Negli ultimi mesi numerosi utenti ci hanno chiesto delucidazioni sull’uso del verbo evolvere: è corretto usarlo nella sua forma non riflessiva, si può dire cioè “le lingue evolvono” al posto di “si evolvono”? evolvere o devolvere come si coniugano al passato remoto, al congiuntivo presente e nei tempi composti con il participio passato?
La lingua evolve o… si evolve?
Come riportano concordemente i più noti vocabolari dell’italiano contemporaneo, il verbo evolvere può avere costruzione sia transitiva che intransitiva. L’uso transitivo ha conservato il significato più antico di ‘svolgere, sviluppare’ (latino evolvĕre, da volvĕre ‘voltare, avvolgere’ col prefisso rafforzativo ex-) ed è oggi raro e letterario: “Dagli attori d’allora aveva altresì imparato a modular la voce aurea evolvendola come un nastro policromo nell’aria; ora parendo il leone che rugge o il lupo che urla, l’agnello che geme, l’uccellino che gorgheggia o pia” (Aldo Palazzeschi, Stampe dell'Ottocento, Firenze, 1932).
L'uso intransitivo del verbo ha assunto il significato metaforico di 'trasformarsi gradualmente, modificarsi specialmente in meglio, progredire', ed è invece molto più comune. Si trova sia nella forma riflessiva (“tutti gli esseri viventi si evolvono nel tempo”), sia in quella non riflessiva (“la situazione sta evolvendo rapidamente”). In letteratura, come attestano gli esempi del GDLI, la forma riflessiva si alterna con quella non riflessiva: “La poesia non si evolve o involve, non cresce o diminuisce” (Giovanni Pascoli, Il fanciullino); “Tutto ritorna vita e vita in polve: / ritorneremo, poiché tutto evolve / nella vicenda d’un’eterna favola” (Guido Gozzano, La via del rifugio). E in effetti, come si deduce da veloci ricerche sul web e negli archivi digitali di alcune testate giornalistiche, le due forme convivono, senza grandi differenze numeriche. Per fare un esempio, basta confrontare le occorrenze in Google libri di “si evolvono” (20.700) con quelle di “evolvono” non riflessivo (26.100). L’unica assoluta prevalenza che dobbiamo registrare riguarda la forma dell’infinito presente: evolversi è circa il doppio più frequente rispetto a evolvere.
Ma perché la forma riflessiva è sentita come più corretta? il motivo va forse rintracciato nel fatto che essa è percepita di maggiore intensità rispetto a quella non riflessiva: una frase come “le lingue si evolvono” ha un forte valore assoluto (cioè è una frase indipendente, completa in se stessa), che manca invece alla forma “le lingue evolvono”, sentita come incompiuta e bisognosa di un qualsiasi completamento come per esempio “le lingue evolvono nel tempo”, “le lingue evolvono lentamente”, “le lingue evolvono in relazione al contesto” ecc. Un’altra ragione può essere rintracciata nell’analogia con la costruzione della maggior parte dei verbi sinonimi di evolvere con il valore di ‘progredire’: modificarsi, svilupparsi, trasformarsi ecc. sono infatti tutti verbi riflessivi (la cui forma non riflessiva è inoltre solo transitiva, e anche questo può aver influito non poco nella preferenza della forma intransitiva riflessiva).
Dunque, per rispondere ai nostri lettori, il verbo evolvere può essere tranquillamente usato anche nella forma non riflessiva con lo stesso significato di ‘svilupparsi, trasformarsi’: quindi confermiamo la massima libertà nella scelta.
Infine, per quanto riguarda le incertezze sulla coniugazione, il verbo evolvere, come il vicino devolvere, ha in effetti alcune particolarità: all’indicativo passato remoto offre ben tre scelte per la prima persona singolare e per la terza persona singolare e plurale. Vediamone insieme la coniugazione:
io evolvetti, evolvei, evolsi
tu evolvesti
lui volvette, evolvé, evolse
noi evolvemmo
voi evolveste
loro evolvettero, evolverono, evolsero
La forma in -etti trova la sua origine nell’analogia con stetti (dal latino stetui); quella in -ei si è formata in analogia alle forme della prima e terza coniugazione -ai (portai) e -ii (aprii); la terza forma è la forma di perfetto forte, in analogia con il passato remoto (sigmatico) del verbo volgere (cfr. ROHLFS 1968, §§ 566, 574, 577, 662).
Tenendo conto che, davanti alla necessità di esprimere un’azione passata, di solito la scelta ricade più frequentemente su un tempo composto con il participio passato che non sul passato remoto – “si è/si sono evoluto/i” è certo più comune di “si evolse/si evolsero” – possiamo comunque chiederci quale tra le tre forme sia oggi la più usata. Vediamo una tabella che riporta le occorrenze delle tre forme delle tre persone nelle pagine in italiano di Google e di Google libri (al 29 agosto 2012):
Come si vede più chiaramente se rappresentiamo in un grafico le occorrenze della prima persona singolare, la forma oggi più usata in tutti i registri è la forma forte evolse:
Per quanto riguarda gli altri dubbi, possiamo brevemente riassumere che:
- il congiuntivo presente è regolare, come gli altri verbi della terza coniugazione: che io (mi)evolva, che tu (ti)evolva, che lui (si)evolva…: “La probabilità che la vita si evolva dalla materia inorganica è estremamente bassa”;
- il participio passato di evolvere è evoluto e, se usato intransitivamente, vuole l’ausiliare essere: “Come si è evoluto il cinema dagli inizi ad oggi?”. Può ammettere l’ausiliare avere solo quando il verbo è transitivo e significa, come detto, ‘svolgere, sviluppare’: “Questo virus ha evoluto una simbiosi mutualistica con la vespa”.
A cura di Angela Frati
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
7 settembre 2012
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