riportiamo quello che ha scritto Luca Serianni nella sua Grammatica italiana (UTET Libreria, 1989, p. 37).
«I nomi delle varie lettere sono oggi stabilizzati tranne per v, che come segno distinto da u ha autonomia più recente; si osservi, ad ogni modo, che "vu", oltre ad essere altrettanto (se non più) radicata, è la dizione coincidente con l'uso toscano, come notava già Romanelli (Lingua e dialetti, Livorno, Giusti, 1910): «meridionale (e anche boreale) è la pronunzia vi, o ve della spirante v, che in Toscana si chiama vu».
Fino al secolo scorso i nome di b, c, d, g, p, t, e v uscivano in e, tranne che in Toscana (Cfr. Castellani, Saggi di linguistica e filologia italiana e romanza, Roma, Salerno, 1980, I 34; be, ce, de, ecc.: un riflesso dei due modi di pronuncia si ha in abbecedario e in abbiccì)».
Redazione Linguistica
Accademia della Crusca
30 settembre 2002
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