Luca L. M. ci chiede se “colui che è affetto da presbiopia” vada definito presbite o presbipe; Gilberto T. e Mario T. invece ci interrogano sul termine presbiope, come sinonimo di presbite, percepito come logico derivato di presbiopia sulla base delle affinità semantiche e morfologiche con la coppia di termini miopia e miope.
Consultando diversi dizionari moderni e contemporanei (GRADIT, Devoto-Oli 2018, ZINGARELLI 2018, Sabatini-Coletti 2008 e, risalendo negli anni, il Dizionario della lingua italiana di Palazzi-Folena del 1992, il Dizionario della lingua e della civiltà italiana contemporanea di Emidio De Felice e Aldo Duro del 1974, il GARZANTI 1965, lo ZINGARELLI 1917) non troviamo né la voce presbiope né presbipe, ma soltanto presbite, tecnicismo di ambito medico piuttosto diffuso.
Neppure interrogando un importante dizionario storico come il GDLI troviamo tracce dei termini presbiope e presbipe ma solo di presbite; lo stesso avviene se consultiamo il Tommaseo-Bellini, che riporta a lemma presbita esegnala come “volgare”, ovvero di registro basso,presbite. Infine, neanche i moderni dizionari settoriali, tecnici e medici (cfr. Dizionario di Medicina Moderna a cura di Joseph C. Segen, Milano, Mcgrow-Hill, 2007; Dizionario tecnico scientifico della lingua italiana, Milano, Hoepli, 2003; Dizionario Medico Larousse a cura di R. Valente e M. G. Malesani, Torino, Saie, 1984), riportano a lemma o nelle definizioni i termini presbiope e presbipe. Si può desumere pertanto che, a oggi, il termine in uso per indicare ‘l’occhio o chi è affetto da presbiopia’ sia presbite.
Tuttavia, se per presbipe non ci corre in aiuto neanche Google (da una ricerca fatta il 26 aprile 2018 si ricavano 38 risultati nella ricerca globale, nessun risultato su Google Libri) facendo così presupporre la sua assenza nell’uso dell’italiano, i dubbi relativi a presbiope hanno diversi riscontri. Da una rapida ricerca su Google Libri si trovano attestazioni in testi scientifici già a partire dalla seconda metà del XVIII secolo:
Presbiopìa di minor densità della cornea o degli umori dell’occhio: perché quanto più queste parti sono rare, tanto meno elle rifrangono i raggi. Chi per simil causa è presbiope, guarisce in vecchiezza, poiché questa fa più densa la cornea e la lente. Quindi il presbiope, guarito spontaneamente per sì fatta emendazione, rigetta i vetri convessi, che gli servivan da giovane (Joseph Jacob Plenck, Dottrina de’ morbi degli occhi, Venezia, Francesco di Niccolò Pezzana, II edizione, 1786).
Consultando alcuni dizionari medici del XVIII e XIX secolo ritroviamo il termine presbiope talvolta con rimando alla voce presbite o presbita (cfr. Dizionario dei termini di medicina, chirurgia, veterinaria, farmacia, storia naturale, botanica, fisica, chimica, ecc. tradotto dal francese da A. Leone e B. Fantonetti nel 1834), altre volte, più raramente, a lemma e corredato dalla definizione. Ad esempio nel Panlessico italiano, ossia Dizionario Universale della lingua italianadiretto da Marco Bognolo e pubblicato nel 1839 troviamo presbiope definito come ‘che vede distintamente in lontananza, e poco in vicinanza; locchè accade comunem. ai vecchi; contrario di miope. sin. Presbita Presbite’; e nella voce successiva presbiopia troviamo la definizione ‘vista da presbiope, cioè da vecchio’. Presbiope dunque sembra aver avuto, almeno nel lessico specialistico medico del XVIII e XIX secolo, una discreta vitalità come tecnicismo proprio dell’oculistica.
Oggi il termine sembra essere caduto in disuso in favore del più comune presbite. Da un piccolo sondaggio sul campo, interrogando medici e oculisti che attualmente svolgono la professione (il campione è comunque troppo ridotto per poter essere statisticamente rappresentativo), sembra che presbiope non sia in uso neanche tra gli addetti ai lavori, né nel parlato né nella moderna letteratura scientifica del settore.
