Sono pervenute in Accademia numerosissime richieste sull’uso di alcuni verbi che presentano, in alternativa alla terminazione in -are, quella con il suffisso -izzare (ammortare/ammortizzare, rateare/rateizzare, parametrare/parametrizzare) e dei sostantivi derivati da ognuna delle due forme (ammortamento/ammortizzazione, rateazione/rateizzazione, parametrazione/parametrizzazione).
La moltiplicazione dei verbi in -izzare
Abbiamo deciso di trattare in un’unica risposta la questione, in quanto l’alternanza di forme deriva dalla produttività, nell’italiano contemporaneo, dei suffissi -izzare e -izzazione nella formazione delle parole (verbi e sostantivi).
Nel significato di “estinguere gradualmente un debito”, in italiano, possono essere usati indifferentemente i verbi ammortare (neoformazione italiana del sec. XIII, derivata da ammorto, deaggettivale di morto con l’aggiunta del prefisso a- o forse piuttosto parasintetico da morto) e ammortizzare (più recente, secolo XVII); la seconda forma è preferibile in quanto più diffusa nell’uso. Il sostantivo per indicare “l’atto di estinzione del debito” è l’antico ammortamento (XIV secolo), ma sono accettabili anche i più recenti (sec. XIX) ammortizzamento e ammortizzazione. Il Vocabolario Treccani e il GRADIT registrano anche il verbo ammortire e il sostantivo ammortimento, documentati già in italiano antico, ma entrambi, oggi, di uso assai raro.
Dal sostantivo rata (sec. XIV, dal sintagma latino rata(m) parte(m), cioè “parte stabilita”), o forse piuttosto da rateo (1797; ‘suddivisione in rate’, tratto da rateale probabilmente sul modello dello spagnolo) derivano i verbi rateare (1942) e rateizzare (1845, col significato di “suddividere in rate”. Anche in questo caso i verbi possono essere usati indifferentemente, benché l’uso preferisca la forma in -izzare a quella formata direttamente dal nome (per conversione o, secondo altri, col suffisso zero). Parimenti possono essere adoperati i sostantivi deverbali rateazione e rateizzazione (di uso più raro è il sostantivo maschile rateizzo, con suffisso zero o conversione). Si sta diffondendo nell’uso il deaggettivale ratealizzazione, da rateale, ma è da considerare errata la forma verbale ratealizzare.
Più complesso il problema concernente le forme parametrare/parametrizzare, derivate dal sostantivo parametro (sec. XVIII, dal latino scientifico parametrum). Come si vede dal Sabatini-Coletti 2008, i due verbi – che rappresentano entrambi formazioni relativamente recenti: 1990 e 1974 sono le datazioni fornite dai dizionari – non possono propriamente essere impiegati come sinonimi; parametrare, infatti, significa “rapportare qlco. a certi parametri”, e si usa, soprattutto, nel linguaggio aziendale: il personale di un’azienda si suddivide secondo dei parametri, ai fini della retribuzione; parametrizzare, invece, si adopera nel linguaggio matematico (soprattutto nell’insiemistica) con il significato di “rappresentare qlco. per mezzo di parametri”. Dai due verbi, derivano, rispettivamente, i sostantivi parametrazione e parametrizzazione (che peraltro nei dizionari sono registrati con datazioni anteriori: 1985 e 1965). Nei dizionari (anche nello ZINGARELLI 2015) non viene riportata l’accezione informatica di questi verbi, né dei sostantivi da essi derivati. Dato che il linguaggio informatico riprende molti termini da quello matematico, ci permettiamo di indicare ai lettori, in questo ambito, come forme corrette parametrizzare e parametrizzazione piuttosto che parametrare e parametrazione.
Riccardo Cimaglia
Piazza delle lingue: Lingua e saperi
19 febbraio 2016
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