Rimane da capire da dove provenga presbiope e quali siano la sua storia linguistica e i suoi legami con presbite e presbiopia.
Alcuni dubbi dei nostri lettori riguardano la mancata simmetria tra le due coppie miopia/miope e presbiopia/presbite, invece di presbiope. Valutando il parallelismo con l’aggettivo miope e il sostantivo miopia, si potrebbe supporre una morfologia analoga per i termini presbiopia e presbiope, tutte nozioni appartenenti allo stesso campo semantico dei difetti della vista. Fin dal ’700 in effetti, nei dizionari e nella letteratura scientifica, i concetti di miopia e presbiopia sono trattati come fenomeni esattamente contrapposti nell’ambito dell’oculistica, difetti tipici della gioventù l’uno e della vecchiaia l’altro. Precisamente, miope deriva dal greco mỳops ‘chi deve chiudere [mỳein] l’occhio per vedere [-ōps]’ e la sua prima attestazione è stata individuata per la prima volta da G. Folena in un opuscolo di un gesuita romano del 1672 (cfr. DELI), mentre la voce miopia ha origine dal greco myopía, derivato di mỳops ‘miope’, ed è datata 1749 (cfr. DELI).
Secondo il DELI la prima attestazione di presbite risale al 1672 e la sua storia linguistica non sembra essere collegata a presbiopia che appare per la prima volta nel 1821, benché presente da prima nella forma presbyopia nel latino scientifico:
Presbiopìa, […].Comp. del gr. présbys ‘vecchio’ (d’orig. indeur.) e -opìa: “il sost. composto presbyopia compare nel lat. scient. e in inglese, che ne ricava presbyopic, solo nel 1793, contemporaneamente al fr. presbyopie” [G. Folena, in LN XLI (1980) 135] (DELI).
Grazie a Google Libri è possibile retrodatare presbiopia di qualche anno:
La presbiopia, o la veduta senile (I), è l’opposta della precedente [la miopia]; gli oggetti si ànno da scostar molto dall’occhio, affinché sieno ravvisati distintamente. […] Il rimedio della presbiopia consiste negli occhiali convessi, perché le lenti convesse ànno la proprietà di unire i raggi (LIX) (Michele Troja, Lezioni intorno alle malattie degli occhi, Napoli, Stamperia simoniana, 1780).
Nonostante la retrodatazione, possiamo comunque ritenere sicura l’anteriorità di presbite rispetto a presbiopia, in quanto derivante direttamente dalla forma greca presbỳtēs ‘vecchio’ (cfr. DELI) e da cui è nato presbitismo, tramite l’aggiunta del suffisso -ismo coerente con le regole della derivazione morfologica dell’italiano; quest’ultimo è datato nel DELI al 1871 ma retrodatabile al 1823 in quanto appare nel Dei Sensi: Trattato In Supplimento Alla Notomia Di S. T. Sömmering di Vincenzo Mantovani:
Così, proporzionata essendo in oltre la refrazione alla spessezza e convessità sì complessiva che parziale dei detti mezzi, e prevalendo in più od in meno tali disposizioni, rispetto, se non altro, alla cornea ed all'umor acqueo, secondo che ampio e prominente o picciolo e piatto il globo, dallo stato medio di quelle disposizioni risulta la vista ordinaria o regolare, come la prevalenza loro in più costituisce la miopìa, e quella in meno il presbitismo. È quindi rimediabile questo con lenti convesse, colle concave quella; ed, oltre le relative conformazioni, costituzionalmente particolari, agli individui, è generalmente famigliare alla tenera età la miopìa, il presbitismo alla cadente.(Vincenzo Mantovani,Dei Sensi: Trattato In Supplimento Alla Notomia Di S. T. Sömmering, Tomo II, Crema, Antonio Ronna, 1823)
Nel GRADIT alla voce presbitismo, marcato come termine tecnico, si rimanda a presbiopia, marcata anch’essa come tecnicismo ma comune, indice della prevalenza nell’uso del secondo termine rispetto al primo (probabilmente anche a causa dell’influenza che nell’Ottocento ebbero i corrispettivi in inglese e francese citati nel DELI).
Per quanto riguarda la data di prima attestazione di presbiope i dizionari medici sette e ottocenteschi che lo riportano a lemma non forniscono dati; tramite Google Libri possiamo datarlo almeno al 1786 nel già citato Dottrina de’ morbi degli occhi di Jacopo Plenck.
Ricapitoliamo: presbite 1672 (miope 1672); (miopia 1749) presbiopia 1780; presbiope 1786, presbitismo 1823.
Viste tutte le attestazioni dei termini in campo è quindi possibile azzardare un’ipotesi sulla loro storia ed evoluzione nella lingua medica oculistica: è plausibile che a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, quando ormai presbite era già acclimatato nell’uso, sia entrato nel linguaggio medico il termine presbiopia, che potrebbe essere nato sul calco del francese presbyopie grazie alle molte traduzioni di testi e trattati scientifici francesi che avvennero in quegli anni, oppure parallelamente al termine straniero, come suggerisce G. Folena in un articolo sul numero XLI del 1980 della rivista “Lingua Nostra” (a cui rimanda la voce del DELI); rapidamente, o forse contemporaneamente, da presbiopia, tramite l’influenza della speculare coppia all’epoca già formata, come abbiamo visto miopia/miope, potrebbe essersi formato presbiope; quest’ultimo ha convissuto per un certo periodo con la variante presbite (e fino all’Ottocento anche presbita con la terminazione greca in -a), da cui è stato definitivamente soppiantato nel XX secolo.
Tornando alla realtà odierna invece, è certa la maggiore affermazione di presbite rispetto alla variante: da una ricerca datata 26 aprile 2018, restringendo l’indagine alle sole pagine in italiano, troviamo 56.400 risultati su Google e 12.700 su Google Libri per presbite; di contro, digitando la voce presbiope troviamo 54 occorrenze su Google Libri (la quasi totalità in dizionari e testi specialistici, alcuni già citati, del XIX secolo) e 253 risultati su Google in siti di ottica e oculistica e in forum e blog personali:
Come ben saprai però, passare molte ore davanti al pc è molto stressante per gli occhi. Infatti, anche se prima leggevi e studiavi molto, la distanza di lettura era inferiore e l’occhio si sforzava molto meno.
Se poi sei o stai diventando anche presbiope, apriti cielo (nella pagina informativa “lenti occupazionali” del sito www.otticaceroni.com).
Nel caso dovessi operarmi, e poi tra 4-5 anni dovessi diventare presbiope, in base a che cosa potrei aspettarmi una presbiopia più o meno intensa?... e poi... ma ci devo diventare per forza presbiope??! (commento di un utente sul forum del sito www.forumsalute.it, gennaio 2005).
Finito ciò, occhiale da presbiope mezzo calato, può finalmente dedicarsi all’attività pedissequa che svolgerà fino a sera […] (sul blog Aereoplanini_liquidi, 14 febbraio 2017, https://aereoplanini.wordpress.com).
Le poche attestazioni trovate su Google dimostrano la bassa diffusione del termine e dunque la sua limitata sopravvivenza nell’uso odierno o, ipoteticamente, la sua (ri)creazione inconsapevole basata sulla vicinanza con la parola affine miope.
Un’ultima precisazione riguarda la pronuncia. Non è chiaro se l’accentazione corretta di presbiope sia presbìope, similmente a mìope, o prèsbiope, come prèsbite. Ancora una volta i dizionari non forniscono indicazioni in merito, a eccezione del già citato Panlessico italiano del 1839, in cui viene segnalato l’accento sulla i, presbìope, e del Dizionario della lingua italiana già pubblicato da Francesco Cardinali e aggiornato da Pasquale Borrelli nel 1846, in cui si legge:
Presbiope. Pre-sbì-o-pe. Add. e sost. com. V. G, Chir. Lo stesso che Presbite (Dizionario della lingua italiana già pubblicato da Francesco Cardinali a cura di Pasquale Borrelli, volume II, Gaetano Nobile Editore, Napoli, 1846).
In conclusione, per rispondere ai dubbi dei nostri lettori, si può ritenere che, nonostante la passata fortuna di presbiope, sia preferibile seguire le indicazioni di tutti i dizionari contemporanei (che d’altra parte riportano una predominante tendenza d’uso) e utilizzare il termine comune presbite.
A cura di Luisa di Valvasone
Redazione Consulenza Linguistica
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